Rimangono fuori dalle assunzioni e addirittura dalle supplenze tantissimi docenti abilitati, da anni impegnati nell’insegnamento su posti vacanti. Viene elusa la sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso 26 novembre. Via libera alla chiamata diretta incostituzionale. A rischio reggenze di migliaia di istituti e la governance delle scuole
Marcello Pacifico (presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione): non ha senso lasciare fuori dalle assunzioni coloro che fanno parte delle liste d’istituto o che si sono abilitati con TFA, PAS, diploma magistrale, cancellati o mai inseriti: hanno conseguito l’abilitazione con lo stesso percorso didattico e le stesse selezioni in entrata e in uscita. Sarebbe bastato realizzare un censimento dei posti effettivamente vacanti per accorgersi che circa l’80 per cento di quelli oggi conferiti al 30 giugno sono in realtà a tutti gli effetti liberi: quindi utili per le immissioni in ruolo. E, allo stesso, tempo ci sono una miriade di altri problemi che il ddl non solo non risolve, ma acuisce. Come l’assurdità della chiamata diretta, già cassata dalla Consulta nel 2013, in occasione di un altro tentativo maldestro: quello della Regione Lombardia.