REPUBBLICA.IT - PENSIONI, RAGGIUNTO L'ACCORDO SULL'APE PER LASCIARE PRIMA IL LAVORO
IL CENTRO – ANIEF: GLI INSEGNANTI TRA GLI “USURATI”
ORIZZONTE SCUOLA - PENSIONE ANTICIPATA, POSSIBILE SE SI RINUNCIA AL 25% DELLO STIPENDIO
QUI FINANZA.IT - PENSIONI, RAGGIUNTO LACCORDO SULL APE PER LASCIARE PRIMA IL LAVORO
La prima campanella dell’anno scolastico suonerà, infine, anche per gli allievi in Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Toscana: in queste regioni, vi sarà almeno 1 scuola su 6 senza capo d’istituto e in reggenza. È pronta, quindi, la versione definitiva del decreto sul concorso per nuovi dirigenti scolastici che, per questa occasione, proprio per evitare il ripetersi della situazione, sarà bandito su tutti i posti vacanti e disponibili nell'a.s. 2016/17. È prevista una prova preselettiva (50 quesiti a risposta chiusa), uno scritto (5 domande a risposta aperta, di cui una in lingua straniera) e l’orale. Ai candidati saranno formulate anche domande di informatica, sul funzionamento del PC e dei software applicativi più diffusi; sulle lingue straniere si prevede, invece, la traduzione di un testo scelto dalla commissione, cui seguirà una breve conversazione.
Potrà parteciparvi il “personale docente ed educativo assunto a tempo indeterminato, in possesso di diploma di laurea magistrale, specialistica o conseguita secondo il vecchio ordinamento, di diploma accademico di II livello o diploma accademico di vecchio ordinamento e che abbia un’anzianità di servizio pari almeno a 5 anni, compreso il servizio pre ruolo”. E ci fermiamo lì: rimane, quindi, il ‘disco rosso’ nei confronti dei precari.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è un’esclusione ingiusta ma noi non demordiamo. Il Tar del Lazio ha, infatti, emesso la sentenza 5011/2014, in base alla quale non è necessario essere assunti a tempo indeterminato ma, soltanto, dimostrare di essere in possesso del titolo di studio e aver insegnato per almeno 5 anni non continuativi. Se scatterà il divieto a partecipare, abbiamo già pronto il ricorso.
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Il Consiglio di Stato non ha dubbi sulle ragioni sostenute dall’Anief e accoglie con provvedimento d’urgenza le richieste patrocinate dall’Avv. Michele Speranza per ottenere l’ammissione al Concorso a cattedra 2016 dei docenti in attesa del conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento tramite PAS. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Il MIUR, ora, dovrà procedere alla calendarizzazione delle prove suppletive riservate ai docenti in possesso di favorevole provvedimento del Tribunale e integrare le loro posizioni per permettere la loro corretta partecipazione al concorso 2016. Provvederemo a sollecitare nuovamente il Ministero dell’Istruzione perché ottemperi, senza ulteriore indugio, alle disposizioni già emesse dal tribunale in favore dei docenti di ruolo, degli ITP e, ora, degli specializzandi PAS. La soddisfazione è piena: l’illegittimità della loro esclusione per un mero fattore temporale di conseguimento del titolo era evidente”.
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Secondo Anief, se si somma l’annuncio di Giannini alle garanzie già fornite dal PD sul mantenimento dello status professionale dei maestri, senza alcun declassamento, a seguito della riforma in atto, c’è da ritenersi soddisfatti. Tuttavia, il nuovo sistema formativo destinato agli alunni più piccoli verrà finanziato con un meccanismo che prevede la copertura del 50% a carico dello Stato e dell’altro 50 % da dividere tra Regioni, Comuni e famiglie (sulla base dell'Isee). Cosa accadrà se gli enti locali non copriranno la loro parte? Il giovane sindacato chiede, poi, l’introduzione a regime delle sezioni primavera, garantendo in tal modo una risposta alla domanda delle famiglie per i servizi della prima infanzia e eliminando le liste d'attesa nei nidi.
Marcello Pacifico (presidente Anief): è soprattutto con l’introduzione di classi ‘ponte’ affidate a docenti dell’infanzia e primaria, in compresenza, anticipando l’obbligo scolastico a 5 anni, che si sarebbe potuto ottimizzare il delicato passaggio tra la scuola materna e l’ex elementare. Tutto questo comporterebbe l’incremento di almeno 25mila nuovi maestri: non solo dei docenti dell'infanzia delle GaE, incredibilmente dimenticati dalla Legge 107/15, ma anche dei precari abilitati non inseriti nelle GaE, a patto che abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio, nonché di tutti i vincitori dei passati concorsi e di quello del 2016. In un colpo solo, si sarebbe garantito un servizio migliore e veramente eliminato un bel ‘pezzo’ di supplentite.
Sul testo definitivo si potrebbe chiudere domani: per i nati tra il 1951 e il 1954 che aderiranno, si prospetta un assegno di quiescenza lontanissimo rispetto a quello percepito dagli attuali pensionati che hanno versato persino meno contributi. La riforma Fornero, infatti, introducendo il contributivo, ne ha già ridotto la consistenza di oltre il 20%. La restituzione dei tre anni e 7 mesi di “scivolo” farà ‘dimagrire’ la pensione di un’altra percentuale simile: per ogni anno d’anticipo pagherà il 5% o il 6% dell'assegno, da restituire in 20 anni. Se si utilizza appieno lo strumento, andando via 3 anni e 7 mesi prima, la quota oscillerà tra il 15% e il 18%. Vi è, poi, l'interesse alla banca e il premio assicurativo anti-premorienza; si arriva a togliere, quindi, un altro 20-25%.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è immorale e ingiusto privare un pensionato del diritto di vivere la terza età su livelli proporzionali con i contributi versati. Non comprendiamo perché non abbiano inserito l’insegnamento tra le attività usuranti. Se va bene, sarà concesso solo ai maestri d'asilo. Certamente, le docenti della scuola dell’infanzia svolgono tra le professioni più a rischio burnout, quindi, tra coloro che non debbono restituire nulla in cambio dell’anticipo. Ma è l’insegnamento intero a comportare patologie e stress, quindi, anche per chi insegna nella primaria e secondaria. Se, invece, a decidere per la vita delle persone devono continuare a essere le coperture indicate dal Mef, allora è meglio che lo dicano subito.
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