Nel D.P.R. n. 19 del 14 febbraio 2016 era stato istituito il nuovo insegnamento a favore degli “alloglotti”: per soddisfare precise finalità di insegnamento di Italiano L2 nella scuola secondaria di I e II grado, oltre che nei percorsi di istruzione per gli adulti, nonché per l’attivazione di laboratori di Italiano L2 nella scuola dell'infanzia e primaria. La A-23 trova spazio anche nel Concorso a cattedre del 2016: vengono riservati 506 posti. Ora, però, scorrendo le tabelle allegate al decreto del Ministro sulle immissioni in ruolo, scopriamo che ci sono appena 22 posti. Solo che a differenza di tante altre classi di concorso della secondaria, le vacanze non possono essere state coperte dai trasferimenti visto che la A-23 è stata appena istituita. Gli uffici periferici del Miur hanno, infatti, dimenticato di inserire l’insegnamento nell’organico di diritto. In comune agli altri insegnamenti, però, c’è una conseguenza tragica: i vincitori del concorso rimarranno in buona parte al palo. Eppure, anche il “ministro-linguista” Stefania Giannini aveva speso parole di soddisfazione per la sua attivazione: abbiamo un 10 per cento di alunni non italofoni e, quindi, nella condizione di dover apprendere la lingua con insegnanti specializzati.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): abbiamo un’amministrazione centrale che determina delle norme ma altri uffici dello stesso dicastero che agiscono in senso contrario. L’apice di queste contraddizioni è che al Miur si apprestano a bandire pure il Tfa abilitante per l'A-23. Ma se non esiste l'organico di diritto, non esiste nemmeno quello di fatto, trattandosi di una classe nuova; quindi, in linea teorica, i prossimi abilitati non potranno fare supplenze. E allora perché li abilitiamo?
Sta toccando livelli grotteschi il pressapochismo del Ministero dell’Istruzione sulla gestione delle nuove classi di concorso. Alcune di queste, infatti, dopo essere state istituite con il D.P.R. n. 19 del 14 febbraio 2016, non hanno trovato posto nell’organico di diritto. Con tutte le conseguenze che ne derivano, sia per l’individuazione del personale che per le immissioni in ruolo. Basta dire che, nel frattempo, le scuole hanno chiesto dei posti su potenziamento e l’amministrazione centrale ha fatto svolgere su questi nuovi insegnamenti pure il Concorso a cattedra del 2016.
Anief ha riscontrato tutte queste incongruità approfondendo la situazione paradossale che sta vivendo chi ha a che fare con la nuova classe di concorso A-23: “Lingua italiana per discenti di lingua straniera” (alloglotti). La sua istituzione è stata introdotta dal Miur per soddisfare precise finalità di insegnamento di Italiano L2 nella scuola secondaria di I e II grado, oltre che nei percorsi di istruzione per gli adulti, nonché per l’attivazione di laboratori di italiano L2 nella scuola dell'infanzia e primaria.
Anche il ministro-linguista dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha speso parole di soddisfazione per l’attivazione di una innovativa disciplina, derivante dall’esigenza che in Italia “abbiamo un 10 per cento di alunni non italofoni e quindi nella condizione di dover imparare la lingua con insegnanti specializzati” e perché “l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua è fondamentale e ha un valore integrativo vero e non teorico e retorico”.
Sin qui tutto bene.La nuova classe di concorso A-23 trova spazio anche nel concorso a cattedre del 2016 per 63.712 posti totali: dal Miur, sempre lo scorso febbraio, riservano 506 posti a “Lingua italiana per discenti di lingua straniera”. Ieri, però, scopriamo quello che non avremmo mai voluto leggere: scorrendo le tabelle allegate al decreto del Ministro sulle immissioni in ruolo, si riporta che per le immissioni in ruolo dell’anno scolastico 2016/17 ci sono appena 22 posti. Solo che a differenza di tante altre classi di concorso della secondaria, le vacanze non possono essere state coperte dai trasferimenti visto che la A-23 è stata appena istituita. Cosa è accaduto? È semplice: gli uffici periferici del Miur hanno dimenticato di inserire l’insegnamento nell’organico di diritto. In comune agli altri insegnamenti, però, c’è una conseguenza tragica: i vincitori del concorso rimarranno in buona parte al palo, almeno un anno e rischieranno pure di perdere la stabilizzazione (qualora la mancanza di disponibilità dovesse perdurare per altri due anni).
Come se non bastasse, neldecreto interministeriale sugli organici del triennio 2016-2019, all’articolo 4, è presente un’annotazione che ha del beffardo: "Ciascun Ufficio Scolastico regionale provvederà inoltre, nei limiti del contingente assegnato, all'individuazione dei posti di italiano L2 in misura di 2 per ogni CPIA attivo nella regione, operando all'interno dei posti che si renderanno vacanti al termine delle operazioni di mobilità per l'a.s. 2016/17. Ove questo non dovesse essere possibile, si provvederà ad istituire detti posti in via provvisoria utilizzando l'adeguamento annuale dell'organico e provvedendo poi al ripristino dei medesimi nell'organico di potenziamento dell'anno successivo, senza determinare aumenti del contingente regionale". Non si comprende, infatti, come una nuova classe di concorso possa rientrare nella mobilità.
Il risultato di questo disastro nella gestione degli organici ha raggiunto l’apice in Sicilia: nell’Isola, la regione a forte presenza di immigrati per motivi che tutti conosciamo, su 28 posti banditi abbiamo la “bellezza” di zero disponibilità. Con tutto ciò che i vari CPIA, i centri formativi per gli adulti, abbiano richiesto la classe di concorso nel loro Piano dell’offerta formativa triennale, rivendicando la presenza di un congruo numero di docenti di L2.
“Viene da chiedersi – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - come mai sia potuto accadere tutto questo, con l’amministrazione centrale che determina delle norme e altri uffici dello stesso dicastero che agiscono in senso contrario. L’apice di queste contraddizioni è che al Miur si apprestano a bandire pure il Tfa abilitante per l'A-23. Ma se non esiste l'organico di diritto, non esiste nemmeno quello di fatto, trattandosi di una classe nuova; quindi, in linea teorica, i prossimi abilitati non potranno fare supplenze. E allora perché li abilitiamo?”.
Per approfondimenti:
Scuola, via al concorsone per i precari è l'ultima spiaggia (La Repubblica del 27 aprile 2016)
Concorso scuola docenti: commissione A31 Toscana si dimette in toto, in Veneto settima modifica per primaria. Ma i commissari non si trovano, si passa a nomine di esperti universitari. Nota Miur (Orizzonte Scuola del 18 luglio 2016)
Cronaca di un caso di ineluttabile lentezza legislativo-amministrativa (Tuttoscuola del 18 luglio 2016)
Concorsone, già bocciati metà dei prof (repubblica.it del 4 agosto 2016)
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