"Un inutile spreco di energie, soldi e tempo". Così l'Anief giudica le prove Invalsi che prendono il via domani. "Gli accorgimenti introdotti - spiega - non cambiano la sostanza: è un errore pensare di valutare il complesso percorso di apprendimento di oltre due milioni di alunni e le performance di migliaia di scuole prendendo come unico riferimento i risultati forniti da test in larga parte nozionistici. Una valutazione seria dovrebbe tenere conto di diversi fattori, ad iniziare da uno studio preliminare del territorio e delle famiglie degli studenti".
"Quella di valutare il rendimento dei nostri alunni con test standardizzati - afferma il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - è una scelta che contraddice la filosofia educativa approntata e sposata in Italia negli ultimi due decenni, sempre più orientata al 'saper fare' e alla centralità dell'alunno nel suo percorso educativo. Anche dopo le modifiche adottate quest'anno, la sostanza e lo spirito dei test rimangono in forte antitesi con il terreno normativo e le tante esperienze didattiche e progettuali percorse per anni nelle scuole. Ci riferiamo al Portfolio delle competenze e delle abilità, oltre che alla creazione della carta d'identità dello studente e dell'istituto scolastico".
Secondo Pacifico "questo genere di attività di verifica, tra l'altro affidate a decine di migliaia docenti, sottoposti a un lavoro supplementare e gratuito, non può essere considerata seria e attendibile per lo sviluppo e il miglioramento della scuola". "E' bene - conclude che il nuovo ministro dell'Istruzione lo sappia. E prenda appena possibile i provvedimenti che ne conseguono".
Non si ferma l'azione dell'Anief, che dopo il ripristino dei posti in deroga sul sostegno, la cancellazione delle code nelle graduatorie ad esaurimento, il riconoscimento degli scatti di anzianita' ai precari, in attesa della sentenza della Corte di giustizia europea sulla stabilizzazione dei supplenti con 36 mesi di servizio, ora ottiene dal Tar Lazio anche il rinvio della norma di legge sulla cancellazione dei docenti di ruolo dalle stesse graduatorie ad esaurimento.
Per il tribunale amministrativo - si legge nell'ordinanza di remissione n. 3309 del 2 aprile 2013 - la norma "appare il frutto piu' di scelte politiche contrastanti con principio meritocratico di inclusione nelle graduatorie, che non piuttosto rivolte a eliminare discriminazioni o a promuovere il lavoro di docente su tutto il territorio nazionale".
Gli avvocati Ganci e Miceli, su mandato dell'Anief e dei suoi 62 iscritti ricorrenti, con i ricorsi nn. 4716/10 e 4717/10 hanno impugnato il decreto Miur dell'11 marzo 2010 che disponeva, in ossequio a quanto introdotto dal legislatore nella legge di conversione n. 167 del 24 novembre 2009 - incurante delle memorie presentate dal sindacato nelle audizioni presso le Commissioni referenti durante l'esame del decreto legge n. 134 del 25 settembre 2009 -, la cancellazione dei docenti di ruolo dalle graduatorie ad esaurimento, in possesso di abilitazioni per altre classi di concorso o ordini di scuola. Tale depennamento avveniva automaticamente ad opera del gestore del sistema informativo del Miur.
"Il provvedimento era stato inserito, come ben ricostruisce il Collegio - spiega l'Anief in una nota -, dopo l'estenuante braccio di ferro sulla natura delle stesse graduatorie permanenti di cui alla legge 124/99 trasformate ad esaurimento dalla legge 296/06, ovvero sul divieto del trasferimento a pettine in alta provincia all'atto dell'aggiornamento delle graduatorie previsto nel 2009, contestato dall'Anief ma assunto dal legislatore prima, su richiesta del ministro Gelmini dopo il suo commissariamento e cancellato dalla Corte costituzionale, in seguito al nuovo ricorso presentato dal sindacato al Tar Lazio".
"Giova ricordare, peraltro - prosegue il sindacato -, che all'interno dello stesso articolo di legge, veniva introdotto anche il c. 4-quater, attualmente al vaglio dei giudici del lavoro, che vanificava i successi ottenuti sempre dal sindacato presso il Consiglio di Stato in merito al riconoscimento della liceita' dello spostamento dei titoli di servizio o culturali gia' dichiarati all'atto dell'aggiornamento. A niente e' valsa la difesa dell'amministrazione in merito all'esistenza dei meccanismi di mobilita' professionale che sono stati introdotti dal legislatore proprio per garantire la continuita' didattica da parte del personale in servizio e non per togliere posti ai precari".
Per Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir alla Scuola, "e' l'ennesima conferma di come la cultura giuridica guida la nostra azione sindacale. L'ordinanza conferma la denuncia che fin dall'inizio abbiamo espresso nei confronti di un intervento legislativo disorganico, pasticciato e illogico, attuato contro gli interessi del Paese e in tutta fretta soltanto per ostacolare le sentenze della magistratura che vedevano l'amministrazione soccombente".
In attesa della decisione della Consulta, pertanto, l'Anief invita tutto il personale docente di ruolo cancellato d'ufficio dalle graduatorie ad esaurimento che ha interesse e puo' dimostrare ad aver diritto, per scorrimento, a un incarico a tempo indeterminato in altra classe concorsuale o ordine di scuola, a partire dal 1° settembre 2011, "a instaurare il contenzioso presso il giudice del lavoro e a chiedere le istruzioni operative per ricorrere inviando un'e-mail con i propri dati anagrafici e recapiti telefonici a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.".
