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I precari della scuola sono 136.000 e svolgono un servizio fondamentale per portare avanti la Scuola, nemmeno con gli stessi diritti del personale di ruolo, mentre con la direttiva europea 70 del 1999 manco dovrebbero esistere perché vanno assunti dopo 3 anni si contratti reiterati, ma la direttiva, sappiamo tutti, è disattesa dal governo italiano.

Patroni Griffi, ministro della Funzione Pubblica, invece parla di impossibilità da parte dello Stato di assumere tutti i precari, perché si andrebbe contro il dettato costituzionale dell'assunzione dei giovani laureati, nonostante il loro lavoro da anni sia necessario e nonostante vengano assunti e licenziati ogni anno, infrazione che potrebbe essere tranquillamente denunciata, come sostiene Marcello Pacifico dell'Anief. Il modello di denuncia

La CGIL rincara la dose parlando in termini economici e, come già fatto altre volte, dimostra con i numeri che assumere un precario costa meno che farlo rimanere tale:

il costo per un docente precario della scuola secondaria di primo grado con contratto che scade il 30 giugno è di 30.286 euro, comprensivo di stipendio, 27 giorni di ferie, Tfr e disoccupazione per i mesi estivi.

Se fosse assunto, costerebbe 29.580 euro, 706 euro in meno all'anno.

Stesso discorso per i collaboratori scolastici: per un precario lo Stato paga 21.552 euro, se fosse assunto 21.020 euro, con un risparmio di 532 euro. Per entrambe le tipologie di contratto il risparmio sarebbe del 2,5%.

In pratica la stabilizzazione porterebbe ad un risparmio di 1 miliardo di euro che corrisponde alle spese di chiamata dei supplenti e con tale cifra garantirebbe l'assunzione di 40.000 docenti ed ATA.

La CGIL pone anche la questione dei pensionamenti: da qui al 2016 andranno in pensione circa 70.000 docenti con una fascia di retribuzione media di 28/35 anni, che costano allo stato attuale circa 3 miliardi di euro. Se al loro posto venissero assunti precari, che hanno una fascia contributiva necessariamente inferiore, il costo sarebbe di 2,5 miliardi, con un risparmio di 500 milioni di euro.

Pantaleo ha così commentato il ritorno ai concorsi a GE ancora piene e con i dati alla meno : "Sono dati che dimostrano che quella di Patroni Griffi è un'uscita estemporanea. Questo governo ha deciso che le graduatorie devono essere superate e il precariato storico si risolve con i concorsi. È un'assurdità come ha dimostrato il concorso bandito da Profumo. I governi devono rispettare la Costituzione e provvedere a stabilizzare i precari prima di fare nuovi concorsi. Ci sono tutti i margini economici per farlo."

Fonte: Orizzonte Scuola

Gli scatti di anzianità "concessi" dal Governo non saranno a costo zero: il Governo chiede l'apertura di una trattativa sulla "produttività individuale di docenti e ATA". Secondo la FLCGIL il MOF sarà azzerato entro il 2014. Pacifico: "politica del ‘panem et circenses".

La denuncia è della FLCGIL che con un volantino avverte la volontà del Governo di imporre ai docenti prestazioni gratuite che adesso vengono pagate tramite il fondo di istituto.

Il tagli al MOF ammonteranno al 25%, 394 milioni di euro per il 2011, che saranno la prima trance di un taglio di 350 milioni di euro su base annua che porterà, secondo la FLCGIL, all'azzeramento del fondo nel 2014.

Come fare per garantire alle scuole il funzionamento? Imponendo ai docenti ore in più in cambio degli scatti stipendiali.

Insomma, l'aumento delle ore lavorative dei docenti a costo zero sarebbero uscite dalla porta per rientrare dalla finestra, questa volta messe sul tavolo della contrattazione cui siederanno i sindacati.

