Con il provvedimento finale, oggi in CdM, scompaiono ben 52 classi concorsuali, che passeranno da 168 a 116, raggruppate in otto ambiti disciplinari che daranno la licenza di insegnare un alto numero di discipline.
Nemmeno Palazzo Chigi nasconde i motivi di questa discutibilissima scelta: «Una maggiore fungibilità dei docenti: l’accorpamento consente di aumentare il numero di posti per classe di concorso e il tasso di sostituibilità degli insegnanti».
Marcello Pacifico (presidente Anief): è una riduzione che aiuta chiaramente i processi di mobilità del personale, anche coatta, a discapito del livello qualitativo delle lezioni e dell’offerta formativa. Viene da chiedersi: “Che senso ha aver prodotto dei corsi abilitanti negli ultimi tre anni per quasi 100mila docenti, secondo le vecchie regole, per poi ora costringerli ad insegnare delle discipline diverse?”