Graduatorie

Anief: il Parlamento riveda la bozza di decreto sulla ripartizione delle Graduatorie ad esaurimento. In caso contrario si sottrarrà agli impegni presi. Costringendo il sindacato a far prevalere i diritti dei precari attraverso i Tribunali della Repubblica.

Il Parlamento riveda al più presto la bozza di decreto che circola in questi giorni sulla ripartizione delle Graduatorie ad esaurimento. A chiederlo è l’associazione sindacale Anief, dopo aver preso visione del contenuto del documento parlamentare nato con altri intenti e per la cui stesura aveva dato puntali indicazioni.

“Questa bozza – dichiara il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – non rispecchia minimamente il chiaro impegno che il Governo in Aula, alla Camera dei Deputati, ha preso riguardo l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento anche degli iscritti ai corsi di Scienze della Formazione Primaria, ormai prossimi alla laurea abilitante. Si tratta, infatti, di docenti comunque abilitati in Italia a seguito di procedure di selezione nazionale. Il cui titolo va equiparato a quelli di tutti gli altri candidati all’insegnamento”.

Pacifico si augura che si tratti solo di una dimenticanza. “Noi dell’Anief – sottolinea il Presidente - vogliamo sperare di aver preso visione solo di un testo incompleto e comunque provvisorio. In caso contrario, saremmo di fronte all’ennesimo affronto alla volontà del legislatore. Per tutti vale, come esempio, l’increscioso episodio delle ‘code’ della vergogna”.

Anche stavolta, a seguito della palese violazione dei diritti dei precari, l’esito giudiziario sarebbe scontato. “Siamo certi infatti che di fronte ai Tribunali della Repubblica sarebbe facile dimostrare l’arbitrarietà e l’irragionevolezza della condotta dell’Amministrazione e l’evidente abuso di potere”, conclude Pacifico.

La risposta del sottosegretario Rossi Doria a un’interrogazione parlamentare, in tema di inserimento del personale abilitato nelle graduatorie ad esaurimento, tradisce l’ottusa volontà di continuare a ignorare il Parlamento che si è espresso già più volte nel riaprire le graduatorie del personale docente e nel consentire i trasferimenti da una provincia all’altra.

Ricordiamo al sottosegretario come la validità della L. 143/2004, che all’art. 1 comma 1bis dispone la possibilità di essere reinseriti nella GaE su richiesta degli interessati, sia stata ribadita anche nell’ultimo decreto ministeriale per l’aggiornamento delle medesione (DM 44/2011).

Anche l’on. Russo (PD) ha recentemente sollecitato il ministro Profumo ad una rapida pubblicazione del decreto che dovrà regolamentare l’inserimento in GaE dei docenti finora esclusi.

Anief, fino ad oggi, aveva atteso indicazioni precise dal ministro Profumo, prima di riassumere al giudice del lavoro i ricorsi pendenti al Tar Lazio e di depositare i nuovi al giudice del lavoro, ma se il decreto che inserirà i docenti laureati in Scienze della Formazione Primaria e abilitati in Strumento musicale ed arte non contemplerà tutti gli impegni presi nell’ordine del giorno approvato, allora riprenderà la via del contenzioso per ottenere dai giudici il rispetto del diritto all’inserimento di tutti i docenti abilitati o specializzandi.

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Richiesto un emendamento al Ddl n. 4822 recante la valorizzazione del sistema dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale al fine di attivare le procedure valutative per i docenti che hanno insegnato con contratto a tempo determinato negli AFAM dal 2005.

Anief chiede ai parlamentari di garantire il diritto dei docenti che in questi anni hanno insegnato con contratti a tempo determinato da graduatorie d’istituto nei conservatori ad entrare nelle graduatorie aggiuntive, previa debita valutazione.

 

Il testo dell’emendamento al Disegno di legge n. 4822

Il personale docente, inserito nelle graduatorie d’istituto, che ha maturato a decorrere dall’anno accademico 2004-2005, servizio di insegnamento per almeno 360 giorni, con contratto a tempo determinato, nelle Accademie statali, nei Conservatori di musica, e negli Istituti musicali pareggiati è incluso nelle graduatorie di cui all’art. 2 bis della legge 4 giugno 2004, n. 143, con decreto del ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca secondo le procedure valutative già adottate con decreto del 16 giugno 2005, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.

La motivazione

Considerato che sia le graduatorie di cui al decreto direttoriale del 16 ottobre 2001, sia quelle di cui al decreto ministeriale del 16 giugno 2005 per i docenti con 360 giorni di servizio a tempo determinato dal 1994-1995, non hanno soddisfatto il fabbisogno di insegnamenti a cui si è ricorso attraverso la stipula di contratti da graduatorie d’istituto, la norma intende riaprire le graduatorie aggiuntive previste dal legislatore nel 2004 ai docenti che hanno maturato gli stessi requisiti, dal 2004-2005.

