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Secondo il sindacalista autonomo, la richiesta del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione di valutare gli alunni della primaria con un giudizio riportato nel documento di valutazione e non con la votazione espressa in decimi “va presa in seria considerazione:il voto in decimi, in questo momento sociale e individuale davvero particolare, va evitato: rappresenta una classificazione troppo rigida e razionale rispetto al contesto. Ancora di più perché a determinare la valutazione dell’alunno saranno una lunga serie di fattori, formativi e non sommativi, molto più riconducibili ad un giudizio che un freddo voto numerico”.
Scatta subito la polemica, sarebbero esclusi i docenti inseriti nelle altre graduatorie. Mentre l’ufficio legale di Anief continua a raccogliere le adesioni ai ricorsi per far partecipare ai concorsi attuali banditi ordinari nella scuola secondaria, infanzia-primaria e straordinari nella scuola secondaria, chi ha presentato domanda di accesso al TFA V ciclo.
Nel decreto legge Rilancio, il Governo ha stanziato un finanziamento specifico per i comparti Università e Ricerca che prevede anche l’assunzione in ruolo di migliaia di nuovi ricercatori pure per gli enti di ricerca grazie ad ulteriori 250 milioni: l’iniziativa è stata confermata durante la conferenza stampa sul tema tenuta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sono anche previsti “165 milioni sul Fondo di finanziamento ordinario per allargare l’area no tax degli studenti, poi 40 milioni in più sulle borse di studio, 15 milioni per i dottorati, 62 milioni per l’Alta formazione musicale. Il Fondo per la ricerca First sale di 300 milioni.
“Come Anief – dice il suo leader Marcello Pacifico – siamo convinti che occorra lavorare alacremente per la stabilizzazione dei precari con conseguente stop ai licenziamenti per non perdere professionalità acquisite. Come anche all’avvio della contrattazione per lo smart working e a garantire norme di sicurezza che in questo periodo di pericolo di contagio diventano prioritarie. Dopo lo stanziamento dei fondi mirati, bisogna anche provvedere alla programmazione pluriennale per l’immissione in ruolo dei 4.000 ricercatori e tecnici, dando la priorità a chi è in lista di attesa da lungo tempo. Sull’Afam occorre puntare sulla sperimentazione e sul supporto degli studenti e del personale per l’acquisto degli strumenti”.
Il ministero dell’Istruzione sta predisponendo gli adempimenti per una procedura straordinaria di assunzioni a tempo indeterminato sulla metà dei posti vacanti e disponibili resisi tali per effetto di pensionamenti anticipati previsti dalla modalità introdotta dal Governo M5S-Lega: si tratta, spiega la rivista Orizzonte Scuola, del recupero dei posti non rientranti nel contingente delle assunzioni a tempo indeterminato aventi effetto dall’anno scolastico 2019-2020. Nell’incontro con i sindacati, i dirigenti del MI hanno comunicato che per lo svolgimento delle operazioni mancano ancora precise indicazioni in merito alla procedura ed alla modalità che verranno utilizzate: saranno quindi gli uffici periferici ad organizzarsi autonomamente. A questo proposito, Anief ha chiesto di attivare una modalità telematica che assicuri la partecipazione sia dei candidati convocati che delle organizzazioni sindacali, anche alla luce dell’emergenza sanitaria e la conseguente difficoltà a spostarsi per chi è fuori sede.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “i posti destinati alle immissioni in ruolo risultano molti di meno rispetto a quelli effettivamente realizzati. Inoltre, sarebbe utile che in attesa dell’espletamento dei concorsi pubblici, sarebbe utile compensare le immissioni in ruolo che non potranno effettuarsi per assenza di aspiranti in graduatoria, con le classi di concorso per le quali le graduatorie vedono ancora molti aspiranti. In alcune regioni siamo ancora fermi alle graduatorie del concorso 2016, e con anche i vincitori del 2018 in attesa dell’agognato ruolo”.
