Lo studio è stato realizzata dall’Anief, dopo la pubblicazione delle cifre, troppo sottodimensionate per essere vere, contenute nella Relazione tecnica del disegno di legge approvato dal Governo e inviato in Parlamento: nel testo non c’è traccia di almeno il 60 per cento dei 100mila posti coperti quest’anno con contratti fino al termine delle attività didattiche, però in realtà a tutti gli effetti vacanti e quindi da assegnare per il ruolo. Come mancano i 30mila docenti di sostegno considerati ancora in deroga. Legato all’esito del ddl rimane il destino di altri 49mila docenti, sganciati dalle discipline, da stabilizzare e inglobare nell’organico funzionale.
A pagare il prezzo delle assunzioni risicate saranno decine di migliaia di abilitati in seconda fascia d’istituto, i 7mila docenti idonei dei concorsi, cui si aggiungono 7mila prof della scuola secondaria superiore e 37mila appartenenti alla scuola dell’infanzia e primaria, oltre che alcune migliaia di altri aspiranti docenti di religione, prof in servizio nelle scuole estere del MaE e alcune centinaia di educatori.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): troppi abilitati all’insegnamento dovranno ancora accomodarsi in sala d’attesa. Ma con la possibilità concreta, più che in passato, di ottenere giustizia dai tribunali, dove i giudici gli potranno dare la stabilizzazione oggi negata da Governo e legislatore.