Le verifiche che gli Uffici Scolastici Regionali hanno svolto sui servizi dichiarati dai docenti per l’ammissione al concorso straordinario infanzia-primaria (necessari, oltre all’abilitazione, almeno due anni di servizio sullo specifico posto e ordine negli ultimo otto) stanno facendo emergere una pratica del tutto erronea ed illegittima posta in essere, in questi anni, da diverse direzioni didattiche ed istituti comprensivi: l’utilizzo di personale assunto su primaria, con contratto stipulato per quell’ordine, per sostituzioni in scuola dell’infanzia (o viceversa).
Diversi aspiranti, infatti, hanno subito provvedimenti di esclusione dal concorso straordinario a causa della mancanza del requisito di servizio richiesto, imputabile in molti casi all’erronea indicazione dell’ordine scolastico nel contratto. Le verifiche hanno prodotto l’esclusione dal concorso degli aspiranti che pur avendo lavorato effettivamente, ad esempio, sull’infanzia, avevano in realtà stipulato un contratto per la primaria.
Si tratta adesso di capire chi ha sbagliato e perché. Per Anief è evidente che l’errore sia della scuola e che il dirigente scolastico abbia solo due alternative davanti a sé: o si attiva per l’immediata risoluzione del problema, attraverso la modifica del contratto errato e l’invio, all’Ufficio Scolastico Regionale che ha escluso l’aspirante, di attestazione che chiarisca la veridicità di quanto dichiarato dallo stesso e, pertanto, il suo diritto all’ammissione al concorso straordinario; oppure lascia tutto così, assumendosi il rischio di una probabile causa risarcitoria da parte del docente danneggiato.