I pochi soldi assegnati dal CCNL 2016/2018 ai colleghi di ruolo o supplenti annuali o al termine delle attività didattiche sono invece negati a chi ha sottoscritto supplenze per periodi più ridotti: nel cedolino NoiPA di maggio non risultano caricati e senza alcuna motivazione. Anief mette a disposizione un modello di diffida - messa in mora per sbloccare i pagamenti entro due settimane.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Perché gli unici a non essere pagati nei tempi previsti devono essere i supplenti brevi e saltuari? Chi gestisce l’amministrazione pubblica continua ad operare come se debbano esistere dei precari di serie A e di serie B. Tutto questo è intollerabile e per tale motivavo come Anief abbiamo messo a disposizione un modello di diffida e di messa in mora, da inviare per PEC alla Ragioneria provinciale dello Stato. Se entro il mese di giugno non arriveranno stipendi, arretrati e aumenti apriremo su richiesta una specifica vertenza legale con il recupero di tutti gli interessi maturati.
Nuova vittoria del sindacato Udir che ha permesso ad una preside del primo ciclo di fare il Presidente in una delle Commissioni degli Esami di Stato della scuola secondaria superiore: il Tar laziale annulla quelle parti della Circolare 4537/18 e della Nota Miur 6078/18 che la volevano ingiustamente esclusa, per via di una serie di “paletti” tirati su senza alcuna motivazione. Nella sentenza, pubblicata il 26 maggio, il giudice del tribunale ammnistrativo ha condannato il Miur e ha accolto la domanda della ricorrente che chiedeva l'annullamento previa sospensione dell'efficacia della Circolare Miur sugli Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d'istruzione secondaria di secondo grado.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Udir): I paletti voluti dal Miur sono stati censurati dai legali del nostro sindacato, considerando anche che dal 2008 è stato introdotto il ruolo unico della categoria: va ricordato, infatti, che i dirigenti scolastici possono essere nominati prescindendo dal grado scolastico dove operano. Far venire meno questo concetto è illogico e discriminante e i giudici lo stanno confermando in modo inequivocabile. Ci batteremo nei tribunali, fino a quando la giustizia non sarà riassettata per tutti i potenziali candidati a ricoprire quel ruolo.
ROMA, 26 MAG - Il nuovo inquilino di viale Trastevere dovrà riuscire a mettere in pratica il programma sulla scuola contenuto nel Contratto di governo M5S-Lega dovendo fare a meno di 160 milioni di euro nei prossimi tre anni. A sostenerlo è il sindacato Anief, secondo il quale conti alla mano, dai documenti interministeriali emerge che ci sono tagli importanti sia nella scuola, sia nei fondi destinati alla formazione. Nei primi due anni le scuole dovranno fare a meno di 36 milioni di euro (sia per il 2018 che per il 2019) e scendere di altri 35 milioni di euro alla fine del triennio. Lo stesso dicasi per i tagli ai fondi destinati all'offerta formativa che saranno di 18 milioni per quest'anno, di 19 milioni per il prossimo e di poco più di 17 milioni per il 2020. "Si va a tagliare al cuore della scuola, sulle spese vive di prima necessità. È come se agli ospedali si andassero a tagliare i materiali per le operazioni chirurgiche e per la gestione dei pazienti. È un andare inaccettabile", commenta Marcello Pacifico, leader di Anief. Anche "La tecnica della scuola" fa notare che il rinnovo contrattuale (quello appena firmato scadrà già il 31 dicembre prossimo) e la perequazione saranno le prime grande che si troverà il nuovo titolare del Miur. Per gli stipendi più bassi, infatti, è stato introdotto un meccanismo di perequazione in modo da consentire a tutti di arrivare almeno a 80 euro di aumento lordo. Ma questa perequazione scade a dicembre e quindi - se non ci saranno interventi tempestivi - a gennaio gli stipendi di un buon 50% dei dipendenti della scuola diminuiranno: il "taglio" sarà tanto più consistente quanto più basso è lo stipendio, e si andrà quindi da un manciata di euro (3-4) per i docenti con una anzianità media fino ai 29 euro di decurtazione per gli Ata con meno di 10 anni di anzianità. A questo si aggiunge la questione del rinnovo contrattuale: quello appena firmato, infatti, scadrà già il 31 dicembre prossimo. Il problema a medio termine riguarderà il rinnovo contrattuale (quello appena firmato scadrà già il 31 dicembre prossimo) ma già da subito bisognerà dare risposta alla questione del cosiddetto "elemento perequativo" introdotto proprio con il contratto 2016/2018. Se infine con la legge finanziaria del 2019 il nuovo Governo dovesse decidere anche di cancellare il bonus introdotto dal governo Renzi di 80 euro mensili per gli stipendi più bassi, per molti insegnanti e per tutto il personale Ata il taglio potrebbe diventare insopportabile. (ANSA).
Nuova vittoria targata Anief nella battaglia per il giusto riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie. Stavolta è il TAR Lazio a dar ragione al nostro sindacato e a riconoscere il diritto all'attribuzione del punteggio intero agli anni di servizio svolti nelle scuole paritarie, anche ai fini della compilazione delle cosiddette graduatorie “ATA 24 mesi”. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): nuova vittoria contro le ingiuste discriminazioni.
