Al problema dei tempi biblici per la preparazione della prova concorsuale, legati soprattutto alla logica mancanza di commissari disposti a sobbarcarsi un onere non indifferente, senza esoneri dal servizio abituale ed in cambio di cifre a dir poco ridicole, si stanno aggiungendo delle inspiegabili prove difformi per verificare l’attitudine all’insegnamento dei candidati: dalla Lombardia, l’unica regione dove si è partiti con lo svolgimento dell’unica prova prevista, l’orale, i candidati lamentano un impegno fortemente diversificato, variabile in base alle commissioni di collocazione. Diversi docenti precari abilitati che hanno svolto la prova in più di una classe di concorso, ci segnalano, in particolare, contenuti e tempi di attuazione fortemente diversificati. Con inevitabili effetti sulla valutazione finale, la cui consistenza diventa fondamentale ai fini della collocazione nelle graduatorie regionali che si andranno a determinare, al termine del concorso riservato, per decidere quali precari accederanno al terzo anno di Fit pre-ruolo. Quella che doveva essere una sorta di sanatoria del Governo a maggioranza PD, si conferma sempre più inutile, se non dannosa, ponendo in seria discussione l’applicazione dei decreti legislativi della Legge 107/2015, in particolare il D. Leg.vo n. 59/2017.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Invece di risarcire i precari non assunti e attivare le prove suppletive del vecchio concorso, sanando così i tanti ricorsi in essere nei tribunali, ci si è inventati questa verifica ulteriore delle abilità e conoscenze già ampiamente riscontrate in passato. La realtà è che si è voluti complicare la vita, anziché ammettere una volta per tutte che un supplente, come qualsiasi precario dell’amministrazione pubblica con titoli e abilitato ad acquisire un posto vacante, dopo tre anni di servizio svolto va assunto a tempo indeterminato. Ma evidentemente quello che l’Unione europea sostiene da anni vale solo quando si tratta di sistemare i bilanci o caldeggiare cause a favore del Governo di turno. Noi a questa logica non vogliamo soccombere: per questo, continuiamo a battagliare in tutte le sedi possibili, anche legislative, sempre a fianco dei precari vessati.
Arriva un altro successo targato Anief con una nuova sentenza che dà piena ragione al nostro sindacato e ordina al Miur il riconoscimento per intero del servizio pre-ruolo ai fini della ricostruzione di carriera. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): serve atto di responsabilità da parte del Miur.
Gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giuseppe Massimo Abate ottengono un’importante vittoria presso il tribunale del lavoro di Trapani con la conferma dell'illegittimità della normativa italiana che regola il computo del servizio preruolo nella ricostruzione di carriera e la condanna del Ministero dell’Istruzione per evidente discriminazione nei confronti dei lavoratori del comparto scolastico che hanno svolto servizio con contratti a termine prima della loro immissione in ruolo. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La continua penalizzazione subita in Italia dai lavoratori del comparto scuola che svolgono, per anni, servizio con contratti a tempo determinato va contro la normativa comunitaria e il nostro sindacato non si stancherà mai di ribadirlo. Serve un atto di responsabilità da parte del Miur e la modifica sostanziale di tutta la normativa e la contrattazione interna che pone in essere, sotto varie forme, questa e altre palesi discriminazioni a discapito dei lavoratori”. Per ora, per ottenere giustizia, e l'immediato e integrale riconoscimento del servizio svolto durante il precariato nella ricostruzione di carriera, l'unica strada è ricorrere in tribunale aderendo allo specifico ricorso promosso dall'Anief.
Nel corso degli ultimi mesi, Udir ed Eurosofia hanno condotto un’analisi di mercato per individuare il miglior servizio di consulenza ed adeguamento al nuovo Codice privacy ed alla nomina del DPO.
A fronte di un prezzo di mercato che oscilla tra i 600 euro ed i 3.000 euro (stabilizzandosi su una indicazione media di 1.000 euro per gli istituti superiori e 700 euro per gli istituti comprensivi iva esclusa), Eurosofia ed Udir propongono la sottoscrizione di un contratto con una prestigiosa società, che si impegna, in forza della convenzione sottoscritta di fornire gratuitamente il servizio di Data Protection Officer, e di garantire tariffe vantaggiose che, nello specifico, sono le seguenti:
Per qualunque altra esigenza specifica (ad esempio una rete di scuole costituita da più di 5 scuole oppure una rete costituita da istituti comprensivi e superiori) si rimanda alla stesura di un preventivo ad hoc e personalizzato in base alle richieste.
L’offerta prevede anche l’eventuale trasformazione del contratto in caso di diverse disposizioni di legge per le scuole, in corsi di formazione dedicati da erogare tramite EUROSOFIA, ente accreditato MIUR.
Scegli una nuova avventura professionale e richiedi il trasferimento in una delle numerose scuole italiane all’estero.
Il Miur giorno 20 Aprile 2018 ha convocato i sindacati per un incontro al fine di concordare i criteri relativi alla mobilità professionale per l’estero.
Sindacati e amministrazione, hanno raggiunto un accordo, dopo che il Miur si è consultato anche con il Maeci, tramite il quale, sono stati definiti i requisiti culturali e professionali necessari per poter la mobilità professionale verso l’estero.
Quanto stabilito sarà ufficializzato attraverso un apposito decreto ministeriale.
Requisiti culturali:
Requisiti professionali (per tutto il personale:)
Emanato il decreto, ai sensi del D.lgs. n. 64/17 , il Miur procederà alla selezione e relativa graduazione del personale per aree linguistiche.
Eurosofia organizza un incontro, in modalità webinar, per approfondire i processi mentali per la risoluzione di problemi, costituiti dalla combinazione di metodi caratteristici e di strumenti intellettuali.
