Il giovane sindacato ha deciso di tornare in piazza, dopo aver preso atto della volontà dell’esecutivo di non volere andare incontro alle necessità della scuola, degli alunni e del personale docente abilitato. L’unico pensiero del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, è la “soppressione definitiva delle GaE”: peccato che l'80 per cento dei 100mila supplenti, che annualmente si legano alla scuola con una supplenza su posto libero, viene chiamato già oggi dalla seconda fascia delle graduatorie d'istituto che i nostri governanti non vogliono considerare utile per le assunzioni a tempo indeterminato e che, ben presto, non sarà utile neppure per le supplenze: chi ha svolto oltre 36 mesi non potrà, infatti, andare più a ricoprire cattedre libere per l’intero anno scolastico.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’Italia sta travisando il senso delle direttive UE e della Corte di Giustizia europea che intendono la soglia dei tre anni di servizio, pure non continuativo, un limite oltrepassato il quale si viene assorbiti nei ruoli dello Stato, anziché una barriera temporale che respinge il lavoratore. In questo modo, si allontanano i docenti già formati e, nel frattempo, si costringono le scuole a rivolgersi a docenti inesperti e non abilitati. Per questo, è arrivato il momento di farsi sentire: Anief, nelle prossime settimane, ha intenzione di chiamare a raccolta tutti gli esclusi dal piano di assunzione del governo con una manifestazione nella capitale. L'esecutivo deve, infatti, assumere i docenti come si fa nel resto d’Europa, dove un docente abilitato non viene respinto dalla scuola ma assorbito sui posti liberi: da noi in Italia, invece, i posti ci sono ma li teniamo in ‘naftalina’ dichiarandoli non totalmente liberi. Così la supplentite rimane cronica.
Il segnale incoraggiante arriva con un intervento tenuto in un istituto scolastico di Gela: gli insegnanti di sostegno in servizio, a pieno titolo, nella scuola italiana sono insufficienti, per cui è necessario aumentarne il numero e lo faremo una volta approvata in Parlamento la legge in discussione che prevede una nuova formazione per questa categoria di docenti.
Per la prima volta, quindi, il governo dimostra che i quasi 30mila posti di sostegno in deroga ufficiali, quasi 40mila reali, rappresentano un problema da risolvere. Ovviamente, trasformandoli tutti, il prima possibile, in cattedre inglobate nell’organico di diritto. Che si andranno ad aggiungere ai 96mila attuali.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): speriamo che all’incremento del numero di docenti corrisponda anche la fine dell’assegnazione di orari di sostegno ridotti rispetto a quanto previsto dalle relazioni mediche e dalle diagnosi funzionali. Ma anche che la si finisca di creare classi con 32 alunni iscritti di cui 3 disabili. Sino a quando ci saranno queste realtà, la via del tribunale sarà inevitabile.
Il Ministro dell’Istruzione: non è un male assoluto avere un trasferimento per una fase della vita o della carriera in un'altra parte del Paese. Ciò che è importante è che quest’ultimo diventi un processo governato e governabile e non sia frutto di obbligatorietà: comunque sia, gli spostamenti rappresentano un "dato strutturale della scuola italiana".
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sarebbe bastato ripristinare l'apertura annuale delle Graduatorie ad esaurimento e d'Istituto. Tutti sanno, invece, che i tempi si sono addirittura estesi, nonché mutati in quattro se non cinque anni, anziché tre. Ciò avrebbe permesso, infatti, di andare a coprire i posti liberi anziché lasciare tanti precari, rigorosamente in fila nella stessa provincia in cui scarseggiano persino i posti e, pertanto, impedendo loro di spostarsi. Tale possibilità, fornita a ridosso dei trasferimenti e delle assegnazioni provvisorie, permetterebbe di fare incontrare la domanda (i posti effettivamente vacanti) con l'offerta (i docenti disposti volontariamente ad andare a ricoprirli), senza attendere ‘secoli’ prima che si esaurisca una graduatoria e, così, consentire l'inserimento in fascia aggiuntiva alle GaE di tutti gli abilitati e, in terza fascia d’istituto, dei non abilitati. Tra il 2002 e il 2004 questo sistema ha funzionato ma anziché ripercorrere quella strada si è preferito cambiare: il turn over, le assunzioni al lumicino e la riforma delle pensioni hanno fatto il resto.