"I Tribunali del lavoro di Milano, Napoli, Verona, Salerno, Lanciano, Cremona, Caltanissetta, Biella, Modica, Vibo Valentia, Brescia, L’Aquila e Avezzano, hanno  confermato le ordinanze cautelari e commissariali del Tar Lazio sull’inserimento a pettine pleno iure ai fini della stipula dei contratti a tempo determinato e indeterminato dei docenti inseriti nelle graduatorie". Lo dice il deputato nazionale del Pd Tonino Russo, che aggiunge “è venuto meno anche l’ultimo pretesto del difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, dietro cui si era trincerato il Miur per non ottemperare alla sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011 in tema di inserimento a pettine dei docenti provenienti da altre province”.

Alla luce di tali  molteplici  provvedimenti dei Tribunali del lavoro – prosegue il componente della Commissione cultura alla Camera - mi pare chiaro che il Miur debba predisporre finalmente un atto di transazione che sani definitivamente la situazione di grave illegittimità determinata dall’accantonamento dei posti spettanti ai docenti collocati in posizione utile per ordine del commissario ad acta nominato dal Tar Lazio”.

Nel mese di settembre - sottolinea ancora Russo - proprio in questo senso, avevo presentato un'interrogazione urgente seguita da una lettera al nuovo Ministro per chiedere la chiusura di un contenzioso foriero di pesanti condanne alla refusione di spese legali per lite temeraria a carico del Miur”.

Le decisioni dei Tribunali ordinari rafforzano la  necessità di rispondere con urgenza alla questione dell’assegnazione ai legittimi aspiranti dei posti accantonati, con conseguente ulteriore beneficio dello sblocco di migliaia di immissioni in ruolo a favore degli altri docenti penalizzati dall’accantonamento multiplo di più posti a favore dei docenti pluriabilitati”.

È arrivato il momento - conclude - di chiudere una volta e per tutte tale penosa vicenda; non sarebbe giustificabile il mancato intervento del nuovo ministro per porre rimedio alla grave superficialità di indirizzo della precedente amministrazione, insieme al pretesto del difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, dietro cui si era trincerato il Miur per non ottemperare alla sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011 in tema di inserimento a pettine dei docenti provenienti da altre province".

Nella provincia autonoma si guarda all’esperimento lombardo e si pensa di mandare in pensione le GaE come nell’ordine del giorno, bocciato in Parlamento, proposto dalla Lega nord. Anief pronta a ricorrere in tribunale per fare annullare la norma in Corte costituzionale.

L’assessore Dalmaso ci riprova e questa volta sembra intenzionata a portare in porto la sua riforma sul reclutamento, pare con il consenso degli altri sindacati. L’unica che protesta vivacemente è l’Anief che ha annullato in questi anni, grazie anche a diverse sentenze della Corte costituzionale oltre che del Tar e del Consiglio di Stato, su ricorsi patrocinati dall’avv. Pinamonti, l’inserimento in coda nelle graduatorie trentine e il bonus di 40 punti per la permanenza nelle stesse, creando non pochi problemi alla provincia autonoma.

Il nuovo sistema di reclutamento, così come congegnato con la scomparsa delle graduatorie permanenti e la chiamata diretta dei presidi, è incostituzionale, per il presidente dell’Anief Marcello Pacifico, che ricorda come si acceda alla pubblica amministrazione per merito e per pubblici concorsi, non per clientelismo o per cooptazione. Anche a Trento, nel rispetto della sua competenza esclusiva in tema di assunzione del personale, non possono essere scardinati i principi cardini sanciti dalla nostra costituzione. È evidente che se l’assessore continuerà per la sua strada si troverà ancora una volta i tribunali della repubblica a ricordarle il rispetto del diritto. Soltanto nel rispettare le regole si evitano quei ricorsi che hanno tenuto tutti con il fiato sospeso. Quando si amministra bene, il cittadino non ha motivo di rivolgersi agli avvocati o al sindacato che deve tutelare i diritti dei lavoratori nel rispetto dell’utenza.

Se il modello è quello lombardo o quell’altro ispirato dalla Lega nord con l’ordine del giorno bocciato dalla Camera dei Deputati, la cui politica è stata avallata in questi ultimi tre anni dai vertici dei sindacati rappresentativi, allora vorrà dire che faremo dichiarare dai giudici come incostituzionali tutti questi modelli.

I docenti interessati possano contattare il presidente Anief della provincia autonoma di Trento, Sergio Giuffrida, a piazza E. Mosna n. 25, 38121, Trento, dalle 15.30 alle 16.30, ogni martedì e dalle 17.30 alle 18.30 ogni venerdì, oppure inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

L’articolo sull’abolizione delle graduatorie trentine