Per il sindacato, è necessario che dalle aule di Camera e Senato vengano spazzate via polemiche e malignità, con i parlamentari chiamati a prendersi la responsabilità di attuare un piano di allargamento degli organici della scuola dell’infanzia, nell’ambito della riforma 0-6 anni, al fine di migliorare la qualità della formazione primaria e, nel contempo, stabilizzare tutti quei docenti con diploma magistrale che chiedono da tempo legittimamente l’immissione in ruolo. E laddove si esauriscano le GaE, si dia la possibilità di immettere in ruolo dalla seconda fascia della graduatoria d’Istituto. Lo stesso dovrebbe essere fatto per tutte le altre discipline senza più candidati.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le GaE non si toccano. Finché anche un docente precario vi rimarrà dentro. Lo sa bene lo stesso Governo, che in passato ha espresso l’intenzione di metterne in dubbio la funzionalità. Invece, il Parlamento ha confermato, con la stessa L. 107/15, la piena titolarità delle Graduatorie ad esaurimento. Che anche in futuro non potranno, di certo, mutare la loro funzione. Ancor di più, ora che decine di migliaia di diplomati magistrali ricorrenti potrebbero avere il via libera definitivo dai giudici per esservi inseriti a ‘pettine’.
Dopo l’accordo sulla mobilità che divide gli insegnanti in categorie meritevoli di diritti diversi, come se non avessero firmato lo stesso contratto a tempo indeterminato, le organizzazioni rappresentative saliranno al Ministero dell’Istruzione per stabilire i criteri sulla base dei quali i dirigenti scolastici potranno conferire gli incarichi negli ambiti territoriali.
Marcello Pacifico (presidente Anief): firmare oggi questa proposta significherebbe tradire quei 600mila lavoratori che esattamente un anno fa scioperarono e scesero in piazza contro la riforma. L’unica cosa da fare è rompere il dialogo e andare compatti, tutti i sindacati, dinanzi al tribunale. Saranno, in tal modo, i giudici a decidere se un docente della scuola pubblica debba essere nominato con modalità analoghe a quelle valide per il comparto privato. Oltraggiando la meritocrazia, la libertà d’insegnamento e la Costituzione.
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Per la determinazione del punteggio finale, tutti i titoli e servizi svolti possono essere determinanti al fine di evitare di finire nella “trappola” dell’esubero, con la Legge 107/2015 che d’ora in poi fa scivolare i malcapitati lavoratori nel marasma degli ambiti territoriali: anche mezzo punto può essere decisivo. E ritrovarsi senza posto perché un terzo del servizio regolarmente svolto da supplente è stato dissolto impropriamente nel nulla è una situazione incresciosa. Ancor di più perché, negli ultimi mesi, diversi giudici hanno più volte detto che le cose non stanno così: a Genova e Torino, solo per citarne due, i tribunali del lavoro hanno dato piena applicazione delle direttive comunitarie e al riconoscimento per intero del periodo di precariato ai fini dell’inquadramento professionale e retributivo, con il lavoratore danneggiato che si è visto assegnare 20mila euro di arretrati.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’orientamento dei tribunali è che il contratto collettivo nazionale risulti illegittimo anche quando differenzia la valutazione del servizio, non soltanto da precario o di ruolo, ma addirittura da mobilità volontaria e d’ufficio. Per questo motivo, i lavoratori della scuola non devono subire passivamente questa norma, ma impugnarla.
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