Segnalati diversi nuovi casi di corsi di recupero e potenziamento didattico tenuti, a titolo gratuito, da insegnanti che hanno terminato il servizio: dopo Brescia, Bolzano, Barletta, Andria e Trani, il fenomeno si allarga anche a realtà scolastiche del salernitano e dell’Alto Adige. Soffocati dalla mancanza di finanziamenti, con scuole che attendono anche oltre 300mila euro di arretrati, i presidi costretti alla gestione ‘creativa’.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): non abbiamo dubbi che degli ex docenti, forti della lunga esperienza lavorativa, possano condurre al meglio il ruolo per cui sono stati chiamati. Può essere anche positivo non disperdere le competenze acquisite nel corso di una carriera. Il punto è capire perché ci si dimentica che ci sono oltre 60mila docenti supplenti, selezionati e formati, laureati e abilitati, i quali per essere assunti a titolo definitivo sono costretti a ricorre al tribunale perché lo Stato li reputa invisibili? Ritardando sine die la loro assunzione, sono destinati a passare, come ha sottolineato il Censis, dal ruolo ingrato di giovani precari quali sono oggi a quello di anziani poveri domani: già oggi il 40% dei pensionati non arriva a mille euro al mese, presto diventeranno il 65%.