Mentre il numero ufficiale di iscritti abilitati risulta inferiore alle attese, è boom di adesioni all’impugnazione patrocinata dal giovane sindacato: l’obiettivo è superare il cervellotico regolamento Miur, in base al quale non avrebbero potuto partecipare 15 diverse tipologie di candidati. La maggior parte dei ricorrenti sono laureati non abilitati, con un’alta percentuale di under 30. Sino a dopodomani, 30 marzo, sarà ancora possibile presentare ricorso con il sindacato.
Intanto, parallelamente, presto sotto la lente dei giudici finiranno le impugnazioni di coloro che intendono opporsi alla mancata valutazione di tutto il servizio svolto: pure quello prestato per 180 giorni non consecutivi, in scuole statali, paritarie o su posti di sostegno. Anche da parte del personale già assunto a tempo indeterminato, nelle scuole pubbliche e paritarie.
Marcello Pacifico (presidente Anief): è nostra ferma intenzione far partecipare tutti i ricorrenti. Poi, toccherà all’avvocatura dello Stato spiegare ai giudici per quale motivo chi vuole svolgere il concorso deve essere necessariamente precario ed in possesso dell’abilitazione. Come dovrà convincerli delle motivazioni che hanno portato ad estromettere dalla procedura pubblica, violando il principio di parità, tutti i docenti già di ruolo o in possesso di regolare o equiparato titolo di ammissione.
Il personale ATA con contratto a tempo determinato, assunto annualmente e ripetutamente dal MIUR, ha diritto alla medesima progressione economica e di carriera riconosciuta al medesimo personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Questo quanto emerge dalla Sentenza ottenuta per l'ANIEF presso il Tribunale del Lavoro di Palermo grazie al prezioso intervento degli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Maria Adamo: la normativa comunitaria, infatti, vieta un trattamento retributivo che risulti sfavorevole ai precari per il solo fatto di essere assunti a termine.
L’Aran ha convocato i sindacati del pubblico impiego per il 4 aprile, quando è intenzione delle parti sottoscrivere un accordo che, a sentire l'agenzia che rappresenta il governo nelle trattative, "dovrebbe auspicabilmente risolvere i nodi principali". In particolare, sarebbe stata trovata una soluzione ponte per "il passaggio della vecchia misurazione della rappresentanza all'interno dei nuovi quattro comparti".
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): l’accordo che si sta sviluppando andrà probabilmente a ledere i più elementari principi di affidamento e delle libertà sindacali. E non tiene conto delle indicazioni della Consulta. Largo, invece, al mancato rispetto della rappresentanza dei lavoratori, sulla base dei voti ottenuti in occasione delle ultime elezioni Rsu e delle deleghe sindacali ufficializzate al 31 dicembre 2014. Dire no, permettendo solo ai sindacati maggiori di mantenere la rappresentanza e di realizzare nuovi organismi, va chiaramente contro le buone regole della rappresentatività sindacale. Se le cose stanno così, siamo pronti a chiedere in tribunale l’annullamento immediato di questo accordo che rasenterebbe la truffa.
Nel volgere di poche ore ai tanti docenti a tempo indeterminato, che legittimamente aspirano ad una cattedra nella scuola pubblica, prima è stato detto via FAQ che potevano far valere ogni anno scolastico; poi però si è detto loro che si è trattato di un errore. Con i servizi svolti che non dovrebbero valere nulla. Per Anief non è possibile che a pochi giorni dalla scadenza del bando di concorso, vi siano ancora indecisioni nella gestione delle procedure e nella considerazione dei servizi svolti dai partecipanti al concorso. Questa politica all’insegna dell’incertezza conferma che è un’ambizione lecita impugnare certe decisioni, dichiarando i titoli attraverso apposita domanda integrativa al fine di poter aderire al ricorso entro il 30 marzo.
Marcello Pacifico (presidente Anief): i servizi a tempo determinato, se svolti con il titolo di studio previsto, vanno considerati tutti alla stessa stregua. Negare questo principio, discernendo ad esempio tra supplenze brevi e annuali oppure dal tipo di ruolo ricoperto dal partecipante al concorso, significa attuare una disparità di trattamento e violare le norme in materia riconosciute a livello europeo.
I Tribunali del Lavoro di tutta Italia stanno dando piena conferma sul diritto dei docenti precari ad usufruire delle medesime progressioni stipendiali riconosciute ai lavoratori a tempo indeterminato. Questa volta la pioggia di risarcimenti – più di 20.000 Euro - arriva in Piemonte grazie al patrocinio legale degli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi che ottengono cinque sentenze di pieno accoglimento in favore dei lavoratori precari della scuola.
Sentenza impeccabile quella prodotta dalla Corte d'Appello di L'Aquila che conferma la sentenza di primo grado favorevole alla ricorrente e riconosce, di conseguenza, il diritto della stessa non solo all'inserimento a pieno titolo nelle Graduatorie a Esaurimento, ma anche alla conferma della sua immissione in ruolo già intervenuta attingendo dalle medesime graduatorie. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Manuela Pirolozzi difendono in appello quanto già ottenuto in primo grado e sbaragliano il MIUR ottenendo anche la sua condanna al pagamento delle spese di giudizio. Marcello Pacifico: “Il MIUR ormai ci ha abituati a decisioni sclerotiche o illegittime. Abbiamo sempre richiesto a gran voce il diritto degli abilitati ad accedere al “doppio canale” entrando nelle GaE. Adesso i Tribunali ci stanno dando ragione”.
Paolo Perrone, sindaco di Lecce e vicepresidente Anci: il problema è l'assistenza agli studenti disabili, che costringe i Comuni ad intervenire con una erogazione importante di risorse. Non bisogna poi dimenticare che sul personale Ata è previsto quest'anno un calo degli stanziamenti da parte del governo. Piove sul bagnato. Perché sul personale Ata sono stati effettuati 47mila tagli in un solo triennio, a seguito del “dimensionamento” Tremonti-Gelmini.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la decisione di confermare il taglio di 2.020 Ata sta scontentando le istituzioni a tutti i livelli. Non dimentichiamo che per gli alunni disabili mancano all’appello già 30mila docenti di ruolo. Anief chiede, pertanto, un intervento normativo urgente dal Governo. Prima che qualche giudice sollevi per il personale Ata la pregiudiziale comunitaria.
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