Sul piede di guerra anche Marcello Pacifico, presidente del sindacato ANIEF, secondo cui i sindacati hanno svenduto "i lavoratori della scuola a basso prezzo". E minaccia "la politica del ‘panem et circenses’ questa volta finirà nei tribunali della Repubblica italiana. Dove migliaia di lavoratori si sono rivolti per ottenere il diritto allo sblocco del contratto di lavoro e al riconoscimento degli aumenti automatici stipendiali reali, previsti dal CCNL. In questo modo otterremo dei risultati veri. Senza minare la dignità professionale di docenti e Ata."

Fonte: Orizzonte Scuola

I precari nella scuola sono 136 mila, un record certificato dalla Ragioneria Generale dello Stato. Poco più della metà dei 260 mila che lavorano a termine per la pubblica amministrazione, iscritti alle graduatorie ad esaurimento, non saranno mai stabilizzati come ha sostenuto ieri il ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi.

I precari nella scuola sono 136 mila, un record certificato dalla Ragioneria Generale dello Stato. Poco più della metà dei 260 mila che lavorano a termine per la pubblica amministrazione, iscritti alle graduatorie ad esaurimento, non saranno mai stabilizzati come ha sostenuto ieri il ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi. A suo avviso una stabilizzazione di massa sarebbe contraria «al dettato costituzionale» e annullerebbe la possibilità dei giovani di entrare nella scuola.

Una proposizione che, ad avviso di Marcello Pacifico, segretario dell'Anief, non trova alcun fondamento nella Carta: «Nella scuola ci sono 136 mila persone che svolgono un servizio essenziale proprio come i docenti e il personale regolarmente assunto - afferma - per questa ragione lo Stato deve assumerli. Altrimenti continuerà a discriminare i diritti fondamentali di questi lavoratori rispetto ai diritti inalienabili dei cittadini».

Inoltre, lo Stato italiano vive nell'illegalità da 13 anni perchè l'esistenza del precariato nella scuola (e nella sanità) è stata sanzionata dalla direttiva comunitaria 70 del 1999 che impone la stabilizzazione. Una direttiva disattesa anche dal governo Monti, nonostante la deroga all'applicazione della direttiva europea per motivi costituzionali adottata dal Parlamento nella legislatura precedente. «I precari potrebbero chiedere alla Commissione Ue di aprire una procedura d'infrazione contro lo Stato italiano» aggiunge Pacifico.

Anche l'idea che la stabilizzazione dei precari della scuola sarebbe economicamente ingestibile è falsa. Lo sostiene la Flc-Cgil secondo la quale la loro stabilizzazione costituirebbe un risparmio. Il costo per un docente precario della scuola secondaria di primo grado con contratto che scade il 30 giugno è di 30.286 euro, comprensivo di stipendio, 27 giorni di ferie, Tfr e disoccupazione per i mesi estivi. Se fosse assunto, costerebbe 29.580 euro, 706 euro in meno all'anno. Stesso discorso per i collaboratori scolastici: per un precario lo Stato paga 21.552 euro, se fosse assunto 21.020 euro, con un risparmio di 532 euro. Per entrambe le tipologie di contratto il risparmio sarebbe del 2,5%. La stabilizzazione permetterebbe un risparmio di 1 miliardo di euro che corrisponde alle spese di chiamata dei supplenti. Con questa cifra potrebbero essere assunti 40 mila docenti e Ata a tempo determinato.

Esiste anche un'ulteriore variabile da considerare. Nei prossimi tre anni andranno in pensione circa 70 mila docenti con una fascia retributiva media di 28-35 anni. Il loro costo attuale è di circa 3 miliardi di euro. Se al loro posto fosse assunto un numero corrispondente di docenti, con una fascia retributiva inferiore, il costo sarebbe di 2,5 miliardi, con uno risparmio di 500 milioni. «Sono dati che dimostrano - afferma Domenico Pantaleo, segretario Flc-Cgil - che quella di Patroni Griffi è un'uscita estemporanea. Questo governo ha deciso che le graduatorie devono essere superate e il precariato storico si risolve con i concorsi. È un'assurdità come ha dimostrato il concorso bandito da Profumo. I governi devono rispettare la Costituzione e provvedere a stabilizzare i precari prima di fare nuovi concorsi. Ci sono tutti i margini economici per farlo».

