Ad una settimana dall’inizio delle lezioni e con le nomine in corso in molte province d’Italia, il Miur non ha ancora provveduto ad aggiornare le graduatorie d’Istituto del personale docente di III fascia che ha sciolto la riserva e di chi si è inserito nella IV fascia aggiuntiva.
Questi docenti non hanno quindi ricevuto nessuna proposta di nomina né potranno riceverne finché la loro posizione nelle graduatorie d’istituto non sarà regolarizzata.
L’ANIEF chiede un intervento immediato del Ministero al fine di aggiornare il sistema con cui le scuole effettuano le nomine poiché è chiaro che a, questo punto, il personale di nuovo inserimento in graduatoria non potrà essere convocato per i posti disponibili.
In attesa dell’aggiornamento (ci auguriamo immediato) del sistema, l’Anief invita il Ministero a diramare una nota con cui si dispongano le nomine fino all’avente diritto (art. 40, comma 9, L. 449/97).
Anief mette a disposizione dei soci ricorrenti il modello di reclamo avverso le graduatorie di IV fascia in corso di pubblicazione in questi giorni. Il modello può essere utilizzato sia dagli esclusi che dagli aventi titolo che dovessero riscontrare difformità rispetto a quanto dichiarato nella domanda di inserimento.
Il reclamo deve essere inviato entro 5 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie a mezzo raccomandata a/r (fa fede il timbro postale), anticipandolo all'ufficio competente anche via fax.
Giunge a naturale conclusione il pasticcio combinato dal Ministero dell’Istruzione che si è ostinato a voler introdurre nelle graduatorie ad esaurimento una quarta fascia del tutto incostituzionale e già oggetto di ricorso da parte del nostro sindacato. Anief ha detto più volte che è assurdo, anche alla luce delle recenti sentenze della Consulta, introdurre una fascia aggiuntiva alle graduatorie provinciali. Così come rimane incomprensibile il voler negare solo ad alcuni docenti abilitati l’inserimento nella stessa graduatoria.
“A parte la palese violazione dei principi generali costituzionali legati al divieto di disparità di trattamento – spiega il presidente Anief, Marcello Pacifico – in questo modo è stata negata la direttiva comunitaria che riconosce a tutti i cittadini europei il diritto di insegnare una volta venuti in possesso della relativa abilitazione. Soltanto una mente perversa poteva riesumare un principio di classificazione e merito in fasce di appartenenza diverse e a seconda dell’anno di conseguimento dell’abilitazione”.
Secondo l’Anief questo pasticcio viene confermato in toto in questa fase, durante la quale veniamo a conoscenza – attraverso la nota n. 5358 dell'11 luglio 2012 - che il Miur sarà costretto per la prima volta a pubblicare le graduatorie in date diverse, posticipando la quarta fascia rispetto alle prime tre.
“Anche quanto sta accadendo in questi giorni porteremo in tribunale – annuncia il presidente dell’Anief – per dimostrare l’irragionevolezza di una norma che sino ad oggi non avuto neanche un minimo di consenso”.
Nuove inclusioni nelle graduatorie ad esaurimento: Anief chiede al Ministero di includere nel decreto prossimo alla pubblicazione anche gli abilitandi in Scienze della formazione primaria e tutti gli abilitati negli ultimi tre anni.
L’Anief trova incomprensibile che nella bozza del decreto ministeriale contenente le “nuove inclusioni nelle graduatorie ad esaurimento in applicazione dell’art. 14, comma 2-ter della legge 24 febbraio 2012 n. 14”, in via di pubblicazione, non sia contemplato l’inserimento di tutti coloro che stanno concludendo il percorso formativo abilitante e di migliaia di candidati che negli ultimi tre anni, attraverso le Università italiane, si vedono ancora incredibilmente negato l’espletamento di un loro diritto.
“Da resoconti sindacali – dichiara il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico - sembra che il Ministero dell’Istruzione continui a ignorare quei precisi impegni che ha assunto il suo Governo in Parlamento in merito all’iscrizione con riserva nelle graduatorie ad esaurimento anche degli studenti frequentanti i corsi di Scienze della formazione primaria ancora non laureati. Né sembra che sia previsto l’inserimento di tutti gli altri docenti che hanno conseguito un’abilitazione riconosciuta dallo Stato e che dal 2009 chiedono di entrare nelle suddette graduatorie”.
Secondo il Presidente del giovane sindacato, specializzato nella normativa scolastica, la posizione assunta dal Miur “appare addirittura ridicola. Soprattutto nella misura in cui vengono organizzati nuovi corsi per abilitare alla professione di insegnante. Questo perché - continua - conseguire un diploma di specializzazione universitario nel campo dell’insegnamento scolastico, ancor di più se si supera l’accesso al numero programmato legato al fabbisogno di personale, serve ovviamente a svolgere il mestiere di docente e non altri lavori”.
“È evidente, quindi, che un cittadino in possesso di un’abilitazione o iscritto ad un corso abilitante debba essere inserito nelle graduatorie ad esaurimento. Quelle stesse graduatorie da cui viene normalmente assunto – conclude Pacifico – il personale supplente e di ruolo della scuola pubblica italiana”.
Anief: le abilitazioni da sempre sono considerate come un superamento di un concorso pubblico. Perché il Ministero dell’Istruzione fa finta di non saperlo?
Le abilitazioni all’insegnamento equivalgono per legge al superamento di un concorso. Mentre il Ministero dell’Istruzione sembra non seguire questa norma. “L’Anief ricorda al Miur – attraverso il suo Presidente, Marcello Pacifico - come da sempre ogni procedura abilitante sia stata ritenuta concorsuale e quindi utile ai fini dell’immissione nei ruoli della scuola. È allora davvero sconcertante quanto ha dichiarato oggi, attraverso un comunicato, di cui si ignora la paternità, proveniente comunque dalle stanze del Ministero dell’Istruzione, attraverso cui si fa finta di non sapere che il titolo conseguito al termine dei corsi di formazione primaria consente l’inserimento nelle graduatorie dai cui si attinge il 50 per cento delle immissioni in ruolo”.
L’Anief chiede pubblicamente a questo punto come mai possano verificarsi certe sviste. A meno che non si tratti di una volontà specifica: “in tal caso,se il Miur avesse deciso di giocare a vendere titoli soltanto per ‘parcheggiare’ chi ogni giorno sempre e comunque assicura il servizio scolastico pubblico, allora dovrà confrontarsi necessariamente ancora una volta – annuncia Pacifico - con il nostro sindacato nelle aule del Tribunale”.
Secondo il Presidente dell’Anief, su questo aspetto del reclutamento del personale scolastico non possono quindi essere fornite interpretazioni ambigue o alternative: “il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento – conclude - deve sempre necessariamente garantire l’accesso ai ruoli della Pubblica Amministrazione”.