I nuovi candidati potranno partecipare al nuovo concorso pubblico, aperto a tutti e previsto per il mese di giugno 2018, superato il quale si potrà quindi accedere al percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio (il cosiddetto FIT) di durata triennale. Per accedere al concorso saranno necessari la laurea e il possesso di 24 CFU nelle discipline antro-psico-pedagogiche. I problemi sorgono subito dopo: il primo anno, coloro che sono stati reputati idonei acquisiranno una sorta di quella che oggi viene considerata l’abilitazione all’insegnamento; poi, proseguiranno con un altro anno di formazione. In questo biennio svolgeranno pure supplenze a stipendio ridotto. Anzi, sarebbe meglio parlare di rimborso spese, perché le cifre sembra che varieranno tra i 400 euro e i 600 euro al mese, probabilmente anche lordi. Al terzo anno di FIT, il candidato in formazione potrà accedere alle vere e proprie supplenze annuali, con stipendio equiparato ai precari attuali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Le cifre, da assegnare ai vincitori di concorso, che circolano in questi giorni per i primi due anni di FIT, sono così miserevoli che non si avvicinano nemmeno ad un assegno di disoccupazione. Inoltre, va ricordato che un laureato in questo modo deve anche rinunciare alle supplenze tradizionali perché non riuscirà a far conciliare tutto. Come Anief, quindi, siamo pronti a ricorrere per far riconoscere una borsa di studio adeguata al lavoro svolto. Lo stesso vale per gli studenti del Tfa, Pas, Cobaslid, Afam, SSIS e di ogni altro corso universitario abilitante: se sono abilitati non si può chiedere loro di lavorare come fossero dei “tirocinanti” senza esperienza pregressa. Inoltre, reputiamo illegittimo lo stipendio iniziale al terzo anno di FIT: dovrà essere adeguato agli effettivi anni di insegnamento già svolti dal docente, senza alcuna discriminazione rispetto al personale già di ruolo.
Eurosofia, in collaborazione con Anief ed Unipegaso, consente agli aspiranti docenti di acquisire i 24 CFU quali requisiti d’accesso per il prossimo Concorso a cattedra (Fit). Per maggiori informazioni cliccare qui.
Il TAR Lazio ordina al Miur di produrre documentati chiarimenti circa la ratio della disposizione adottata nel Decreto di aggiornamento delle Graduatorie d'Istituto 2017 che preclude ai docenti di valorizzare titoli e servizi maturati dal 2014 in poi.
Il Tribunale Amministrativo, infatti, chiede al MIUR chiarimenti sul D.M. n. 374/2017 nella parte in cui rinvia l’aggiornamento della graduatorie di prima fascia al 2018/19 e per il triennio successivo, “cristallizzando” il punteggio con il quale i docenti vi sono inseriti e, quindi, impedendo l’aggiornamento di tale punteggio. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Dopo la vittoria ottenuta dai nostri legali in tribunale contro l'impossibilità di effettuare il cambio provincia/sedi scolastiche delle Graduatorie d'Istituto 2017/2020 per quanti fossero inseriti in I fascia, adesso il MIUR si dovrà “giustificare” e dovrà spiegare in tribunale come sia possibile aver pensato di impedire anche l'aggiornamento del punteggio nelle Graduatorie d'Istituto ai tanti precari inseriti in I fascia”.
L’Agenzia che segue i negoziati per conto del Governo ha convocato i sindacati per l’8 novembre: si ricomincia dal comparto della Pubblica amministrazione centrale, gli statali in senso stretto (Ministeri, Inps, Agenzie fiscali), per i quali già si erano tenute le prime riunioni. Presto toccherà anche alla Sanità. Una delle contrattazioni più attese è quella sulla Scuola, dove opera un terzo di tutta la PA e gli stipendi sono tra i più bassi del pubblico impiego. Ma quello che doveva rappresentare il contratto della svolta, dopo quasi un decennio di inaudito blocco adottato solo per il comparto pubblico, si sta rivelando un “contentino”, visto che le trattative che si stanno avviando possono contare su risorse a di poco inadeguate. Nella legge di Bilancio 2018, i finanziamenti si fermano a 2 miliardi e 850 milioni di euro ai rinnovi, per il triennio 2016-2018. Sono talmente pochi che solo per il comparto Scuola servirebbe altri 2,3 miliardi di euro.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il confronto della parte pubblica con i sindacati servirà solo a ratificare l’accordo del 30 novembre dello scorso anno, adottando dei criteri che faranno oscillare avanti e indietro quell’incremento in busta paga. Significa che alcuni lavoratori della scuola potranno contare su cifre vicine ai 100 euro, altri si fermeranno probabilmente a 60 euro. La sostanza comunque non cambierà di molto: perché si tratta sempre di cifre lorde, quindi di fatto un docente o Ata dovrà aspettarsi un incremento netto che potrà variare dai 30 ai 50 euro. Gli incontri che si svolgeranno nei prossimi mesi serviranno a capire quali sono i parametri da adottare per far pendere la bilancia da una o dall’altra parte. In ogni caso, anche coloro che percepiranno gli aumenti maggiori si ritroveranno con uno stipendio ancora fortemente inferiore al tasso d’inflazione, che nell’ultimo periodo è salito del 15 per cento, e a quello dei colleghi di quasi tutti i Paesi europei. Rispetto ai docenti tedeschi, che tra l’altro vanno in pensione con circa 25 anni di servizio e pure senza grosse penalizzazioni, i nostri insegnanti lavorano di più e continueranno a percepire quasi la metà.
