Il Miur ha ufficializzato il calendario delle mobilitazioni che prenderanno forma diversa a seconda delle sigle sindacali, ma che dovranno tutti rispettare i servizi essenziali stabiliti dalla Legge 146 del 2000.
Il Miur ha ufficializzato il calendario delle mobilitazioni che prenderanno forma diversa a seconda delle sigle sindacali, ma che dovranno tutti rispettare i servizi essenziali stabiliti dalla Legge 146 del 2000.
1) Scioperi degli scrutini, indetti dai sindacati contro la riforma della scuola
Nel sito del MIUR, la proclamazione ufficiale e i link alle modalità stabilite da ciascun sindacato
2) Emendamenti depositati dall’ANIEF, in Senato, lo scorso 28 maggio (d.d.l. n.1934, art.9)
Marcello Pacifico li ha presentati ai membri degli Uffici di Presidenza delle VII commissioni di Palazzo Madama e Montecitorio; riportiamo gli emendamenti relativi all’art. 9, mettendoli a fronte dei corrispondenti articoli d.d.l. n.1934. Domani riporteremo altri emendamenti.
Così risponde l’Anief alle dichiarazioni rilasciate oggi da Stefania Giannini, secondo cui non c'è alcun “bisogno di correttivi al ddl buona scuola, ma di dare al testo una definitiva stesura che lo ripulisca forse di qualche appesantimento e che chiarisca meglio”. Per il ministro, inoltre, a proposito dello sciopero degli scrutini in opposizione al ddl 1934, sarebbe importante che tutto si svolga “nella piena correttezza e che chi dissente lo faccia senza interferire nella vita scolastica”.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Il sindacato non ha alcun interesse a rendere difficoltose le operazioni che portano a concludere l’anno scolastico. Però, se siamo giunti a questo punto, con la stragrande maggioranza del personale contraria alla riforma, non è certo colpa dei lavoratori e di chi li rappresenta. Senza un allargamento delle assunzioni a tutti gli idonei e abilitati, compresi quelli fuori GaE, con almeno 36 mesi di servizio, e senza graduare gli albi territoriali, lo Stato si esporrebbe a dei contenziosi dalle proporzioni incredibili: i giudici nazionali e di Lussemburgo sono stati già molto chiari.
Pubblichiamo alcuni articoli sul DDL Scuola, le 100mila assunzioni a rischio per i tempi troppo stretti? Il pericolo è alto. Festa della Repubblica, sarà davvero triste per il personale della scuola e i dipendenti pubblici senza contratto da 5 anni e ancora al Senato, da domani le Commissioni esaminano 1.960 emendamenti mentre dilaga la protesta che culminerà nel blocco degli scrutini.
1) Esame di Stato conclusivo dei corsi di istruzione secondari di secondo grado - A.s. 2014-2015
Pubblicata l’ordinanza sugli Esami di Stato e la Nota sugli adempimenti di carattere operativo ed organizzativo.
2) Emendamenti depositati dall’ANIEF, al Senato, lo scorso 28 maggio (d.d.l. n.1934 art.8)
Il presidente Pacifico li ha presentati ai membri degli Uffici di Presidenza delle VII commissioni di Palazzo Madama e Montecitorio; riportiamo gli emendamenti relativi all’art.8, a fronte dei corrispondenti articoli d.d.l. n.1334. Domani riporteremo gli emendamenti art.9.
Tra domani e dopodomani il testo di riforma passerà sotta la lente di diverse Commissioni di Palazzo Madama: ad iniziare da quella del Bilancio. Poi sarà la volta di Finanze, Lavoro, Sanità e Politiche europee. Seguiranno Affari costituzionali e Esteri, poi quelle dei Lavori pubblici, dell’Agricoltura e dell’Industria. Sarà cura della Commissione Istruzione raccogliere tutti i pareri e produrre una loro sintesi da esporre in Aula. Dove il voto finale è previsto negli stessi giorni in cui i sindacati hanno deciso di boicottare le valutazioni studentesche (escluse le classi terminali): si parte l’8 giugno.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): purtroppo l’arma dello sciopero è l’ultima ratio per evitare l’approvazione di decisioni e norme incomprensibili, che non porteranno alcuna ‘Buona Scuola’”. Ad iniziare dalla deriva aziendalistica che si vuole dare ai nostri istituti scolastici, affidati ad un dirigente scolastico sempre meno preside e sempre più manager, che distribuisce premi annuali al personale a lui più vicino, che decide quali docenti precari vanno assunti e quali di ruolo meritano di rimanere. Per non parlare delle assunzioni dimezzate, degli stipendi lasciati sotto l’inflazione, degli idonei ai concorsi ancora penalizzati, dei neo-assunti bloccati per tre anni e dei ‘Quota 96’ intrappolati.
Il d.d.l. sulla Scuola: La grande scaltrezza
"Facite ammuina ! Forse questa volta ci liberiamo dalla Scuola pubblica”.
Lo Stato dovrebbe permettere, in qualità di datore di lavoro di oltre 3 milioni e 300mila cittadini, di regolare la loro attività professionale attraverso un contratto che risponda alle norme nazionali ed europee: in tal modo si garantirebbe, ad esempio, la tutela del diritto all’avvicinamento alla famiglia dei lavoratori. Ma anche la possibilità di accesso ai pubblici uffici, all’equa retribuzione, alla giusta pensione e liquidazione al termine della carriera lavorativa. Invece, negli ultimi tempi abbiamo assistito ad una vera escalation di norme contrarie a queste indicazioni. E pure a quelle dell’UE, a tutela del lavoro e delle famiglie dei dipendenti.
La lista degli abusi verso chi opera per lo Stato italiano è lunga. Ad iniziare dai neo assunti nella scuola, costretti, con il beneplacito dei sindacati maggiori, a rinunciare al primo gradone stipendiale: significa che, in mancanza anche del rinnovo contrattuale, sono condannati a percepire lo stipendio minimo, tra i 1.200 e i 1.300 euro, per un decennio. Ma è sui precari che si concentrano maggiori vessazioni.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): in Italia è come se vi fosse una sorta di tassa da pagare sulla stabilizzazione, ogni discorso sulla mobilità dei neo-immessi in ruolo viene rimandato dopo tre anni. In barba al diritto di famiglia e al ricongiungimento ai propri cari anche quando vi sono posti liberi. Il paradosso è che ciò si applica nei confronti dei lavoratori statali, chiamati, per definizione, a difendere quotidianamente il rispetto per le legge e la sua corretta applicazione.
Il disegno di legge AC 3098 già approvato dal Senato, è all’esame della Commissione Affari Costituzionali. Presto arriverà nell’Aula di Montecitorio: i deputati saranno chiamati a valutare le novità sul fronte dell’accesso pensionistico, con danno economico non indifferente per i lavoratori in uscita, sui criteri di valutazione del personale, con lo stipendio fermo da oltre cinque anni, e sulle nuove procedure disciplinari da adottare, mentre i dirigenti e la classe politica continuano ad agire senza conseguenze sul loro operato.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): si intende continuare a considerare il personale statale come esclusivo portatore di doveri. Piuttosto che inasprire le norme sui lavoratori, vessando dei cittadini formati e tutti vincitori di un concorso pubblico, non sarebbe stato più utile frenare l'applicazione sistematica dello 'spoiling system', la cui incidenza negli ultimi anni è schizzata dall’8% al 20%?
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