(Teleborsa) - La riforma scolastica continua a mostrare i suoi limiti. La denuncia arriva dal sindacato della scuola Anief, secondo il quale La Buona Scuola "è alla frutta": l'organico potenziato viene utilizzato per i docenti soprannumerari di altre materie ed i trasferimenti sono nel caos. L'organico potenziato, previsto per realizzare progetti e Pof, si sta rivelando un grande "calderone" a disposizione di presidi ed Uffici scolastici regionali, addirittura al punto da cambiare la fisionomia dei posti richiesti dagli istituti, al fine di trovare una collocazione al personale privo di titolarità. "Se un istituto ha chiesto con priorità un docente di potenziamento con determinate caratteristiche, si ritrova sempre più spesso un insegnante diverso anche laddove vi siano docenti, abilitati in quella materia, disposti a coprirla", denuncia il leader del sindacato Marcello Pacifico, aggiungendo che "l'ordine che arriva da Viale Trastevere è, evidentemente, quello di dare la priorità assoluta all'assegnazione dei soprannumerari". "In barba ad esigenze didattiche - prosegue - Prof e organi collegiali, ci ritroviamo con tanti soprannumerari da sistemare a tutti i costi e 100 mila neo assunti in balia di un cervellone ministeriale chiaramente non in grado di governare la loro assegnazione definitiva perché frettolosamente incrociata con la fase interprovinciale dei vecchi assunti. Non vogliamo essere facili profeti, ma la parte più corposa di errori e reclami deve ancora arrivare: ne riparleremo tra qualche ora".
Anief informa che è stata riaperta la procedura di adesione ai ricorsi per ottenere l'inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento dei docenti in possesso di abilitazione all'insegnamento o cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento/permanenza in GaE. I docenti interessati potranno partecipare ai ricorsi promossi dal nostro sindacato esclusivamente se hanno già provveduto a inviare, entro lo scorso 8 luglio (termine perentorio dettato dal MIUR per la finestra di aggiornamento delle GaE), il modello per richiedere all'AT di interesse l'inserimento/reinserimento nelle Graduatorie a Esaurimento.
Scadenza adesione ricorsi e invio plico: 12 agosto.
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L’organico dell’autonomia di ogni istituto, previsto dalla 107/15 per realizzare progetti e Pof, si sta rivelando un grande “calderone” a disposizione di presidi e Usr. Perché non solo i dirigenti scolastici decideranno unilateralmente chi assegnarvi, pure docenti di discipline diverse e personale di ruolo con decenni di anzianità, ma ora si scopre che gli uffici periferici del Miur stanno facendo a gara anche per cambiare la fisionomia dei posti richiesti dagli istituti, al fine di trovare una collocazione al personale privo di titolarità. Ormai vale tutto: pure che un posto della vecchia A050 (materie letterarie e storia alle superiori) sull'organico di diritto venga trasformato in posto di A019, discipline giuridiche ed economiche e che, per recuperare il primo, si disponga il posto in organico di fatto da affidare a supplenza. Ma è chiaro che non è la stessa cosa.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se un istituto ha chiesto con priorità un docente di potenziamento con determinate caratteristiche, si ritrova sempre più spesso un insegnante diverso anche laddove vi siano docenti, abilitati in quella materia, disposti a coprirla. L’ordine che arriva da Viale Trastevere è, evidentemente, quello di dare la priorità assoluta all’assegnazione dei soprannumerari. In barba ad esigenze didattiche, Ptof e organi collegiali, ci ritroviamo con tanti soprannumerari da sistemare a tutti i costi e 100mila neo assunti in balìa di un ‘cervellone’ ministeriale chiaramente non in grado di governare la loro assegnazione definitiva perché frettolosamente incrociata con la fase interprovinciale dei vecchi assunti. Non vogliamo essere facili profeti, ma la parte più corposa di errori e reclami deve ancora arrivare: ne riparleremo tra qualche ora.