Le graduatorie dei precari sono da rifare, perché per il Tar del Lazio è incostituzionale la norma che ha cancellato nel 2009 i docenti di ruolo dalle graduatorie a esaurimento: è quanto sostiene l'Anief in una nota.
"Su due ricorsi presentati dall'Anief nel 2010 - si legge nella nota - il Tar solleva alla Consulta questione pregiudiziale per violazione di 5 articoli della Costituzione. Tutti i docenti di ruolo cancellati d'ufficio, che dal primo settembre 2010 avrebbero potuto accettare un altro posto per scorrimento di graduatoria in altra classe concorsuale o ordine di scuola, possono ancora fare ricorso".
Per il tribunale amministrativo, sostiene l'Anief, la norma "appare il frutto più di scelte politiche contrastanti con principio meritocratico di inclusione nelle graduatorie, che non piuttosto rivolte a eliminare discriminazioni o a promuovere il lavoro di docente su tutto il territorio nazionale". Per Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir alla Scuola, "l'ordinanza conferma la denuncia che fin dall'inizio abbiamo espresso nei confronti di un intervento legislativo disorganico, pasticciato e illogico, attuato contro gli interessi del Paese e in tutta fretta soltanto per ostacolare le sentenze della magistratura che vedevano l'amministrazione soccombente". In attesa della decisione della Consulta, pertanto, l'Anief invita tutto il personale docente di ruolo cancellato d'ufficio dalle Graduatorie ad esaurimento che ha interesse e può dimostrare ad aver diritto, per scorrimento, a un incarico a tempo indeterminato in altra classe concorsuale o ordine di scuola a partire dal 1 settembre 2010, a instaurare il contenzioso presso il giudice del lavoro.
La videointervista al presidente ANIEF, Marcello Pacifico, a margine del seminario "La legislazione scolastica nella normativa recente" tenutosi a Lipari (ME) il 3 maggio 2013.
"Per far tornare la scuola italiana su livelli accettabili non serve una nuova grande riforma. Occorre, piuttosto, ripristinare il prima possibile un orario scolastico adeguato, dando la possibilita' a tutti gli alunni che lo richiedono di fruire del tempo pieno, adottare finalmente quell'organico funzionale che permetterebbe alle scuole di attuare l'autonomia scolastica, assumere tutti i precari su tutti i posti liberi".
Sono questi i provvedimenti urgenti che l'Anief sottopone all'attenzione del neo ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, dopo aver colto nelle sue prime dichiarazioni ufficiali "la voglia di imprimere un cambio di marcia all'istruzione italiana, rinunciando giustamente ai vuoti annunci e prestando attenzione alle questioni aperte della macchina amministrativa, piuttosto che rispondere alle numerose richieste di interviste o di apparizione in televisione".
A tal proposito, l'Anief nell'augurare al nuovo ministro una convincente e positiva conduzione del Miur, coglie l'occasione per ricordarle che "l'istruzione rappresenta il piu' grande investimento che un Paese moderno possa condurre: da una scuola e un'universita' di alto livello scaturiscono dei cittadini istruiti e competenti, utili a centrare un sicuro progresso personale e sociale. Ma per raggiungere questi obiettivi, imprescindibili, e' necessario che si esca dalle logiche incentrate sui tagli ad oltranza che intravedono nella cultura e nella formazione dei settori su cui risparmiare".
"Occorre sin da subito affrancarsi dalle strategie politiche che negli ultimi sei anni hanno portato alla cancellazione di 200 mila posti di lavoro e, a seguito della scellerata Legge 133 del 2008, al taglio di 8 miliardi di euro solo nel comparto dell'istruzione - sottolinea il sindacato -. Per non parlare dell'affossamento operato alle universita', dove alla riduzione progressiva del fondo ordinario e delle borse di studio rivolte agli atenei, si e' aggiunta l'incredibile eliminazione di una figura chiave anche ai fini del progresso scientifico e tecnologico: quella del ricercatore a tempo indeterminato".
"Chiediamo quindi al ministro Carrozza di dire basta a questa politica miope, figlia di una concezione errata della Conoscenza. Ci rendiamo conto - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief - che le problematiche da affrontare per il nuovo ministro dell'Istruzione sono diversificate, intrecciate e complesse. Soprattutto perche' i danni prodotti dai suoi predecessori sono molteplici. Vi sono, tuttavia, delle priorita' che, anche in vista del regolare svolgimento del prossimo anno scolastico, vanno affrontate con estrema urgenza".
"Su tutte - continua Pacifico - ricordiamo al ministro che occorre riportare il tempo scuola medio quotidiano da 4 a 6 ore in ogni grado scolastico, garantendo l'orario pieno a tutte le circa 200 mila famiglie che lo hanno richiesto per la scuola primaria. A livello di personale, non e' poi piu' procrastinabile l'avvio dell'organico funzionale, con i docenti e il personale Ata assegnati alle loro scuole per almeno tre anni. Cio' permetterebbe anche di ammortizzare gli ultimi assurdi tagli attuati su migliaia di docenti inidonei e insegnanti tecnico pratici".
Piu' in generale, il sindacato invita Maria Chiara Carrozza "ad operare affinche' l'istruzione recuperi il suo ruolo di luogo di promozione di valori sani e di educazione alla cittadinanza, che ci impone la Costituzione oltre che indispensabili per muoversi agevolmente nella societa' contemporanea. A tale scopo, le biblioteche scolastiche devono aprirsi a studenti e cittadini, in modo, anche, che l'istituzione scuola recuperi quel senso dello Stato di cui si sono perse le tracce".