Si delinea il lungo percorso che, dalla pubblicazione del bando sino all’effettiva immissione in ruolo, comporterà non pochi anni d’attesa prima di assistere a vere e proprie immissioni in ruolo: potranno essere 4-5 anni per i soli laureati, almeno un paio per gli attuali abilitati all’insegnamento. Il docente vincitore di concorso, anche riservato, inoltre, rimarrà a lungo precario. Anzi, il paradosso è che oggi guadagna di più di quello che andrà a percepire, all’inizio, con il nuovo modello formativo-selettivo. Inoltre, fino all’ultimo momento potrà essere considerato non più idoneo alla professione. Per il sindacato è illegittimo cancellare da Graduatoria ad Esaurimento o di Merito chi ha un contratto a tempo determinato: questi docenti, sempre con titoli e 36 mesi di servizio, come ci dice l’UE dal 1999, andavano assunti subito. Sono laureati, selezionati, abilitati. E per quelli che non lo sono, bastava riconoscere loro un anno di corso accademico per confermare l’abilitazione che hanno conseguito nel campo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Perché inventare nuove graduatorie per assumere qualcuno con tre anni di ritardo? Ancora di più perché i destinatari sono già collocati in graduatorie ben definite. Lo svolgere un contratto da supplente a stipendio iniziale dopo essere stato inserito nelle Grame non equivale poi all'assunzioni nei ruoli. Come è assurdo bandire nuovi concorsi riservati, quando un terzo dei posti destinati alle prossime assunzioni andrà vacante per il mancato aggiornamento e la chiusura delle GaE. È una decisione illogica, che allontana l’Italia dalle sentenze della Suprema Corte di Giustizia Europea: il modello escogitato non tiene conto nemmeno delle migliaia di espressioni dei giudici del lavoro che condannano lo Stato italiano al risarcimento danni e al pagamento degli scatti automatici anche ai precari, oltre al fatto che la questione dei risarcimenti è tornata proprio in questi giorni a Lussemburgo per un nuovo esame.
Anief, pertanto, invita il personale non assunto ad aderire ai ricorsi per la stabilizzazione, gli scatti di stipendio non percepiti e anche per il conferimento dei mesi estivi non corrisposti: per maggiori informazioni ed eventualmente aderire cliccare qui.
Il prof pugliese stravince il concorso della sua disciplina d’insegnamento, prende atto della disponibilità dei posti, assaporando l’assunzione a tempo indeterminato, ma poi viene travolto da una doccia ghiacciata: riceve una e-mail dall'Ufficio scolastico della Puglia, nella quale c’è scritto che alle operazioni di assunzione non potrà partecipare, ‘in quanto non destinatario di proposta di nomina a tempo indeterminato per superamento limiti d'età’. Il docente, in pratica, viene considerato troppo vicino alla pensione. Peccato che non riceverà mai l’assegno di quiescenza e che la legge non preveda queste esclusioni. Tanto è vero che nessuna opposizione viene attuata in Sicilia per una maestra classe 1948, quindi più grande di lui di tre anni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Questo caso dimostra come gli uffici siano messi nelle condizioni di operare senza indicazioni precise. Decretando diversità di trattamento dei lavoratori, oltre a creare i presupposti per l’allargamento dei contraddittori e dei ricorsi in tribunale. Perché è chiaro che un docente che arriva a un passo dal ruolo, e lo vede sfumare, non può rimanere con le mani in mano. La riscontriamo sistematicamente, ad esempio, nella cronica diversità di trattamento del personale non di ruolo rispetto a quello assunto a tempo indeterminato. Per non parlare di quello che sta accadendo in questi giorni con le assegnazioni provvisorie, con il certificato di convivenza col genitore che può essere considerato valido o meno a seconda della provincia che lo gestisce. Anche in questi casi la vicenda non può non avere una coda giudiziaria.
Anief ricorda che sul diritto al giusto risarcimento e sulla stabilizzazione, il sindacato ha notificato reclami alla Commissione delle Petizioni del Parlamento europeo, una serie di denunce al Consiglio d’Europa, oltre che ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, mentre l’intera questione del quantum del risarcimento è sotto le lenti nuovamente della Corte di giustizia europea. Già in autunno le questioni potrebbero assumere contorni più chiari. Tutti gli interessanti possono ancora aderire al ricorso per gli scatti di anzianità oppure al ricorso avverso l’incompleto decreto di ricostruzione di carriera.
Non c'è pace per il Miur in tribunale quando in aula arrivano i legali Anief che agiscono a tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola da anni sfruttati dal MIUR con contratti illecitamente reiterati in palese violazione delle norme comunitarie. Nelle ultime settimane sono ben sette i successi ottenuti sia in primo grado (Tribunale di Vicenza) sia in secondo grado (Corte d'Appello di Bari) dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Maria Maniscalco e Michele Ursini che fanno condannare il Ministero dell'Istruzione al risarcimento del danno e al riconoscimento delle progressioni stipendiali mai corrisposte. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief per ottenere gli scatti di anzianità e il risarcimento del danno per il periodo di precariato svolto oltre i 36 mesi di servizio su posto vacante.
Le istituzioni pubbliche che gestiscono e influiscono direttamente sul sistema pensionistico italiano sono diventate intransigenti: pur di far quadrare i conti pubblici, sulla pelle dei lavoratori, si vuole arrivare alla pensione di anzianità a 67+3 mesi già nel 2021, poi a 68+1 mese nel 2031, a 68+11 mesi nel 2041 fino ai 69+9 mesi nel 2051. Rimangono poche le chance di riuscita degli appelli formulati nei giorni scorsi a tutti i parlamentari dai presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato perché si approvi una norma che permetta il rinvio strutturale dell'adeguamento dell'età di pensionamento alle aspettative di vita. Anief-Cisal ritiene inaccettabile la rigida posizione assunta dall’Inps e dalla Ragioneria dello Stato, perché si ragiona come se tutte le professioni fossero uguali. Come se fosse possibile assolvere in toto le responsabilità che comportano certi lavori, prescindendo dalla loro consistenza. Un esempio per tutti: gli insegnanti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il problema della qualità del lavoro svolto esiste, tanto che con l’Ape Social nella lista delle professioni più logoranti è presente anche quella del maestro d’infanzia. È un dato di fatto che in altri Paesi europei, come la Germania, si continua ad andare in pensione dopo 24 anni di insegnamento. Da noi, invece, si sta rasentando l’assurdo di superare i già elevati limiti imposti con la riforma Fornero: si sta andando verso una pensione che non andrà oltre il 45% dell’ultimo stipendio. Stipendi, tra l’altro, da 10 anni nemmeno adeguati all’inflazione. Eppure il corpo insegnante italiano è il più vecchio al mondo e ad alto rischio burnout. A pensare che un cittadino possa insegnare a 70 anni come a 30, rimangono solo coloro che hanno introdotto delle norme che guardano ottusamente ai conti dello Stato, senza pensare che i destinatari sono persone in carne e ossa che dopo decenni di lavoro meriterebbero rispetto e non elemosine.
È possibile chiedere una consulenza personalizzata a Cedan per sapere se si ha diritto ad andare in quiescenza prima dei termini contributivi e di vecchiaia previsti dalla legge e per scoprire il valore dell’assegno pensionistico. Oltre che ulteriori servizi. Per contatti, collegarsi al sito internet.
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