Sono 60mila: 50mila presentati dagli insegnanti, il resto dai genitori dei disabili.
Sono 60mila: 50mila presentati dagli insegnanti, il resto dai genitori dei disabili.
Lombardia, Calabria e Puglia stanno vagliando la possibilità di seguire l’iniziativa del Veneto, che ha impugnato la Legge 107/15 alla Corte Costituzionale perché la regione viene scavalcata su competenze esclusive come formazione professionale e dimensionamento della rete scolastica. Intanto, prendono quota le iniziative popolari di raccolta firme per arrivare al referendum, su cui si vorrebbero far esprimere i cittadini italiani in primavera.
Anief lo sostiene da tempo e lo ha detto nel corso delle audizioni tenute dal suo presidente, Marcello Pacifico, tenute prima a Montecitorio e poi a Palazzo Madama: sono ad alto rischio di incostituzionalità la chiamata diretta dei docenti, la nuova figura del preside-sceriffo, il blocco degli stipendi e il piano straordinario di immissioni in ruolo che lascia vivo il precariato e costringe migliaia di precari ad essere assunti fuori regione oppure a non presentare domanda per non rischiare l’epurazione. Dello stesso avviso sono diversi giuristi ed esperti. E tutto ciò era stato ben evidenziato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato che, a giugno, nel corso dell’esame della legge, mandò pure sotto la maggioranza.
Pubblichiamo alcuni articoli su solo 1 precario su 2 ha accettato l’assunzione fase B; l’anno parte con 100mila cattedre scoperte, una su 10; assunzioni, 5mila precari verranno dirottati a fare i vicepresidi; oggi è iniziato l’anno scolastico tra polemiche e confusione alimentate da sindacati rappresentativi e Miur.
A Genova su 77 cattedre libere della scuola primaria, appena 18 sono state assegnate. E alle superiori diverse graduatorie di classi di concorso sono risultate esaurite e molti posti, sia cattedre intere che spezzoni, sono rimasti disponibili e tornati alle scuole. Dove i dirigenti dovranno nominare sino “ad avente diritto”. Addirittura quest’anno i contratti conferiti dagli ex Provveditorati agli Studi contengono la stessa clausola, perché in corso d’anno potrebbero subentrare i nuovi immessi in ruolo. Ma la Buona Scuola non doveva cancellare la ‘supplentite’?
Marcello Pacifico (presidente Anief): la verità è che si è creato un sistema burocratizzato e di difficile attuazione, con effetti che si ripercuoteranno sulla didattica. Eppure la soluzione era a portata di mano: collocare tutti i docenti abilitati all’insegnamento tra gli aventi diritto al piano assunzioni. L’assurdo è che aver negato questa procedura ha comportato che quei posti verranno comunque assegnati agli stessi prof.
È passata una settimana e solo poco più della metà dei 9mila docenti ha detto sì alla proposta-ricatto di assunzione del piano straordinario previsto dalla riforma. Con 5mila accettazioni che rappresentano una cifra esigua, se si pensa che erano 16mila i posti messi in palio, residuali delle fasi precedenti. Nel frattempo, il Miur consiglia ai presidi di accantonare altri 5 mila posti che saranno assegnati nella fase C per garantire gli esoneri ai vicari. Anief apre, pertanto, i ricorsi contro la cancellazione da graduatoria ad esaurimento e di merito da parte sia di chi rifiuta sia di chi accetta il ricatto della proposta di incarico fuori regione, ritenendo illegittima l’interpretazione della legge.
Marcello Pacifico (presidente Anief): delle 103mila cattedre messe in palio dal Governo, rispetto alle 150mila promesse, saranno appena 70mila, al massimo 75mila, quelle effettivamente assegnate ai precari dal ministro dell’Istruzione, di cui la metà con nomina solo giuridica. E questo sarebbe il mega piano di assunzioni promesso? Non è molto distante dalle 66mila immissioni in ruolo assegnate a docenti e Ata dal ministro Gelmini nel 2011, l’anno dopo l’apertura della procedura d’infrazione ancora attiva della Commissione UE contro l’Italia sul precariato scolastico e il deposito di migliaia di ricorsi presso i tribunali del lavoro.
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