Con questa operazione, si conferma quanto denunciato dal sindacato Anief sulla violazione delle norme sottese (commi 98, 100-101, art. 1, Legge n. 107/2015) nella distinzione di una fase provinciale prioritaria e di un’unica fase nazionale, a partire dalla seconda provincia scelta dai candidati. Alcuni docenti potrebbero aver ragione di rivendicare in tribunale il trasferimento in una provincia diversa da quella in cui sono stati assunti se - dopo l’istanza di accesso agli atti predisposta dall’Anief - potranno dimostrare di essere incappati in un ‘malfunzionamento’ dell’algoritmo.
Marcello Pacifico (presidente Anief): siamo di fronte ad un meccanismo inutilmente complicato e, soprattutto, deciso dopo il termine di presentazione delle domande. Forse il Miur ha voluto mettere una ‘toppa’ a una migrazione forzata e priva di senso di docenti su tutto il territorio nazionale. Solo che con la fine di quest’anno scolastico la mobilità straordinaria, anche sui posti di potenziamento, rischia di mettere sulla ‘giostra’ i neoassunti in fase C, specie quelli immessi in ruolo al Sud.
Penalizzante risulta anche l’accorpamento di un terzo delle classi concorsuali, perchè costringerà molti dei 200mila candidati a preparazioni last minute su diverse discipline universitarie. Permangono, inoltre, le incognite sui criteri di individuazione dei posti. Preoccupa il trattamento riservato ai precari delle graduatorie d’Istituto non abilitati, poi degli insegnanti di sostegno e di quelli dell’infanzia. Domani dal ministro dell’Istruzione, in commissione Cultura della Camera, sapremo gli ultimi dettagli sulle procedure adottate.
Marcello Pacifico (presidente Anief): sarà un concorso confusionario. Anche in occasione dell’ultimo concorso a cattedre, quello bandito nel settembre 2012, presentammo una serie di ricorsi collettivi al Tar Lazio, vincendoli tutti in tribunale. La storia si ripete: la battaglia legale appare inevitabile.
Secondo il giovane sindacato è un giorno triste per il sindacalismo italiano, perché senza alcuna coerenza si è abbandonato un percorso comune condiviso da centinaia di migliaia di docenti e Ata: l’accordo sottoscritto, infatti, instrada verso la perdita di titolarità e la selezione del personale attraverso delle scelte soggettive formulate dal proprio dirigente scolastico. È una modalità sinora mai adottata nel pubblico impiego.
Marcello Pacifico (presidente Anief): non ci rassegniamo alla logica di chi ha creato questa sorta di ‘patentino’, assegnato solo ad una cerchia di docenti: inviteremo tutti a presentare la domanda senza seguire le fasi della ‘pazzia’ pensate da Miur e Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals. Perché tutti gli insegnanti hanno firmato lo stesso contratto e hanno, di conseguenza, gli stessi diritti: non è possibile discernerli in base a criteri improvvisati. Non appena sarà pubblicato il CCNI, faremo partire le istruzioni per ricorrere al giudice del lavoro, presentare le domande e richiedere trasferimenti, passaggi e assegnazioni provvisorie.
Si dice che chi lavora nella scuola rimane giovane nello spirito, perché opera a stretto contatto con i ragazzi. Chissà se può dirlo anche il professor Antonio Chiumiento, di Pordenone che, solo a 67 anni, è riuscito ad ottenere l’agognata immissione in ruolo come insegnante della scuola pubblica. La sua assunzione, giunta con il “potenziamento” degli istituti, è arrivata 47 anni dopo la sua prima supplenza, a 19 anni, quando iniziò ad insegnare all’Istituto Mattiussi di Pordenone. Con lo status da supplente, che è venuto meno dunque a poche settimane dal suo 67esimo compleanno.
Le azioni legali dell’ANIEF continuano ad andare a segno contro il MIUR e a tutelare tutti i diritti dei docenti precari illegittimamente esclusi dal Ministero dell’Istruzione dalla possibilità di essere reinseriti nelle Graduatorie d’Interesse all’atto dello scorso aggiornamento 2014/2017. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Tiziana Sponga ottengono dal Giudice del Lavoro di Ferrara una sentenza esemplare che sancisce senza ombra di dubbio il giusto diritto dei docenti cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento ad essere reinseriti nelle GaE a tutti gli effetti “ivi compresi quelli relativi alla partecipazione al piano straordinario di assunzione ai sensi della l. 107/2015”.
Nella relazione tecnica di Montecitorio, si spiega che la decisione è “finalizzata a facilitare la pianificazione dei posti da bandire nel concorso previsto dalla L. 107/2015”. Il sindacato reputa un grave errore far slittare al 2018/19 l’aggiornamento delle Graduatorie ad esaurimento. Perché gli elenchi da cui devono essere reclutati gli insegnanti per il 50% dei posti vacanti, nei prossimi anni, devono essere aggiornati e riaperti a tutto il personale abilitato.
Marcello Pacifico (presidente Anief): se nell’anno in corso il 75% delle supplenze al 30 giugno è stato assegnato ai precari della II e III fascia delle graduatorie d’istituto, c’è un motivo. È quello della chiusura delle GaE e il loro aggiornamento triennale. La scelta, quindi, di una proroga è insensata. L’unica motivazione legata ai posti da mettere a concorso resta soltanto una scusa, peraltro, incomprensibile. Anche perché, al momento, per i docenti della scuola dell’infanzia vi sono scarsissime possibilità di stabilizzazione. Per questo, presenteremo nei prossimi giorni nuove richieste emendative ai Senatori. E in assenza di una risposta positiva del Parlamento, saremo costretti a ritornare dai giudici per far dichiarare la norma incostituzionale.
Continuano le vittorie dell’ANIEF per i diplomati magistrale anche dopo la remissione all’Adunanza Plenaria della questione del loro inserimento in GAE. Il nostro sindacato, dopo aver ottenuto la prima storica sentenza in Consiglio di Stato per i diplomati magistrale, continua nella sua azione di tutela innanzi al Giudice del Lavoro. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Tiziana Sponga hanno ottenuto oggi un nuova pronuncia del Tribunale di Ravenna che, respingendo il reclamo proposto dal MIUR, ha disposto l’inserimento in graduatoria di ben 60 nostri iscritti.
Anief replica alle accuse di FLC/CGIL, per il quale l’attivismo del sindacato autonomo avrebbe “inondato le scuole di ricorsi”: è vero, ma è stata fatta finalmente giustizia e tracciata la strada a chi non è riuscito a ottenere alcunché in termini di progressione economica e sociale di tutto il personale della scuola. Detto questo, Anief fin da ora si dichiara disponibile, quando calerà un po’ di buon senso e si recupererà un po’ di stile, a percorsi di lotta comune.
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