Un tris di vittorie piene in tribunale registrate dall'Anief nei tribunali italiani di primo e secondo grado: riconosciuto il diritto alle progressioni stipendiali per i docenti precari. Ancora possibile preaderire ai ricorsi gratuiti promossi dall'Anief.
Con tre nuove sentenze ottenute dall’ANIEF presso i Tribunali del Lavoro di Reggio Calabria e Taranto e presso la Corte d'Appello di Catanzaro, il Ministero dell’Istruzione è stato nuovamente condannato per discriminazione e violazione di norme comunitarie per non aver mai riconosciuto ai docenti precari il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi nel corso degli anni. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli – che con la solita professionalità hanno saputo coordinare i nostri legali sul territorio patrocinando i diritti dei nostri iscritti – dimostrano in tribunale l’illecita discriminazione posta in essere da sempre dal Miur nei confronti dei dipendenti precari. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le sentenze ottenute dai nostri legali parlano chiaro e hanno confermato quanto già rilevato dalla Corte di Cassazione riguardo la completa assenza di ragioni oggettive nella discriminazione posta in essere dal Miur nei confronti dei precari. Ancora una volta abbiamo dimostrato che sussiste il diritto dei lavoratori a termine alla progressione professionale retributiva che il Miur deve corrispondere negli stessi termini previsti per il personale di ruolo. Ancora possibile preaderire ai ricorsi promossi gratuitamente dall'Anief.
Solo un decimo delle 100mila supplenze annuali sono considerate su posti vacanti e conferite con scadenza 31 agosto dell’anno successivo. Ciò avviene malgrado la stragrande maggioranza di quei posti siano in realtà privi di titolare e quindi da assegnare per l’intero anno scolastico: solo per il sostegno, a settembre, anche dopo le assunzioni, saranno 37.400 i posti d’insegnamento in deroga. Una quota analoga riguarda i posti d’insegnamento delle discipline curricolari. Ora però i docenti danneggiati cominciano a ribellarsi: a Catania il Tribunale del Lavoro ne ha risarciti tre con 50mila euro, assegnandogli pure le progressioni stipendiali dovute agli scatti automatici che lo Stato continua indebitamente a negare a chi non è di ruolo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’operazione furbesca del Miur di mantenere l’80 per cento delle cattedre vacanti in organico di fatto è stata ormai smascherata. Inoltre, è già acclarato che un posto vacante e disponibile va assegnato con scadenza 31 agosto; le sentenze riconoscono anche il diritto del personale a termine a percepire gli scatti di anzianità che ancora il Miur si ostina a riconoscere solo ai lavoratori a tempo indeterminato. E il doppio diritto vale anche per il personale Ata, al quale il Miur si impunta a estendere le supplenze su posti liberi anche per i mesi di luglio e agosto solo in casi di estrema necessità, come confermato la scorsa settimana dall’Usr del Lazio. Per l’Anief questo modo di fare è inaccettabile, anche perché mantenere congelati quei posti significa vanificare stabilizzazioni e continuità didattica: siamo pronti a ribadirlo nei tribunali, anche quelli europei e alla Cedu, dove abbiamo già patrocinato tantissime cause.
Il giovane sindacato ricorda che è ancora possibile ricorrere per ottenere l'estensione dei contratti su posto vacante e uno stipendio commisurato agli anni di servizio effettivamente svolti, anche con contratti a tempo determinato. Inoltre, è possibile ricorrere per farsi riconoscere gli scatti di anzianità indebitamente sottratti per tutto il periodo di precariato.
Per il 2017 prevista una nuova ondata di ricorsi e di condanne a carico del Miur che ancora non riconosce punteggio per le operazioni di mobilità per il servizio svolto nelle scuole paritarie. Centinaia le adesioni ai ricorsi Anief cui è ancora possibile aderire.
Ancora condanne a carico del Miur e dichiarazione di illegittimità del CCNI nella parte in cui non prevede alcuna attribuzione di punteggio per i servizi prestati nelle scuole paritarie. Numerosi, anche, i provvedimenti che riformano le operazioni di mobilità effettuate in violazione dei diritti dei lavoratori. Gli ultimi provvedimenti in materia ottenuti dall'Anief presso i Tribunali del Lavoro di Mantova e Crotone non lasciano spazio a dubbi e ribadiscono l'illegittimità dell'operato del Miur nelle operazioni di Mobilità 2016 sotto molteplici profili. Per il 2017 si prevede una nuova ondata di condanne a carico dell'Amministrazione visto che molte delle previsioni dichiarate illegittime in tribunale grazie ai legali Anief sono state riprese anche per i trasferimenti in via di pubblicazione senza alcuna apprezzabile modifica. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): molte determinazioni illegittime contenute nel CCNI degli scorsi anni sono state riprese anche per le operazioni di mobilità 2017 e il nostro sindacato è già pronto a una nuova stagione di ricorsi per 'sanare' le storture contenute nella contrattazione e tutelare, come sempre, i diritti dei lavoratori. Ancora possibile aderire agli specifici ricorsi promossi dall'Anief se si è prodotta domanda di mobilità entro il 6 maggio, dichiarando titoli e servizi per cui si intende procedere con il ricorso.
