Trovano conferma le riserve del Governo verso l’applicazione dell’autonomia differenziata applicata all’Istruzione pubblica. Nei mesi scorsi, il titolare degli Affari Regionali aveva risposto alle pressioni dei governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dichiarando che “la scuola è dello Stato e ha un profilo unico”, per cui “non c’è nessun margine di trattativa” sui “concorsi dei docenti”. Adesso Francesco Boccia torna sull’argomento e ribadisce che come ministro ha “dovuto spiegare ad alcune regioni del nord che vanno tenuti fermi i principi della continuità didattica e dell’unità della scuola, da nord a sud, nei grandi centri urbani e nelle aree interne”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, interviene sul tema ricordando che “la sentenza n. 242 del 2011, emessa dalla Corte Costituzionale, ha confermato l’inapplicabilità delle istanze regionaliste sulla scuola: nella fattispecie, la valutazione dei punteggi nel reclutamento del corpo docente, diversa da quella concordata con lo Stato a livello nazionale, non è praticabile, nemmeno nelle province a statuto speciale. Allo stesso modo, teniamo a ricordare al ministro per gli Affari regionali che la regionalizzazione di altre funzioni, come la formazione delle scuole e delle classi, debba continuare a mantenere dei parametri nazionali, anche se sganciata dagli attuali rigidi parametri e legandola invece più alle esigenze del territorio: il pericolo da scongiurare è che l’interesse politico-locale possa prevalere sulla formazione degli alunni e sul diritto allo studio. Ecco perché occorre mantenere una cabina di regia nazionale”