Le attività formative sul pensiero computazionale hanno la finalità di far conoscere ai docenti della scuola il “coding” ed il suo utilizzo nella didattica.
Iscriviti al webinar: "CODING: pensiero computazionale e didattica digitale"
del 22 giugno 2018 – Formatore Prof. Roberto Martorana .
Il coding guida gli allievi al pensiero computazionale attraverso un approccio ludico e creativo. Potrebbe sembrare solo un gioco ma agevola lo sviluppo cognitivo e si fonda sul concetto di “learning by doing”, ovvero imparare facendo, senza passare da lunghe lezioni teoriche che potrebbero abbassare notevolmente la soglia d’attenzione.
Nel mondo della scuola, il coding sta iniziando ad essere valorizzato e viene considerato un prezioso alleato per la didattica perché educa bambini e ragazzi al pensiero creativo, ma anche dei risvolti pratici.
E’ afferente alla nostra quotidianità, con molti oggetti che utilizziamo abitualmente e che riteniamo ormai indispensabili. Smartphone, tablet, videogiochi, persino elettrodomestici come la lavatrice o il forno a microonde funzionano grazie a un codice informatico, a una sequenza ordinata di istruzioni.
Quando affrontiamo un problema o abbiamo in mente un’idea, nonostante intuiamo la soluzione non siamo in grado di formularla in modo operativo per metterla in pratica. La capacità di immaginare e descrivere un procedimento costruttivo che porti alla soluzione si chiama “pensiero computazionale”. E’un veicolo di concretezza, aiuta a semplificare i percorsi, e a rendere lineare la fruizione delle informazioni.
Migliora le tue competenze per sviluppare il pensiero computazionale ed aumentare la capacità di analizzare le situazioni, valutarne i limiti, conoscere gli strumenti a disposizione, organizzare e ideare strategie efficaci alla risoluzione delle problematiche. Il pensiero computazionale è una capacità trasversale da sviluppare già nella prima infanzia e rappresenta un bisogno formativo per le future generazioni.
Il webinar è un corso in streaming, trasmesso in diretta su una piattaforma on-line, ed il corsista ha la possibilità di interagire con il formatore sottoponendo quesiti attraverso una chat condivisa.
Per partecipare è necessario disporre di un collegamento a Internet, un browser (Internet Explorer, Mozilla,Firefox o altro), una cuffia o le casse.
ROMA, 30 MAG - "Nel mirino del Tribunale amministrativo del Lazio è andata a finire la decisione del Ministero dell'Istruzione di attribuire al biennio iniziale dei licei specializzati nell'offerta formativa musicale una sola ora, anziché le due previste, di esecuzione per il primo strumento, andando così a determinare un danno evidente agli studenti". Così una nota dell'Anief. "I giudici, replicando la posizione già espressa lo scorso anno, hanno ritenuto errata la scelta ministeriale per violazione della normativa primaria - spiega il sindacato - ritenendo quindi illegittima la Nota Miur che ha definito le regole di formazione degli organici del personale docente del prossimo anno scolastico perché emanata in violazione del Dpr n. 89 del 15 marzo 2010. In quella Nota ministeriale, l'amministrazione aveva previsto per l'insegnamento della materia Esecuzione e interpretazione soltanto un'ora per il primo strumento (come per il secondo strumento) trasformando l'ora decurtata in attività di ascolto musicale, ritenendolo equivalente". Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal) "l'ascolto della musica, sebbene rappresenti una parte della didattica all'interno del liceo musicale, non ha nulla a che vedere con l'esecuzione tecnico-pratica. La quale incarna la finalità principale di questa particolare tipologia di liceo, peraltro sempre più richiesto a livello nazionale. A questo punto, l'Anief è intenzionato a chiedere un incontro urgente al Ministero dell'Istruzione, per far sì che i provvedimenti giudiziali non restino lettera morta e chiedere all'Amministrazione di attivare tutte le procedure utili per ripristinare immediatamente l'ora di esecuzione del primo strumento". (ANSA).
Nel mirino del Tribunale amministrativo del Lazio è andato a finire la decisione del Ministero dell’Istruzione di attribuire al biennio iniziale dei licei specializzati nell’offerta formativa musicale una sola ora, anziché le due previste, di esecuzione per il primo strumento, andando così a determinare un danno evidente agli studenti. I giudici, replicando la posizione già espressa lo scorso anno, hanno ritenuto errata la scelta ministeriale per violazione della normativa primaria, ritenendo quindi illegittima la Nota Miur n. 16041/2018, risalente al 29 marzo scorso, che ha definito le regole di formazione degli organici del personale docente del prossimo anno scolastico perché emanata in violazione del Dpr n. 89 del 15 marzo 2010. In quella Nota ministeriale, l’amministrazione aveva previsto per l’insegnamento della materia Esecuzione e interpretazione soltanto un’ora per il primo strumento (come per il secondo strumento) trasformando l’ora decurtata in attività di ascolto musicale, ritenendolo equivalente.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): L’ascolto della musica, sebbene rappresenti una parte della didattica all’interno del liceo musicale, non ha nulla a che vedere con l’esecuzione tecnico-pratica. La quale incarna la finalità principale di questa particolare tipologia di liceo, peraltro sempre più richiesto a livello nazionale. A questo punto, l'Anief è intenzionato a chiedere un incontro urgente al Ministero dell’Istruzione, per far sì che i provvedimenti giudiziali non restino lettera morta e chiedere all'Amministrazione di attivare tutte le procedure utili per ripristinare immediatamente l'ora di esecuzione del primo strumento.
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