La riforma degli ambiti, prevista dalla Legge 107/2015, prevedeva l’attribuzione di ulteriori incarichi al personale amministrativo, tra cui l’istruttoria dei documenti che portano al pensionamento degli insegnanti. A Mantova, sei mesi dopo la scadenza ministeriale per l’allestimento delle reti, non sono state ancora individuate le due scuole capofila; inoltre, all’apice del tragicomico, gli assistenti amministrativi che dovranno produrre e lavorare ai documenti relativi al pensionamento non hanno svolto nessun corso, risultando digiuni di formazione. Altre scadenze però incombono: quella per la presentazione delle domande di pensionamento è fissata al 20 gennaio 2017 e, per i presidi, una settimana dopo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ci troviamo di fronte all’ennesima riprova di come la riforma sia stata impostata in modo improvvisato; di come non si possano realizzare la delocalizzazione delle funzioni senza un progetto metodico e preventivo; di come le scuole necessitino di personale Ata aggiuntivo (30-40mila tra amministrativi, tecnici e ausiliari), perché l'autonomia, maggiorata con la riforma Renzi-Giannini, ha portato nuove responsabilità così come il potenziamento, con ulteriori compiti e incombenze. Dimenticando, tuttavia, di introdurre risorse umane fresche e di formarle adeguatamente. È l’ennesima riprova che la Legge 107 va cancellata, per dare spazio ad una riforma che parta dal basso: dalle esigenze della scuola, che il Governo appena caduto non ha voluto ascoltare, trincerandosi dietro le proprie convinzioni sbagliate.