Il TAR del Lazio dà ragione ai legali Anief Michele Speranza e Elena Boccanfuso e sospende l'efficacia della Nota Miur n. 8654/2017 e dei successivi atti emanati anche dagli UU.SS.RR. competenti per l'indizione dei concorsi per soli titoli volti all'accesso ai ruoli provinciali relativi ai profili professionali dell'area A e B del personale ATA (c.d. graduatorie ATA 24 mesi), dichiarando il diritto dei ricorrenti, nella qualità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, ad ottenere la valutazione per intero del servizio prestato nelle scuole paritarie ai fini della compilazione delle relative graduatorie d'interesse. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Ancora una volta abbiamo portato avanti una battaglia vincente promossa contro l'ingiusta discriminazione del servizio svolto nelle scuole paritarie che nelle graduatorie “per soli titoli” del personale ATA viene valutato la metà del punteggio rispetto a quello prestato nella statale. La normativa di settore è chiara, invece, nel definire l'equiparazione tra le due tipologie di servizio che, pertanto, non possono essere valutate in modo differente dal Miur”.
A confermare la tesi di Udir è un altro tribunale, quello di Napoli, sezione lavoro, che ha accolto la tesi di un legale che opera per il giovane sindacato, l’avvocato Michele Speranza. Ciò significa che si sta sempre più delineando a favore dei ricorrenti la battaglia che riconosce ai dirigenti scolastici vincitori degli ultimi concorsi la perequazione interna per la retribuzione di anzianità. Per chi è diventato preside dopo il 2001 vanno restituiti 380 euro al mese. Esemplare il caso della dirigente scolastica campana ricorrente, ex docente vincitrice del concorso ordinario di categoria, a cui è stata assegnata l’importante somma risarcitoria.
Udir ricorda che sono sempre attivi i ricorsi per recuperare Fun, Ria e Perequazione esterna.
Stamane la chiesa cristiana ricorda San Filippo Neri, nobile fiorentino che, trasferitosi a Roma, divenne sacerdote e punto di riferimento dei suoi “allievi”. Incline a schierarsi sempre a fianco dei più deboli, era consigliere e Maestro dei più giovani: aveva tanto a cuore i problemi dei ragazzi da impiegare gran parte della sua giornata all’ascolto delle loro preoccupazioni e a dispensare motti pieni di sapienza; famosa la sua frase “State buoni, se potete” attraverso la quale li invitava alla bontà, alla gioia, all’allegrezza. Da lì diede vita ad incontri coi giovani e alla costituzione dell’Oratorio. Per questo attaccamento agli adolescenti, per il senso di sacrificio che lo portava a non stancarsi mai di porgere una parola benevola e un ammaestramento di vita, San Filippo Neri è stato eletto a protettore dei bambini, dei giovani e degli insegnanti.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): In questo giorno, il pensiero va a chi presta con rettitudine il servizio presso le nostre scuole. Il lavoro del Maestro e quello del Professore denotano un grande senso di responsabilità, di attaccamento ai valori: la Scuola è una grande famiglia e i docenti spesso sacrificano tempo prezioso per le attività, sottratto anche ai propri affetti, per portare avanti la missione dell’insegnante. Purtroppo la nostra istituzione scolastica, tenuta sempre in grande considerazione dagli italiani, non vive un momento roseo: il nuovo contratto non tutela docenti e Ata, spesso i nostri insegnanti soffrono di patologie derivanti da una forte esposizione allo stress e gli aumenti in arrivo nel mese di giugno saranno irrisori. Per non parlare delle “mance”, qualche centinaio di euro, che dopodomani arriveranno come arretrati. Noi ci battiamo, dalla fondazione di Anief, affinché gli insegnati possano vedere riconosciuti i loro sacrifici e i meriti.
Il primo inquilino di viale Trastevere, in procinto di essere nominato assieme al primo Governo della XVIII legislatura, dovrà riuscire a mettere in pratica il programma sulla scuola contenuto nel Contratto di governo M5S-Lega dovendo fare a meno di 160 milioni di euro nei prossimi tre anni: è l’eredità pesante lasciata dal Governo uscente. Conti alla mano, dai documenti interministeriali emerge che ci sono tagli importanti sia nella scuola, sia nei fondi destinati alla formazione. Nei primi due anni le scuole dovranno fare a meno di 36 milioni di euro (sia per il 2018 che per il 2019) e scendere di altri 35 milioni di euro alla fine del triennio. Lo stesso dicasi per i tagli ai fondi destinati all’offerta formativa che saranno di 18 milioni per quest’anno, di 19 milioni per il prossimo e di poco più di 17 milioni per il 2020.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Si va a tagliare al cuore della scuola, sulle spese vive di prima necessità. È come se agli ospedali si andassero a tagliare i materiali per le operazioni chirurgiche e per la gestione dei pazienti. È un andare inaccettabile. Spetterà al nuovo ministro informare immediatamente il Governo della presenza di questo ulteriore “fardello”, in modo che l’esecutivo possa emanare un decreto soppressivo, trovando le risorse utili a coprire le economie previste della maggioranza uscente. Al nuovo Governo chiediamo di introdurre una politica opposta: la scuola ha bisogno estremo di risorse, considerando che gli investimenti rispetto al Pil sono fortemente sottodimensionati rispetto a tutti i Paesi moderni. Occorre contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico, ridurre il numero di alunni per classe, trasformare i 100mila posti in organico di fatto in organico di diritto, la metà dei quali su sostegno, stabilizzandovi tutti i precari storici, i diplomati magistrale e coloro che, in possesso di abilitazione, hanno svolto tre anni di supplenze. Il tempo della spending review è finito, altrimenti la scuola finirà nel baratro.
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