Continuano a far a discutere gli effetti della procedura di infrazione n. 2014/423 sui contratti di lavoro a tempo indeterminato nel settore pubblico all’esame di Palazzo Madama: si tratta di un iter avviato dalla Commissione Europea nel 2014 e che negli ultimi tre anni grazie alle iniziative di Anief in Parlamento Europeo e presso il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha prodotto delle lettere di messa in mora e a richieste di parere motivato. “La procedura – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - impone all'Italia di fare due cose: la prima di riconoscere un trattamento paritario al personale di ruolo ed al personale precario in modo tale che il trattamento riservato a quest'ultimo non sia meno favorevole di quello del personale di ruolo; l'altra riguarda l'introduzione di misure dissuasive che evitino l'abuso dei contratti a termine e portino ad un risarcimento”.
L’Anief Campania, presente all’incontro regionale con il presidente regionale Stefano Cavallini e il presidente provinciale Anief Napoli Alessandra Boccanfuso, ha preteso di affrontare alcuni punti del CIR Campania non chiari e di includerne altri soprattutto sull’ottimizzazione e su come richiederla. Chieste anche spiegazioni sulle domande per il personale ATA ed educativo e sulla precedenza per le cure continuative
“Se sono una classe ‘spezzonata’, che ha subito una girandola di insegnanti, non è colpa degli alunni”: è una delle raccomandazioni che oggi l’ispettore Max Bruschi ha fatto ai docenti e presidenti impegnati nelle 14 mila commissioni dell’esame di maturità, che ha preso il via stamane con la prima prova scritta di italiano uguale per tutti i 536 mila studenti candidati. L’ispettore ministeriale ha ricordato agli esaminatori che “al centro dell’esame c’è la verifica dei risultati di apprendimento, la valorizzazione dei percorsi compiuti” e di non dimenticare che “il fulcro dell’esame sono i ragazzi. Occorre metterli a proprio agio per consentire loro di offrire il meglio di sé, tenendo anche conto (e in causa entrano i “commissari esterni”) delle situazioni limite”.
Sulla riduzione di scuole autonome non c’è alcun ripensamento, anzi il numero di istituti che perderanno dirigente scolastico, Dsga e segreteria è addirittura aumentato rispetto a quello che era stato comunicato fino ad oggi: saranno ben 874 le autonomie scolastiche che verranno meno tra il 2024/25 e gli anni successivi, come previsto dalla Legge di bilancio 2023. L’entità numerica dei tagli è stata comunicata dall’amministrazione scolastica nel corso dell’informativa sindacale sulle nuove norme del dimensionamento: sono circa 200 scuole in più delle 600-700 indicate in un primo momento come numero massimo complessivo destinatario dei tagli, in conseguenza dell’innalzamento ad oltre 900 iscritti come requisito per mantenere l’autonomia scolastica.
Oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha rilasciato un’intervista ai microfoni dell’agenzia Italia stampa per parlare della Maturità, che torna nella modalità pre-covid con 2 prove scritte e un colloquio orale. Si parte con la prova di italiano, con 7 tracce da scegliere per i maturandi.
“È un momento importante, tutti ricordiamo il nostro esame di Stato, soprattutto la prima prova di Italiano. È un giorno che raccoglie stress ma anche piacere. Oggi si chiude un capitolo fondamentale della vita di questi ragazzi, ma se ne apre uno nuovo, che porterà per alcuni al lavoro, per altri a continuare gli studi. L’esame di Stato si concluderà con la prova orale, momento di liberazione dopo tanti impegni. In bocca al lupo ragazzi”, ha commentato il sindacalista autonomo.
Sulla card da 500 euro annuali da dare ai docenti precari per aggiornarsi non vi sono dubbi di sorta: troppo influenti sono stati i giudizi dalla Corte di Giustizia europea, con l’Ordinanza 450/22, e dal Consiglio di Stato, con sentenza 1842 del 16 marzo 2022. Sulla base di queste autorevoli espressioni giudiziarie, il Tribunale di Cremona ha assegnato 2.500 euro ad una “docente di scuola secondaria di primo grado in virtù di diversi contratti a tempo determinato dall’anno scolastico 2016/2017 all’anno scolastico 2020/2021, assunta poi a tempo indeterminato con decorrenza dall’anno scolastico 2021/2022”, durante i quali si era formata a proprie spese. Oltre alle decisioni già prese, nelle sentenza il giudice ha ricordato che secondo “l’art. 63 e 64 del CCNL Comparto Scuola del 29.11.2007 “l'Amministrazione è tenuta a fornire strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio”, senza distinzioni in base alla natura giuridica del contratto di lavoro”.
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