Non sono state accolte le richieste del sindacato in merito alla nota M.I. n. 1494 che dà le indicazioni operative in merito al piano di integrazione degli apprendimenti e al piano di apprendimento individualizzato: il ministero dell’Istruzione assimilandoli ad adempimenti contrattuali ordinari non li considera come attività professionali aggiuntive da retribuire.
“Il problema è sulla natura di tale attività – commenta Marcello Pacifico, Presidente Nazionale Anief –: non possiamo considerare le stesse attività ordinarie dal 1° al 14 settembre, inizio delle lezioni nella quasi totalità delle regione, per non pagare e poi invece improvvisamente, a scuola iniziata, diventano invece non ordinari e quindi retribuibili”.
Anief rinnova l'appello al Governo perché intervenga con decisione e impedisca la chiusura dello storico istituto, simbolo della politica culturale italiana nel mondo.
Fermo restando che si ritiene indispensabile che le scuole aprano regolarmente secondo i calendari regionali a partire dal 14 settembre, restano da definire numerosi dettagli non discussi nei protocolli, “dal Rapporto del ISS appare chiaro che il referente COVID per sede scolastica appaia come una figura di natura dirigenziale, visto che l’incarico ai sensi del punto 1.3.2 può essere assunto dallo stesso dirigente scolastico, ci si chiede pertanto se ci siano dei criteri per la sua individuazione o se ogni istituto ne avrà dei propri” commenta Gianmauro Nonnis “tale figura deve essere adeguatamente formata, il che significa che l’individuazione di tali figure deve avvenire prima dell’avvio dell’anno scolastico al fine di effettuare la formazione prima dell’ingresso del personale e dell’utenza, ovvero gran parte degli istituti è già in ritardo”.
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