A presentare domanda di trasferimento sono stati circa 100mila insegnanti: gli ultimi ad essere collocati, attraverso l’algoritmo del Miur, saranno proprio gli immessi in ruolo con la fase C del piano straordinario della riforma, la Legge 107/2015. Che dopo essere stati collocati nella gran parte dei casi nella provincia di appartenenza, stavolta hanno alte possibilità di vedersi spostare lontano da casa. Prima di loro, infatti, ci sono altri 50mila a prendere posto. Considerando che i docenti “potenziatori” finiranno anche nel vortice degli ambiti territoriali, con trasferimento di sede triennale e legato poi al giudizio dei dirigenti scolastici, c’è poco da sorridere.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario organizzativo Cisal): non bastava per questi neo-assunti finire negli ambiti. Che significa avere una destinazione triennale provvisoria, al termine della quale toccherà al dirigente scolastico decidere se il docente avrà meritato la conferma o meno: una condizione per tutti gli assunti del ‘potenziamento’, del resto già prevista dalla Buona Scuola. Ora si aggiunge la spada di Damocle del probabile trasferimento coatto, che anche stavolta avverrà in automatico l’algoritmo del Ministero dell’Istruzione.