Il giovane sindacato ricorda che solo presentando ricorso con Anief è possibile recuperare il 7% dello stipendio da settembre 2015, come giàconfermato dalla Corte Costituzionale. Tutti i lavoratori interessati a presentare ricorso possono farlo sin d’ora utilizzando i modelli di diffida per ancorare almeno lo stipendio al 50% dell’aumento del costo della vita.
Gentile docente,
Potrebbe essere proprio Lei uno dei nuovi Dirigenti scolastici.
Se desidera intraprendere una nuova sfida ed apportare una sostanziale modifica alla sua carriera scolastica, possiamo supportarti in modo efficace, per consentirti di affrontare la prova concorsuale con sicurezza e determinazione.
È già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Regolamento che definisce le nuove modalità di selezione per il reclutamento delle e dei dirigenti scolastici.
Anche chi ha 5 anni di precariato può accedere al concorso previa partecipazione al ricorso ”Ammissione al Concorso per Dirigenti Scolastici dei docenti precari o neoimmessi in ruolo”.
Per aderire al ricorso vai al seguente link:
http://www.anief.org/index.php?option=com_anief&view=ricorso&id=483:ammissione-al-concorso-dirigenti-scolastici-per-i-docenti-precari-abilitati&cid=74:concorso-dirigente-scolastico&Itemid=1076
Eurosofia, in collaborazione con Anief, ha creato un Corso di preparazione per il Concorso a dirigente scolastico che consente di acquisire nozioni, competenze ed abilità gestionali, strutturali e di leadership per agevolare i candidati nel superamento della prova preselettiva in linea con lo schema di regolamento emanato dal MIUR.
I docenti di ruolo che hanno diritto al Bonus da 500 euro per la formazione e l’autoaggiornamento hanno un termine ultimo per accedere alla piattaforma: http://cartadeldocente.istruzione.it per poter usufruire dell’importo elettronico stanziato per loro dal Miur, spendibile attraverso dei buoni acquisto che si presentano come forma di pagamento direttamente all’ente o all’esercente che sceglieranno.
Il DPCM 28 novembre 2016 stabilisce
“A partire dall’anno scolastico 2017/2018, la registrazione di nuovi soggetti beneficiari sull’applicazione web dedicata é consentita dal 1° settembre al 30 ottobre di ciascun anno”
Coloro che hanno già effettuato la registrazione lo scorso anno o questo anno e sono già in possesso del loro codice SPID personale non hanno nessun ulteriore onere, dovranno semplicemente accedere alla piattaforma con le loro credenziali.
Il 14 settembre sono già stati accreditati i 500 euro per l’a.s. 2017/18, mentre si attende a breve di poter disporre delle somme residue dello scorso anno.
Chi, tra il personale docente di ruolo, non ha ancora effettuato la registrazione, deve provvedere, perentoriamente, entro il 30 ottobre, come indicato dal Decreto.
NON FATE DECORRERE IL TERMINE O PERDERETE QUESTA GRANDE OCCASIONE PER CRESCERE PROFESSIONALMENTE!
In CdM, la Ministra ha detto che, a seguito della recente ordinanza della Cassazione, le scuole stanno operando scelte che sono conformi al quadro normativo vigente in materia di tutela dell'incolumità delle studentesse e degli studenti minori di 14 anni, ma “se si vuole cambiare l'ordinamento serve un intervento in Parlamento”, perché “occorre venire incontro alle esigenze delle famiglie, chiarendo anche il quadro delle responsabilità giuridiche e penali rispetto alla tutela dei minori dopo la fine delle lezioni”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La responsabilità dei giovani, una volta usciti dal perimetro scolastico, non può essere additata ancora agli insegnanti, al personale Ata o al dirigente scolastico. Su questo il Miur dovrebbe essere chiaro. Va bene rassicurare le famiglie, ma è un modo di procedere che non condividiamo, perché significa implicitamente addossare alla scuola e a chi vi opera le eventuali manchevolezze del patto di corresponsabilità stipulato con i genitori. Fino a prova contraria, la scuola esercita un pubblico servizio che prevede dei precisi orari di apertura e chiusura. Al di fuori delle ore prestabilite, non è possibile garantire la permanenza e vigilanza del minore. Ancora di più perché in questi casi il docente dovrebbe affidare l’alunno al suo preside, che quasi sempre non c’è perché ha in media sette-otto sedi da seguire, oppure al collaboratore scolastico, che però a sua volta deve rispettare degli orari di lavoro e siccome gli ausiliari sono stati tagliati in numero drastico, sono sempre più frequenti i casi, soprattutto alle medie, di istituti che già subito dopo l’ora di pranzo sono costretti a chiudere. Oppure, si mettano nelle condizioni i comuni di prelevare tutti i minori di 14 anni e portatori di disabilità di portarli a scuola attraverso appositi pullmini.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.