Con la pubblicazione della bozza del Decreto Legge Rilancio, si delinea l’assegnazione dei 16 mila posti aggiuntivi nei concorsi scuola: si tratta di 8.000 posti in più per il concorso straordinario secondaria già bandito il 28 aprile scorso per 24.000 posti e 8.000 posti in più per quello ordinario secondaria già bandito per 25.000 posti. E la scuola primaria? E quella dell’infanzia? A chiederlo è il sindacato Anief, il quale lamenta la grave dimenticanza dopo che per il segmento scolastico rivolto ad alunni dai 3 agli 11 anni non è stato nemmeno attivata la procedura riservata, come invece per la secondaria di primo e secondo grado.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “va benissimo avere incrementato le cattedre di medie e superiori, dove vi sono tantissimi vuoti da colmare, ma allo stesso tempo servivano altrettanti e più posti anche per i cicli scolastici precedenti: stiamo parlando degli alunni che a settembre dovranno ricevere maggiori attenzioni e non potranno nemmeno alternare la didattica a distanza con quella in presenza. Siccome la scuola non è un baby parking, con l’esempio del Piemonte che non può di certo andare oltre l’attuale sperimentazione,perché gli allievi vanno affidati sempre e solo ai docenti, diventa a questo punto ancora più indispensabile che le commissioni del Senato approvino la nostra richiesta di formare classi da massimo 15 alunni per classe, così da dare certezza al rientro in presenza dei bambini fino a 11 anni, come pure chiesto nei giorni scorsi al premier Giuseppe Conte da alcuni senatori del M5S della commissione Cultura con un documento ufficiale”.
Anief ricorre al Tar del Lazio avverso l’esclusione dal concorso straordinario 2020 scuola secondaria di I e II grado per il personale con tre anni di servizio svolto nelle scuole statali computando anche il servizio svolto nelle scuole infanzia/primaria. Si specifica che la partecipazione al ricorso è possibile se i tre anni di servizio nelle scuole statali sono stati svolti con almeno 180 giorni per anno scolastico o con servizio continuativo dal 1° febbraio agli scrutini finali
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L'Anief ha incontrato oggi alle 15.30, in videoconferenza, i funzionari del Ministero dell'Istruzione per un'informativa sulle operazioni delle assunzioni a tempo indeterminato sui 4.500 posti “quota 100” in tutti gli ordini di scuola.
Marcello Pacifico (Anief): “Assumere su tutti i 9.000 posti vacanti derivanti in parte dai pensionamenti di quota 100 e per circa 2.500 posti da altre forme di anticipo pensionistico. In attesa dei ruoli per l’a.s. 2020/21 il MIUR assicuri che tutti i posti non coperti dalle imminenti immissioni in ruolo vengano destinati alla mobilità”.
Sui concorsi, per portare in ruolo 80 mila nuovi docenti su meno della metà dei posti vacanti, siamo alla stretta finale, ma le posizioni dei partiti di maggioranza sulle modalità di svolgimento continuano ad essere ben diverse. È quanto emerso oggi, a seguito delle ultime dichiarazioni sul tema dell’immediato reclutamento. All’ora di pranzo, in Audizione alla Camera la ministra Lucia Azzolina ha rivendicato la pubblicazione dei tre bandi di concorso pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 28 aprile scorso definendola “un grande risultato, che tutto il Governo può rivendicare con orgoglio. È mio impegno assumere i precari a settembre e ho sempre lavorato in questa direzione”. Disco verde dalla titolare del MI anche per la trasformazione delle graduatorie d’istituto in provinciali “digitalizzando tutto”. Il Pd però sostiene che non vi sono le condizioni per svolgere i concorsi a breve e rilancia le selezioni per titoli.
“Se le cose stanno così – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – al compimento dell’opera, per salvare la scuola dal caos assicurato in corrispondenza dell’inizio del prossimo anno scolastico, mancano solo pochi tasselli: il primo è quello di permettere l’immissione in ruolo su graduatorie d’istituto. Non utilizzarle per le stabilizzazioni sarebbe un peccato capitale, perché lascerebbe tantissimi posti ai precari senza esperienza, da individuare tramite Mad, e renderebbe inutile anche quest’anno l’autorizzazione del contingente di assunzioni in ruolo da parte del ministero delle Finanze, come è accaduto nel 2018 e la scorsa estate, quando oltre la metà delle quasi 60 mila convocazioni andarono perse per mancanza di aspiranti”.
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