Se ne è parlato stamane a Palermo, nel corso di un incontro svolto da rappresentanti della neonata associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici A.N.Co.Di.S. con i vertici dell’Anief: vicari e collaboratori lamentano il mancato riconoscimento giuridico e contrattuale per le attività ulteriori svolte rispetto a quanto previsto dal contratto senza avere alcun genere di riscontro salvo una diaria forfetaria annua. Eppure, solo grazie all’apporto di questi fac totum della scuola, infatti, i presidi possono organizzare e gestire la mole di responsabilità che la scuola dell’autonomia ha aumentato in maniera esponenziale. Inoltre, molti di loro, pure quando responsabili di un plesso scolastico, non sono esonerati dalle attività didattiche.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non possiamo che condividere le richieste formulate dall’A.N.Co.Di.S., perché i collaboratori dei presidi nel corso degli ultimi anni sono stati progressivamente penalizzati. Dal 2010 non percepiscono più l’indennità di reggenza, a seguito dell’avvio della spending review adottata sui dipendenti pubblici. Con la Buona Scuola hanno perso anche l’esonero dal servizio di docenza, riuscendo questo a scattare solo in presenza (casuale) di un docente potenziatore della stessa classe di concorso del collaboratore del preside, individuato da quest’ultimo. È poi fondamentale che la loro preziosissima opera venga riconosciuta e inquadrata formalmente nell’ambito del ‘middle management’, di cui si parla da 20 anni senza che però nessuno abbia mai presentato una proposta concreta da condurre in porto.
Ancora una vittoria piena dell'Anief nella tutela dei diritti dei docenti precari da anni sfruttati dal Ministero dell'Istruzione. Riconosciuto il diritto all'estensione dei contratti e alle progressioni stipendiali. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief.
Stavolta è il Tribunale del Lavoro di Catania a risarcire i lavoratori precari per l'illegittima apposizione del termine al 30 giugno di ogni anno in luogo del 31 agosto per coprire posti risultati vacanti e disponibili. I legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Antonino Chiarenza ottengono ben tre sentenze che rilevano l'illegittimità dell'attribuzione dei contratti con scadenza al 30 giugno nella provincia di Catania e riconoscono il diritto dei precari a percepire le medesime progressioni stipendiali riconosciute solo al personale di ruolo. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): abbiamo dimostrato in udienza come il Ministero 'bluffi' attribuendo sistematicamente e illegittimamente contratti al 30 giugno di ogni anno anche se il posto è vacante e la normativa impone, in questi casi, il termine del 31 agosto. Le sentenze riconoscono anche il diritto del personale a termine a percepire gli scatti di anzianità che ancora il Miur si ostina a riconoscere solo ai lavoratori a tempo indeterminato. Anief ricorda che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuti i propri diritti e per ottenere l'estensione dei contratti su posto vacante e uno stipendio commisurato agli anni di servizio effettivamente svolti, anche se con contratti a tempo determinato.
L’Anief apprezza la sensibilità del Ministro Valeria Fedeli sul tema del rinnovo del contratto scaduto nel 2009. Tuttavia, ritiene anche che dopo una così lunga attesa non possano certo bastare gli 83 euro lordi medi, che dovrebbero poi risultare al netto 56 euro, su cui è stata sottoscritta un’intesa, il 30 novembre 2016, tra il Ministro della Funzione Pubblica e le organizzazioni sindacali rappresentative, sia nel mondo della scuola che nel pubblico impiego, e che verranno proposti nelle prossime settimane dopo che la strada è stata spianata dal recente via libera definitivo del Consiglio dei Ministri alla riforma dei dipendenti pubblici. Il sindacato ricorda che non bastano, di certo, i 2,8 miliardi di euro in arrivo per tutta la Pubblica Amministrazione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): di cosa stiamo parlando in termini di soldi? Per uno stipendio medio di 1.500 euro significa 105 euro netti per 20 mesi di arretrati e poi da oggi a seguire. Ma non va solo salvaguardato il diritto a percepire l’indennità di vacanza contrattuale pari al 50% dell’inflazione: c’è anche da recuperare l’altra parte dell’aumento del costo della vita. Quindi il Governo deve mettere sul piatto 210 euro netti, pari a 320 euro lordi, che sono pari a quasi quattro volte rispetto alla cifra stanziata attraverso le ultime Leggi di Stabilità. Siamo così convinti del nostro ragionamento che stiamo cercando di convincere gli altri sindacati a non firmare questo contratto. Parallelamente abbiamo anche deciso di agire inviando dei modelli di diffidaspecifici, la cui presentazione dà molte più garanzie del contratto a perdere che il Governo ci vuole rifilare.
Per questi motivi Anief ha deciso di ricorrere per il recupero dell'indennità di vacanza contrattuale nello stipendio, sia per i dipendenti della Scuola, sia per i lavoratori della Pubblica Amministrazione.
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