Sono giorni decisivi per il futuro della scuola, anche per le famiglie. Un calo di attenzione potrebbe tradursi in nuovi rischi per la salute, per la minaccia del ritorno di contagio di massa. Anche nelle scuole, dove si tornerà a settembre in presenza. Sulle modalità del rientro nelle classi, cercando di salvaguardare la sicurezza per la salute, si è soffermato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista in videoconferenza rilasciata a ‘TGS – Giornale di Sicilia’: “Basta vedere le nostre spiagge – ha detto a Pacifico – dove si è tornati di fatto alla vita normale, però purtroppo dimenticando che il Covid non è scomparso visto che negli Stati Uniti e non solo proprio in questi giorni si è centrato il record dei contagiati”.
Il coronavirus, quindi, non è ancora vinto: nei prossimi mesi bisognerà mantenere molta cautela, anche nelle scuole. Cosa possono fare, allora, i docenti e i dirigenti scolastici? “Quello che la scuola può fare è educare i nostri ragazzi, con i dispositivi e le tante soluzioni proposte. Cerchiamo, certamente, di riaprire la scuola a settembre. Ci siamo riusciti con gli esami di maturità, è andata bene: è stato un primo test, c’era stato un protocollo anche in quel caso che abbiamo firmato. Come avevamo attivato dei tavoli di monitoraggio C’è tutta la volontà per farlo anche adesso in sicurezza. Purtroppo, però, la scuola proviene da 15 anni di tagli, di classi pollaio, di alunni ammassati. E tutto questo è contro il principio generale del distanziamento in presenza. A questo punto è bene utilizzare al meglio i miliardi del Recovery Fund: chiediamo quindi di aprire un nuovo tavolo di confronto per decidere come spendere i soldi che arriveranno dall’Europa per la scuola, perché l’istruzione non può essere vista come una spesa per il Paese”.