A realizzarla, attraverso un video pubblico, è stato il dottor Vittorio Lodolo D’Oria, tra i massimi esperti nazionali sulle malattie professionali: l’obiettivo è sensibilizzare il titolare del Miur su quattro aspetti dell’insegnamento, sino ad oggi poco considerati dalle istituzioni ma invece centrali per migliorarne l’efficacia. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Sono tutte questioni condivisibili, ad iniziare dallo stress da lavoro correlato, alla base di un numero altissimo di patologie che emergono dopo i 50 anni di età, a seguito dei tanti anni trascorsi dietro la cattedra. Bisogna poi condannare con il massimo rigore tutte le forme di aggressione prodotte verso i docenti pubblici ufficiali. Per quanto riguarda la previdenza, è ovvio che una riforma non strutturale come quella che sta andando ad approvare l’attuale governo giallo-verde non può bastare. Sugli stipendi, il Ministero della Funzione Pubblica, ma anche quello del Mef, devono voltare pagina, riconoscendo prima di tutto il recupero dell'inflazione che si è andata ad accumulare durante gli anni del blocco contrattuale e prendendo come esempio quanto è avvenuto nel settore privato, dove si sono registrati aumenti persino superiori.
Tra febbraio e marzo, sui maestri con diploma conseguito prima del 2002 si esprimeranno il Consiglio di Stato, ancora in plenaria, e poi la Cassazione. Si è giunti a questo ulteriore doppio snodo dopo l’impugnazione della sentenza negativa del Consiglio di Stato del 20 dicembre 2017. Le motivazioni, legate evidentemente ad un problema reale, toccano in modo argomentato più punti della questione: dall’eccesso di potere giurisdizionale al difetto assoluto di giurisdizione, fino alla violazione della Costituzione e della Cedu. Marcello Pacifico (Anief-Cisal) chiede un intervento urgente del Parlamento per risolvere politicamente una questione dal travagliato iter giudiziario: dopo sette sentenze passate in giudicato del Consiglio di Stato, una dell’Adunanza plenaria dal tenore contrario, cresce infatti l’attesa per questo nuovo giudizio della stessa Plenaria sulla validità degli atti presupposti ai decreti di scioglimento della riserva della GaE, in virtù di atti dichiarati illegittimi, il 20 febbraio, e del possibile annullamento della sentenza da parte della Corte di Cassazione, il 12 marzo.
Anief avvia otto ricorsi, poiché non reputa legittimi i limiti imposti dal Miur attraverso il bando di concorso per Dsga. Il sindacato invita i precari estromessi a inviare la domanda cartacea predisposta da Anief e ad aderire allo specifico ricorso: è necessario presentare all'USR di proprio interesse la domanda entro il 28 gennaio 2019. Anief ricorre per l’accesso con 3 anni di servizio da 180 giorni o al 30 giugno svolto come facente funzione o in sostituzione.
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Per la didattica speciale, rivolta agli alunni disabili, ora c’è pure il mistero dei fondi scomparsi nella tabella allegata all’ultima legge di stabilità: -1,1 miliardi dal 2020, per far quadrare i conti con l’Europa, rispetto ai 5 miliardi garantiti soltanto per l’a.s. 2018/2019 per pagare gli stipendi ai 65 mila precari, il 40% dell’organico complessivo attivato che senza copertura finanziaria lascerebbe 90 mila studenti con handicap certificato senza insegnante, la metà con disabilità intellettiva. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non mancano gli insegnanti ma la volontà politica di assumere il personale qualificato.
Anief ricorre, con otto ricorsi, contro il bando del concorso per Dsga, per permettere agli Ata esclusi di partecipare. Infatti, secondo il giovane sindacato, i precari lasciati fuori dal concorso devono inviare la domanda cartacea predisposta da Anief e aderire allo specifico ricorso: è necessario presentare all'USR di proprio interesse la domanda entro il 28 gennaio 2019. Anief ricorre per l’accesso con 2 anni di servizio svolto come facente funzione. Per ulteriori informazioni, clicca qui.
L'Ipotesi di contratto integrativo che regolerà la mobilità territoriale e professionale per i prossimi 3 anni scolastici, ancora una volta, nulla prevede riguardo le procedure per effettuare i cosiddetti “passaggi verticali” per il personale Ata di ruolo interessato alla mobilità professionale tra aree diverse.
Per i tanti dipendenti che attendono notizie precise sull’anticipo pensionistico sono giorni cruciali: la legge di bilancio è stata approvata, le risorse sono state stanziate, entro una decina di giorni si attende il decreto che disciplinerà l’anticipo per andare in pensione anche a 62 anni, quindi cinque anni prima rispetto all’attuale uscita. Il problema è che non si tratta di una revisione della legge Fornero. Serve, quindi, una legislazione specifica per la categoria. Perché il lavoro svolto dai maestri della scuola dell'infanzia, inseriti nell’Ape social, non è più gravoso di quello portato avanti negli altri ordini di scuola: ad essere usurante è tutta la professione dell’insegnamento, a qualsiasi livello. Inoltre, i docenti italiani sono sempre più avanti negli anni: nell’80% dei casi hanno oltre 50 anni di età. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il mero turn over non serve a cambiare le cose; se vanno via in 15 mila, come quest’anno, e rimangono in servizio oltre mezzo milione di ultracinquantenni, è chiaro che la tendenza sarà sempre quella di ritrovarsi con degli insegnanti stanchi e invecchiati.
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