ROMA, 27 LUG - I movimenti sugli ambiti territoriali, regionali e nazionali "attesi inutilmente per tutta la giornata di ieri, sono partiti a singhiozzo e con ventiquattrore ore di ritardo". Lo denuncia l'Anief. "Con i docenti infuriati e nessun segnale di vita da parte del Miur. Tanti i docenti che ancora non sanno dove sono stati collocati: il sistema informatico non appare efficiente. E difficilmente lo potrà diventare. Se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo vivendo un prologo di una probabile sequela di errori negli spostamenti, con inevitabile code di reclami e ricorsi. L'aver messo insieme le varie fasi, B1, B2, B3, C e D, ha mandato in tilt il sistema, perché mescolando l'assegnazione di una sede definitiva per i neo assunti e la fase interprovinciale per i vecchi assunti su tutti i posti vacanti e disponibili - afferma l'Anief - ha evidentemente bloccato l'apparato telematico del Miur basato su algoritmi". Per il sindacato "se questo è il cambiamento e se è così che si vuole cambiare la scuola italiana, allora non vi è alternativa al rimpianto delle vecchie maniere, quindi al ritorno alla domanda cartacea". "Chiediamo al Miur - dichiara il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - di spiegare i fatti, di fare chiarezza e ammettere di aver fallito per l'ennesima volta. Qui non c'è in gioco il solo futuro di intere famiglie ma soprattutto, a poco più di un mese dall'inizio dell'anno scolastico, il futuro di un intero sistema d'istruzione che in balia di accordi tra Governo e sindacati rappresentativi sta portando verso la rovina". (ANSA).
Ancora una vittoria dei legali dell’Anief presso il Consiglio di Stato messa a segno a tutela dei diritti dei docenti in possesso di abilitazione con diploma magistrale a indirizzo sperimentale linguistico: i Giudici di Palazzo Spada danno piena ragione ai ricorrenti e confermano il loro diritto a partecipare al concorso a cattedra bandito dal MIUR lo scorso febbraio. Per gli specializzandi sostegno, invece, come per i laureati, tutto è rinviato all’organizzazione delle prove suppletive quando potrà essere, eventualmente, richiesta una nuova istanza cautelare visto che le prove scritte si sono già svolte. E ancora un velo di incertezza si abbatte su tutta la procedura, visto che il Miur non ha ancora predisposto il calendario delle prove speciali richieste dai giudici, mentre stanno per essere nominati i primi vincitori.
I movimenti sugli ambiti territoriali, regionali e nazionali, attesi inutilmente per tutta la giornata di ieri, sono partiti a singhiozzo e con ventiquattro ore di ritardo. Con “i docenti infuriati e nessun segnale di vita da parte del Miur. Tanti i docenti che ancora non sanno dove sono stati collocati: il sistema informatico non appare efficiente. E difficilmente lo potrà diventare. Se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo vivendo un prologo di una probabile sequela di errori negli spostamenti, con inevitabili code di reclami e ricorsi. L’aver messo insieme le varie fasi, B1, B2, B3, C e D, ha mandato in tilt il sistema, perché mescolando l’assegnazione di una sede definitiva per i neo assunti e la fase interprovinciale per i vecchi assunti su tutti i posti vacanti e disponibili, ha evidentemente bloccato l’apparato telematico del Miur basato su algoritmi. Per Anief, se questo è il cambiamento e se è così che si vuole cambiare la scuola italiana, allora non vi è alternativa al rimpianto delle vecchie maniere, quindi al ritorno alla domanda cartacea.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): chiediamo al Miur di spiegare i fatti, di fare chiarezza ed ammettere di aver fallito per l’ennesima volta. Qui non c’è in gioco il solo futuro di intere famiglie ma soprattutto, a poco più di un mese dall’inizio dell’anno scolastico, il futuro di un intero sistema d’istruzione che in balia di accordi tra Governo e sindacati rappresentativi sta portando verso la rovina.
Entro febbraio verrà approvata la bozza del nuovo testo unico sul pubblico impiego, nella quale si prevede la possibilità concreta del licenziamento, in caso di sovrannumero. Prevista, però, anche la fine di quegli aumenti automatici in busta paga, legati all’anzianità di servizio, che in certi comparti, come la scuola, si tradurrebbe nella cancellazione dell’unica forma di carriera professionale. Per accedere agli aumenti, i dipendenti pubblici dovranno passare per la valutazione annuale del loro dirigente: sulla base di questa valutazione, verrà quindi assegnato un aumento, erogato a non più del 20% dei dipendenti. Se a questo si sommano le intenzioni ribadite oggi dal ministro Madia di non voler integrare le “briciole” previste dalla Legge di Stabilità 2016 per il rinnovo contrattuale e di destinare gli unici aumenti a chi percepisce redditi più bassi, il cerchio si chiude.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il Governo ha sbagliato approccio, perché alla luce del desolante quadro tracciato alcuni giorni fa dalla Corte dei Conti, bisognava garantire a tutti il recupero almeno dell’indennità di vacanza contrattuale e l’aumento stipendiale minimo: si tratta di un incremento complessivo di circa il 20%. Solo dopo tali dovuti “aggiustamenti”, si sarebbe potuto parlare di merito ristretto al 20%. Non bisogna dimenticare, però, che il lavoro, con un salario minimo garantito per soddisfare le esigenze di vita, rimane un diritto costituzionalmente garantito e decidere di abolire gli aumenti comporta dei rischi notevoli da un punto di vista giuridico.
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