Fonte: ll Manifesto

"L'organizzazione del concorso a cattedra si dimostra ogni giorno sempre più improvvisata: oggi il Miur ha comunicato che non vi sono più certezze nemmeno sulle sedi dove gli oltre 320 mila candidati dovranno recarsi il giorno della prova preselettiva. Sino all'ultimo momento, infatti, il Ministero dell'Istruzione ha fatto sapere che 'il calendario della prova preselettiva potrebbe subire delle modifiche per sopraggiunta indisponibilità delle aule o per cause di forza maggiore legate all'organizzazione della prova medesima' e che pertanto si invitano 'i candidati a voler controllare il calendario fino alla data prevista per lo svolgimento della prova'". Lo afferma in una nota l'Anief.

"Inoltre già fioccano le prime critiche su alcuni quesiti dei test preselettivi, che non sarebbero impeccabili come aveva promesso il Miur. Come se non bastasse, sempre il Ministero dell'Istruzione non ha ancora dato indicazioni ai ricorrenti che hanno ottenuto, anche grazie all'Anief, il provvedimento cautelare dal Tar che permette loro di essere ammessi a svolgere la prova del 17 o del 18 dicembre", sottolinea il sindacato.

Secondo Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, quanto sta accadendo "dimostra ancora una volta il dilettantismo del Miur nella gestione di questa prova concorsuale. La prova è nell'ammissione di queste ultime ore dei dirigenti ministeriali di non essere stati in grado di garantire l'ordinario svolgimento della selezione nelle sedi indicate da due settimane. Ma anche nelle segnalazioni di possibili errori all'interno dei quei quesiti che il Ministero si ostina a pubblicare senza risposta esatta. Tutto questo non fa altro che confermare i tanti dubbi che il nostro sindacato evidenzia da diverse settimane su questo concorso".

"È evidente che dopo i proclami di fine estate, attraverso cui il ministro Profumo annunciava con fierezza il ritorno di un concorso a cattedra sulla base di regole trasparenti, modalità innovative e bassi costi, la realtà smentisce i buoni propositi: è chiaro per tutti che a dieci giorni dalle prove preselettive – conclude il presidente dell'Anief -, il clima è già avvelenato dalla presenza di antichi vizi e troppe omissioni".

Fonte: Italpress

 

“Quando il ministro della Funzione Pubblica, Patroni Griffi, afferma in Parlamento, come ha fatto oggi in audizione alla Camera, che è impossibile stabilizzare i precari della pubblica amministrazione perché comporterebbe ‘un blocco delle assunzioni di giovani per molti anni’ dimentica un dato essenziale: da decenni lo Stato nella sanità e nella scuola abusa dei diritti dei giovani lavoratori ad una giusta retribuzione relegandoli in un regime di precarietà di lungo corso”.

Così risponde Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e delegato Confedir per la scuola, alle motivazioni del ministro Patroni Griffi che renderebbero “impossibile pensare a una stabilizzazione di massa per i 260mila precari della Pubblica amministrazione”. Secondo il sindacalista Anief-Confedir la giustificazione del ministro della Funzione Pubblica non regge: “se il Governo ha a cuore le sorti lavorative dei giovani italiani, invece di pagare delle onerose spese per l'esercito – sostiene Pacifico - farebbe bene non soltanto a stabilizzare tutti i precari del pubblico impiego, ma anche a programmare nuove immissioni in ruolo proprio per i più giovani: è il caso di ricordare che ogni anno, a luglio, in Italia circa mezzo milione di ragazzi termina il percorso formativo delle superiori. Ma solo una piccola parte trova un impiego e sono sempre meno coloro che si iscrivono all’Università”.

Il sindacato ribadisce che se la linea del Governo è quella annunciata oggi da Patroni Griffi non rimarrà di certo a guardare: “abbiamo già denunciato alla Commissione europea la violazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE che garantisce la parità di trattamento tra i lavoratori indipendentemente dalla natura del contratto sottoscritto. E l’Italia non potrà cercare di cavarsela con un accordo quadro con le parti sociali, come vorrebbe il Governo dei tecnici, che deroga a questa direttiva sovranazionale”.

Fonte: AgenParl

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti