Pacifico_20190823_ok from Anief on Vimeo.
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"Con la crisi di governo i sindacati maggiori si rivolgono alle forze politiche per salvare il decreto precari della scuola ma è sola propaganda e opportunismo perché la maggioranza che ha approvato quelle intese non esiste più. Anief attende la formazione di un nuovo esecutivo per portare avanti subito i sei punti di legislatura sulla scuola: adeguamento degli organici di fatto a quelli di diritto e organici differenziati per territorio; reclutamento dalle attuali graduatorie (gae, gm, gmre, gi); stabilizzazione dei precari docenti, ata, educatori e assistenti alla comunicazione, lsu; conferma dei ruoli degli insegnanti assunti con riserva dopo il superamento dell'anno di prova; parità di trattamento tra personale precario e di ruolo con rivisitazione della ricostruzione di carriera; utilizzo delle risorse risparmiate nella scuola per rinnovare i contratti immediatamente con aumenti medi di 200 euro mensili e mobilità ordinaria annuale insieme a corsi abilitanti ordinari". E' quanto si legge in una nota dell'Anief
Per stabilizzare circa 12 mila Lavoratori socialmente utili da assorbire nei ruoli per volontà politica, si sono sottratte altrettante unità di personale ai collaboratori scolastici. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Senza aver nulla da eccepire per l’operazione di stabilizzazione degli Lsu, che andavano giustamente immessi in ruolo, il nostro sindacato autonomo ritiene incomprensibile il motivo per cui quella quota di posti è stata sottratta a un altro contingente di personale: i posti, in pratica, dovevano essere lasciati al personale supplente della scuola, che ha anche responsabilità e competenze diverse. Non siamo rimasti a guardare e ci siamo subito mossi per tutelare il personale precario danneggiato, perché costretto a rimandare a chissà quando l’assunzione in ruolo e che in molti casi non avrà nemmeno più la supplenza annuale perché ben 12 mila posti si sono dissolti nel nulla”
Le differenze di trattamento tra il personale assunto a tempo indeterminato e quello precario, anche quello contrattualizzato continuativamente, riguardano aspetti lavorativi svariati: dall’entità degli stipendi, con quello dei supplenti bloccato al livello iniziale, alla somministrazione del bonus annuale per l’aggiornamento, precluso ai precari, sino alla concessione di ferie e permessi. Su questi ultimi, le differenze sono abissali: al personale docente, educativo ed Ata assunto a tempo determinato sono concessi permessi per la partecipazione a concorsi o esami, nel limite di otto giorni complessivi per anno scolastico, compresi quelli per il viaggio, ma non vengono retribuiti. E lo stesso vale per i sei giorni di ferie chieste dal dipendente precario nel corso delle attività didattiche: devono essere sempre legate in modo esplicito a motivi personali e familiari.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Si tratta di una differenza inaccettabile. Così come disposto, il contratto di lavoro è addirittura contraddittorio: vale infatti il principio della concessione di permessi e ferie, ma poi le corrispondenti giornate si sottraggono dallo stipendio. Così non va. Lo faremo presente in contrattazione nazionale, in qualità di sindacato rappresentativo, facendo di tutto per cambiare il nuovo dispositivo che regola il rapporto di lavoro del personale della scuola. Qualora l’amministrazione dovesse opporsi, confermando questa assurda discriminazione, la pratica passerà al nostro ufficio legale che predisporrà specifico ricorso nelle sedi legali opportune anche sovranazionali”.
È in corso il dibattito sull’entrata in vigore della legge che introdurrebbe l’educazione civica come materia con voto autonomo.
L’insegnamento trasversale dell’educazione civica come materia con voto autonomo potrebbe, a breve, essere attivato – attraverso un escamotage ministeriale – nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado e ad esso saranno destinate 33 ore annuali, svolte nell’ambito del monte orario obbligatorio; non è dunque previsto alcun incremento orario.
Con la fine del Governo gialloverde e le consultazioni dei leader politici da parte del Capo dello Stato, si chiude uno delle più buie gestioni dell’istruzione italiana, con il mondo della scuola che non a caso “saluta Bussetti senza rimpianti”: a spiegarne i motivi, con tanto di “numeri di un fallimento annunciato”, è la stampa specializzata, che descrive il personale scolastico “profondamente deluso dalla gestione del ministro leghista, tra progetti di autonomia differenziata e carenza di soluzioni concrete per l’annoso problema del precariato”. È notizia di queste ore che solo in Veneto ci sono quasi 8 mila cattedre destinate ai precari, di cui 2.284 di sostegno.
Secondo il presidente Anief Marcello Pacifico, “il ministro leghista Marco Bussetti non ha attuato nemmeno una delle disposizioni prioritarie da noi presentate, peraltro oggettivamente attuabili senza oneri particolari, e ora si appresta ad abbandonare il palazzo di Viale Trastevere lasciando in eredità un numero inaudito di cattedre scoperte nel Paese con il record di precari, dei concorsi ordinari e straordinari in alto mare, i corsi abilitanti rivolti al personale che ha svolto almeno 36 mesi di servizio mai partiti, degli stipendi indegni. Secondo noi, nemmeno impegnandosi di buona lena, si sarebbe potuto fare peggio”.
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