Ad ottobre si svolgeranno le prove scritte del Concorso Dsga. È fondamentale prepararsi con largo anticipo alle selezioni che saranno molto difficili
Ad ottobre si svolgeranno le prove scritte del Concorso Dsga. È fondamentale prepararsi con largo anticipo alle selezioni che saranno molto difficili
I precari della scuola scendono ancora in piazza: lo hanno fatto oggi, davanti a Montecitorio, quelli della terza fascia d'Istituto, per i quali il governo uscente aveva previsto, con il decreto approvato in Cdm a inizio agosto ma mai pubblicato in Gazzetta Ufficiale, l'avvio di corsi abilitanti attraverso i cosiddetti Pas
Il Direttore Generale dell’Usr piemontese lancia l’allarme sulla mancanza di docenti, che all’ombra delle Alpi assume ogni giorno contorni più drammatici. “Abbiamo bisogno di un concorso per riuscire a migliorare una situazione che si sta aggravando”, ha dichiarato in una lunga intervista rilasciata all’edizione torinese di Repubblica. Il giovane sindacato rappresentativo condivide in larga misura la sua analisi, ma va detto che le procedure concorsuali non bastano a risolvere il problema. Lo dimostra il fatto che ancora quest’anno si è attinto alle graduatorie di merito di due concorsi (quello ordinario del 2016 e quello straordinario del 2018) e la situazione è paradossalmente peggiorata. Bisogna tornare al doppio canale con la riapertura delle GaE, l’abilitazione rapida e gratuita di tutti i precari con almeno tre anni di servizio, l’utilizzo delle graduatorie d’istituto anche per le assunzioni a tempo indeterminato e non solo per le supplenze, come invece accade oggi.
Marco Giordano (Anief Piemonte): La situazione è grave non perché manchino i prof, ma solo perché non c’è il coraggio di assumerli stabilmente. Serve un profondo ripensamento del sistema di reclutamento, è sempre più evidente che i concorsi da soli non bastano per una macchina complessa come quella della Scuola e bisogna attingere per forza di cose anche dagli altri canali.
Appello dell'associazione sindacale Anief al nuovo Governo che sta nascendo: "Sempre meno figli, sempre meno iscritti. Non riduca la spesa, subito un decreto salva-scuola. Secondo l'Anief, infatti, "il calo di iscrizioni non deve incidere assolutamente negli organici: questi vanno non solo mantenuti, ma in alcune circostanze maggiorati. Prima di tutto assorbendo nei ruoli tutto il precariato storico, fatto di personale già selezionato e con comprovate capacità d'insegnamento. Poi puntando su un'Istruzione di qualità, anche valorizzando docenti e Ata con stipendi finalmente adeguati al prestigioso ruolo che ricoprono"
Devono essere progressivamente immessi in ruolo tutti coloro che hanno superato i 36 mesi di supplenze, come dice l’UE da vent’anni, anche riaprendo le GaE e utilizzando al meglio le graduatorie derivanti dai concorsi (Gm e Gmre). Per le graduatorie di merito dei concorsi ordinari e straordinari, invece, è necessario sbloccare, a domanda, le assunzioni a livello nazionale anche su altre regioni. Invece, in Italia il nuovo anno scolastico inizia nel peggiore dei modi: con 20 mila posti su quota 100 che potevano essere dati in ruolo; ancora di più avanzati dalle assunzioni andate deserte per colpa della cattiva gestione del reclutamento e un numero inaudito di supplenze annuali. Con queste dichiarazioni il presidente Anief, Marcello Pacifico, commenta le ragioni dei manifestanti, mentre il Governo che dovrà prendere le opportune decisioni si accinge a costituirsi con il giuramento di rito.
Secondo l’Anief, il calo di iscrizioni non deve incidere assolutamente negli organici: questi vanno non solo mantenuti, ma in alcune circostanze maggiorati. Prima di tutto assorbendo nei ruoli tutto il precariato storico, fatto di personale già selezionato e con comprovate capacità d’insegnamento. Poi puntando su un’Istruzione di qualità, anche valorizzando docenti e Ata con stipendi finalmente adeguati al prestigioso ruolo che ricoprono.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Sulla scuola, per i nostri nuovi governanti c’è solo da scegliere tra la tentazione di fare ancora una volta cassa, come del resto giù previsto dall’ultimo Documento di economia a finanza, che ha fissato riduzioni progressive di spesa pubblica fino al 2040, approfittando proprio del calo delle nascite: in questo modo, si procederebbe a tagliare classi, scuole, organici e risorse da riversare agli istituti scolastici, introducendo un progressivo dimensionamento, come quello avviato dall’ultimo governo Berlusconi, in quel caso creando classi pollaio, riducendo tempo scuola e compresenze con la denatalità che era ancora agli inizi. L’altra strada da percorrere è quella che indichiamo noi: approfittare di questa situazione per puntare dritto a una scuola di qualità, fatta di non più di 20 alunni per classe, di organici potenziati nelle aree a rischio, introducendo una didattica per livelli con più docenti impegnati in contemporanea, il riammodernamento delle strutture, stipendi adeguati e la cancellazione di tutte le diversità di trattamento del personale precario”
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A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, atti vandalici in una scuola a Palermo. I danni sono corposi: muri imbrattati, estintori svuotati, armadi distrutti, materiale didattico fatto a pezzi. Francesca Lo Nigro (dirigente della direzione didattica Gabelli): È come se fosse passato un ciclone. Con il chiaro intento di distruggere e basta, non di rubare.
Marcello Pacifico (presidente Udir): Le scuole collocate in aree più a rischio, con alti tassi di abbandono e scarso tessuto socio-culturale, vanno sostenute grazie al coinvolgimento formale di esperti esterni, psicologi, assistenti sociali, di una rete territoriale che possa intervenire in particolari momenti critici.
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