Anziché applicare quanto previsto dal Tribunale amministrativo del Lazio che ha disposto “l’inserimento nella graduatoria di pertinenza a ogni effetto, compresa la eventuale stipula di contratto con riserva”, accade che presso l’Ufficio Scolastico di Milano (situazione simile in molte altre province) si preferisce stoppare qualsiasi inserimento nelle Graduatorie che portano all’immissione in ruolo e alla supplenza annuale. La risibile giustificazione del dirigente responsabile degli uffici scolastici di Milano: non possiamo sempre rifare gli elenchi, i docenti potranno far valere i propri diritti a partire dal prossimo anno scolastico.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ma stiamo scherzando? L’Ambito territoriale ha l’obbligo di inserire sempre e con effetto immediato il docente precario nella graduatoria indicata, in questo caso le GaE: di fronte a un ordine del giudice non si può far finta di nulla o rimandare. Le graduatorie, se necessario, vanno ricomposte anche ogni giorno. Non è colpa dei Tar, ma neppure dei docenti precari ricorrenti, se il Miur si ostina a non recepire la giurisprudenza del Consiglio di Stato: qualora la situazione, anzi, non si sbloccasse nelle prossime ore, chiederemo pure all’amministrazione scolastica pesanti condanne alle spese.
Roma, 17 ott. (AdnKronos) - "Neppure la legge di stabilità rendegiustizia al personale Ata della scuola: dopo le mancate assunzioni dalla Buona Scuola che non ha previsto che una assunzione di amministrativi, tecnici e ausiliari, anche la legge di bilancio di fine 2016 si conferma su questa assurda linea. Così, promesse a parte, si rimane fermi ai 47mila tagli in tre anni conseguenti al dimensionamento della riforma Gelmini-Tremonti e alla cancellazione di oltre 2mila posti del governo Renzi; delle 40mila assunzioni di Ata(la metà su posti normali, l'altra metà sul potenziamento degli istituti) non vi è, invece, alcuna traccia". E' quanto sostiene Anief.
''Al governo, come a viale Trastevere - dice MarcelloPacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -continuano a pensare che i tanti progetti e responsabilità introdotti con la scuola dell'autonomia si possano attuare caricando di ulteriori gravosi computi le attuali segreterie degli istituti, nonché i tecnici di laboratorio e i collaboratori scolastici, oggi già in servizio,oberati di lavoro"."Davamo per scontato che la legge di stabilità contenesse dei finanziamenti a tale scopo: la logica dei nostri governanti,evidentemente, è un'altra ossia quella di chi rimanda sine die le risoluzioni dei problemi come è avvenuto, del resto, con il concorso per Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi, atteso da più di 20 anni, annunciato nei giorni scorsi, ma neanche stavolta finanziato'', conclude.
La denuncia, raccolta dall’Anief, è dell’Apidge, Associazione Professionale Insegnanti Scienze Giuridiche ed Economiche: il 3 ottobre scorso, è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa con il Consiglio Nazionale Forense che prevede lo svolgimento di sei moduli didattici, per un monte di 100 ore, attraverso l’Università di Parma. Peccato, però, che quei moduli didattici del progetto di approfondimento, anche pratici, siano già ampiamente trattati a scuola nelle ore di lezione curricolare: sono proprio gli stessi docenti di diritto della scuola pubblica, abilitati e adeguatamente formati dalle stesse università, a insegnarli agli studenti delle superiori. Ne consegue, pertanto, una sovrapposizione di ruoli e una confusione nella didattica.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): è assurdo che i docenti di Diritto ed Economia perdono il posto negli istituti superiori pubblici (con i colleghi delle classi di concorso A017 e A019 spesso in soprannumero e scivolati negli ambiti territoriali) per gli effetti nefasti delle riforme taglia-ore d’insegnamento e, nel frattempo, l’amministrazione non trovi niente di meglio che affidare i loro stessi insegnamenti a soggetti esterni alla scuola. Prima di stipulare accordi, occorre sempre verificare se vi siano docenti a disposizione o nel ‘potenziamento’ scolastico: a quanto ci risulta, ve ne se sarebbero molti.
SEMINARIO
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