Premesso che coloro che coprono un posto senza ragioni sostitutive hanno pieno diritto a chiederne la proroga sino al prossimo 31 agosto e a diffidare il Miur qualora ottengano ancora risposte equivoche, Anief ricorda che tutti gli altri docenti hanno facoltà di chiedere il pagamento delle ferie non godute, pari a circa 2 giorni e mezzo ogni 30 giorni di servizio. Tra le varie sentenze favorevoli, ricordiamo quella della Corte d’Appello dell’Aquila, che ha accolto l’appello di una docente precaria e bocciato il blocco imposto dalla Legge di Stabilità 2013. Collocare i precari in ferie d’ufficio, come fanno alcuni dirigenti, significa voler infierire contro i lavoratori più indifesi oltre che non rispettare le indicazioni UE e contraddire i pareri espressi sullo stesso tema dalla Cassazione.
Per il sindacato, pertanto, è illegittimo il mancato pagamento delle ferie non fruite e incostituzionale il blocco della monetizzazione negli anni scolastici 2013/14, 2014/15 e 2015/16. Anief invita tutti gli interessati a ricorrere contro questa ennesima vessazione della categoria.Adesioni aperte sul portale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la fruizione delle ferie è un diritto conclamato e riconosciuto da tutti i Paesi moderni: va inteso come momento di 'ricreazione' e per questo motivo non può essere fruito durante la sospensione del servizio. I Paesi che legiferano diversamente, se ne assumano le responsabilità: devono spiegarne i motivi ai giudici. Motivi che, sino ad oggi, sono risultati tutt’altro che convincenti”.
Il MIUR getta basi per la rete di istituti, con i prof- jolly sballottati da una sede all’altra.
Il Ministero dell’Istruzione ha inviato una nota agli Usr per invitarli a dare avvio entro il 30 giugno alla costituzione delle scuole in rete. Se si somma questa indicazione con la regionalizzazione degli organici, la chiamata diretta e la facoltà dei capi d’istituto di smistare il corpo docente, pure su organico potenziato, tutte previste dalla Legge 107/2015, si comprende il vero obiettivo: la perdita definitiva della titolarità del personale docente della scuola pubblica. Un piano che da settembre sarà già esecutivo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): si stanno ponendo le basi perché un preside possa avere facoltà di decidere se un docente finito negli ambiti dovrà rimanere sull’organico tradizionale o scivolare nell’organico potenziato. In questo modo, tramonta l’idea degli insegnanti titolari su materia curricolare. Dal prossimo anno, prepariamoci al docente transumante: prima scelto, poi utilizzato come tappabuchi, anche su materie affine e per le quali non è abilitato, e alla fine rigettato nella mischia all’occorrenza.
Intervista al presidente Anief, prof. Marcello Pacifico concorso dirigenti scolastici e supplentite inevitabile senza una ricognizione seria dell'organico di fatto.
12 giugno 2016 - dal minuto 3,55
La decisione, giunta dopo le diffide del sindacato Anief, è stata già resa esecutiva dagli Usr del Veneto e della Toscana, che hanno provveduto a diramare le istruzioni per le proroghe. Si tratta di quei posti rimasti disponibili a causa del differimento, previsto dalla L.107/2015, dell'assegnazione della sede al personale assunto nella Fase B del piano assunzionale che dovevano essere coperti con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno, prevedendone l'eventuale proroga al ricorrere delle condizioni di legge. Pertanto, è compito del Dirigente Scolastico prorogare il contratto. Non si comprende perché rimangano ancora fuori quelli riguardanti i contratti che riguardano il raggruppamento più grande delle assunzioni della riforma. Viene il sospetto che a prevalere sia stata la logica del risparmio, ancora una volta sulla pelle dei precari della scuola.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la norma dice che vale la tipologia di posto. Che quando è vacante, va coperto con la supplenza sino all’ultimo giorno dell’anno scolastico. Al Ministero dell’Istruzione lo sanno bene, visto che il 10 settembre scorso proprio da Viale Trastevere era stato annunciata la proroga sino all’ultimo giorno dell’anno scolastico. Perché siano occorsi dieci mesi per farlo, è incomprensibile. Tra l’altro dimenticando migliaia e migliaia di posti riguardanti la fase C: vorrà dire che per loro ci penserà il tribunale.
"Non bastavano oltre 6mila euro di tagli per il triennio alle spalle: da quest'anno, i dirigenti scolastici delle scuole pubbliche si sono visti sottrarre altri 4.300 euro. E così andrà, nelle intenzioni del Ministero dell'Istruzione, anche per gli anni scolastici futuri. Producendo un danno, in un decennio, che avrà toccato quota 50 mila euro". Lo denuncia l'Anief ricordando che la categoria "già percepisce lo stipendio più basso tra i dirigenti pubblici, la metà rispetto ai colleghi del comparto privato e si appresta a competere per un incentivo di 'ben' 200 euro lordi al mese". "Nella determinazione del Fondo unico nazionale dell'anno in corso, il Miur - spiega il sindacato - non solo ha contabilizzato i tagli effettuati negli anni passati, ma ha applicato un'ulteriore riduzione, 'dimenticando' il conferimento della Ria (Retribuzione individuale di anzianità) dei pensionati degli ultimi quattro anni, operando un taglio di 27.435.394 euro. I tagli retroattivi, poi, non finiscono qui: a distanza di quattro anni, sempre il Miur, ha deciso che bisognava limare anche il Fondo unico nazionale del 2011-2012, per cui sono stati sottratti altri 7.204.189 euro dallo stesso fondo. Il taglio complessivo è, quindi, di ben 34.639.584 euro: se si tiene conto che il Fondo di quest'anno, dopo il conferimento delle risorse permanenti della Buona Scuola, è di 136.113.309 euro, il taglio si aggira sul 25% e, ipotizzando una media di 8mila dirigenti scolastici in servizio, si tratta di una perdita media di circa 4.300 euro l'anno. Va ribadito - sottolinea l'Anief - che questo non è un danno una tantum, ma è un danno permanente: gli effetti, dunque, si sentiranno anche in futuro". "Siamo davanti ad uno scenario che ha dell'incredibile - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - perché a parole si valorizzano i dirigenti scolastici, chiedendo loro con la Buona Scuola più compiti e responsabilità, mentre nei fatti si costringono gli stessi presidi a rivolgersi al giudice del lavoro per recuperare 4.300 euro annui di integrazione permanente dello stipendio e oltre 11mila euro una tantum per gli anni precedenti". "È certo sin d'ora che non staremo a guardare: chi vuole potrà impugnare in tribunale l'inaccettabile danno" conclude l'Anief. (ANSA).
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