ROMA, 22 MAR - Per il concorso a cattedra le "domande sono inferiori alle attese per problemi d'invio telematico: a 9 giorni dalla scadenza hanno aderito appena 50 mila precari". Lo afferma in una nota l'associazione sindacale Anief, spiegando che si tratta di un "quarto degli aspiranti docenti che si aspettava il Miur entro il prossimo 30 marzo", auspicando che "l'amministrazione riesca quanto prima a risolvere le difficoltà, in vista di un probabile intasamento di richieste di accesso al sistema telematico negli ultimissimi giorni". Anief ha spiegato che "sono da aggiungere al computo delle iscrizioni al concorso, anche altri ottomila docenti precari che, secondo il più che discutibile regolamento ministeriale, non avrebbero potuto partecipare ma che hanno fatto ricorso con il sindacato: si tratta di docenti, tutti in possesso di regolare titolo di studio, appartenenti a quindici categorie di insegnanti illegittimamente estromessi dalle prove". Marcello Pacifico, presidente Anief, ha detto che si vuole "ripetere i successi del 2012, quando furono estromessi senza validi motivi migliaia di laureati e docenti precari. Ma che con il nostro appoggio hanno partecipato al concorso, per poi vederselo validare dal Consiglio di Stato. Per questo, permetteremo sino all'ultimo giorno utile, la presentazione della domanda alle tante figure professionali lasciate fuori. A confermare la nostra tesi è anche la Legge 107/2015, che attraverso i commi 79 e 80, dal prossimo anno scolastico dà facoltà ai presidi di individuare anche personale privo di abilitazione all'insegnamento".
Il sindacato, che ha già vinto in passato con sentenze definitive tale contenzioso, mette nuovamente a disposizione dei ricorrenti il modello cartaceo sostitutivo di quello on line da inviare alla PAT. Sono interessati tutti i laureati e diplomati in possesso del titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento e i docenti di ruolo esclusi dalla procedura concorsuale esattamente come per il concorso nazionale. Possono partecipare anche gli iscritti ai corsi abilitanti III ciclo PAS per i quali è stata prevista apposita diffida.
È avviato anche un ricorso al Tar per il riconoscimento del servizio prestato per almeno 180 giorni anche non consecutivi o su posti di sostegno. È possibile aderire ai ricorsi fino al 6 aprile 2016, data di scadenza della presentazione delle domande.
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Si tratta di un quarto degli aspiranti docenti che si aspettava il Miur entro il prossimo 30 marzo. Il sindacato auspica che l’amministrazione riesca quanto prima a risolvere le difficoltà, in vista di un probabile intasamento di richieste di accesso al sistema telematico negli ultimissimi giorni.
Anief, intanto, comunica che sono da aggiungere al computo delle iscrizioni al concorso, anche altri 8mila docenti precari che, secondo il più che discutibile regolamento ministeriale, non avrebbero potuto partecipare ma che hanno fatto ricorso con il sindacato: si tratta di docenti, tutti in possesso di regolare titolo di studio, appartenenti a quindici categorie di insegnanti illegittimamente estromessi dalle prove.
Marcello Pacifico (presidente Anief): vogliamo ripetere i successi del 2012, quando furono estromessi senza validi motivi migliaia di laureati e docenti precari, ma che con il nostro appoggio hanno partecipato al concorso, per poi vederselo validare dal Consiglio di Stato. Per questo, permetteremo sino all’ultimo giorno utile, la presentazione della domanda alle tante figure professionali lasciate fuori. A confermare la nostra tesi è anche la Legge 107/2015, che attraverso i commi 79 e 80, dal prossimo anno scolastico dà facoltà ai presidi di individuare anche personale privo di abilitazione all’insegnamento.
"Questa ipotesi di contratto sulla mobilità secondo ANIEF è illegittima". Così Marcello Pacifico, presidente Anief, esordisce in un’intervista avvenuta a margine del seminario "personale ATA e la Buona Scuola" tenutosi a Roma presso l'Istituto Tecnico Leonardo Da Vinci.
L’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, rispondendo sul proprio portale on line ad un quesito in merito, ribadisce che sulla materia vale quanto previsto dall’art. 63, comma 12, del CCNL del 28 maggio 2004, secondo cui ‘il personale che partecipa alle attività di formazione organizzate dall’Agenzia è considerato in servizio a tutti gli effetti’ e che ‘i corsi sono tenuti, di norma, durante l’orario di lavoro’. La norma, pertanto, ha spiegato l’Aran, “in modo inequivocabile” qualifica le ore in cui si attua l’iniziativa formativa come “lavorative”, con la conseguenza che la parte dei corsi che eccede l’orario d’obbligo giornaliero deve essere considerata come lavoro extra da remunerare.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): chiediamo all’amministrazione scolastica di adeguarsi con immediatezza alle direttive europee sull’equiparazione dei diritti del personale di ruolo e supplente. Qualora ciò non accadesse, le istituzioni scolastiche e governative sappiano che abbiamo già allertato il nostro ufficio legale per avviare uno specifico contenzioso in tribunale.
In Campania i decreti provvisori unilaterali in materia, sottoscritti dall’allora direttore dell’Usr Diego Bouché, hanno prodotto una riduzione notevole, di circa 6mila euro a capo d’istituto, in attesa di un accordo superiore che a tutt’oggi tarda dal compiersi. Recentemente, sono state firmate tre ipotesi d’accordo e in questi contratti andavano “sanati” i decreti Bouché: invece non se ne parla nemmeno. E i sindacati maggioritari si adeguano al silenzio.
Subito dopo le festività pasquali, giovedì 31 marzo, Anief-Dirigenti Scolastici terrà un convegno a Napoli proprio su questi temi, dal titolo: “La Legge 107: la posizione del dirigente scolastico tra adempimenti e responsabilità”.
Marcello Pacifico (presidente Anief-Cisal): presto quantificheremo i danni subiti dai dirigenti scolastici della Campania negli anni passati e quelli che, purtroppo, subiranno. La realtà è che, anche dopo la stipula dei Contratti integrativi regionali, i dirigenti scolastici della Campania prenderanno posizione variabile inferiore al 2007: una perdita che, vale la pena ricordare, si ripercuote pure negativamente su pensione e buonuscita. Ed è veramente assurdo che almeno la retribuzione di risultato non abbia effetti nemmeno su queste voci.
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