Devono essere progressivamente immessi in ruolo tutti coloro che hanno superato i 36 mesi di supplenze, come dice l’UE da vent’anni, anche riaprendo le GaE e utilizzando al meglio le graduatorie derivanti dai concorsi (Gm e Gmre). Per le graduatorie di merito dei concorsi ordinari e straordinari, invece, è necessario sbloccare, a domanda, le assunzioni a livello nazionale anche su altre regioni. Invece, in Italia il nuovo anno scolastico inizia nel peggiore dei modi: con 20 mila posti su quota 100 che potevano essere dati in ruolo; ancora di più avanzati dalle assunzioni andate deserte per colpa della cattiva gestione del reclutamento e un numero inaudito di supplenze annuali. Con queste dichiarazioni il presidente Anief, Marcello Pacifico, commenta le ragioni dei manifestanti, mentre il Governo che dovrà prendere le opportune decisioni si accinge a costituirsi con il giuramento di rito.
I precari della scuola scendono ancora in piazza: lo hanno fatto oggi, davanti Montecitorio, quelli della terza fascia d’Istituto, per i quali il Governo uscente aveva previsto, con il decreto approvato in CdM ad inizio agosto ma mai pubblicato in Gazzetta Ufficiale, l’avvio di corsi abilitanti attraverso i cosiddetti Pas. Si tratta, scrive Orizzonte Scuola, di supplenti “con anzianità di servizio, dai 35 ai 50 anni, con al seguito i familiari, giunti da tutte le regioni d’ Italia per protestare nella capitale reclamando i propri diritti”.
I manifestanti hanno ricordato che lo scorso 24 aprile a Palazzo Chigi tra “le varie rappresentanze sindacali ed alla presenza del ministro all’istruzione e del presidente del consiglio Giuseppe Conte è stata sottoscritta e firmata l’intesa a favore del decreto “salva- precari” che avrebbe garantito a questo segmento della categoria di precari storici, 55.000 famiglie, di seguire un percorso abilitante ed una conseguente stabilizzazione attraverso un Concorso straordinario”.
I precari ricordano, giustamente, che “l’Europa, non dimentichiamolo, ha parlato chiaramente di infrazione ed abuso del precariato nel pubblico impiego”. E che nel M5S “sulla piattaforma Rousseau, il 79,50 % dei votanti si è detto favorevole ad un’intesa fra due schieramenti politici che si spera non debbano ostacolare il processo messo in atto dal Governo uscente e voluto dallo stesso presidente del consiglio affinché i prof, precari non siano sfruttati dallo Stato, ma rispettati e stabilizzati come accade in tutti Paesi democratici”.
Per Anief non è possibile avere quasi 200 mila supplenze annuali, di cui oltre 50 mila ad insegnanti di sostegno, con l’80 per cento pure senza specializzazione, e poi avere tantissimi docenti precari arruolabili e invece lasciati ai margini perché così lo Stato continua a lucrare sui mesi estivi, sulle ricostruzioni di carriera e sugli stipendi fermi al minimo. Con la beffa finale di assistere poi all’assegnazione di supplenti fuori graduatoria, attraverso le cosiddette MAD. Il giovane sindacato ha già detto che tra i colpevoli di questa situazione c’è sicuramente il ministro Marco Bussetti, che infatti nessuno rimpiangerà.
“Con l’avvio di questo nuovo Governo giallo-rosso – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief – ci accingiamo a vivere una nuova politica. Anche della scuola. La nostra speranza è che si volti pagina, dimostrando con i fatti di volere assorbire nei ruoli dello Stato chi da anni porta avanti a testa china la didattica con compensi da fame e senza avere alcuna prospettiva sul futuro professionale: è l’ora della svolta, confidiamo nella sensibilità del nuovo esecutivo e di chi lo guiderà perché davvero si proceda in questa direzione”.
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