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“Ormai è inutile attendere la sentenza definitiva del Tar del Lazio del prossimo autunno: il ministro dell’Istruzione rinnovi subito il concorso per dirigenti scolastici.“

La posizione di ANIEF sul concorso per Dirigenti scolastici è in controtendenza rispetto a quelle di molte altre sigle sindacali, infatti, il sindacato siciliano afferma che: “Ormai è inutile attendere la sentenza definitiva del Tar del Lazio del prossimo autunno: il ministro dell’Istruzione rinnovi subito il concorso per dirigenti scolastici“ 

Quindi una richiesta netta di rifacimento complessivo del concorso su tutto il territorio nazionale senza nessuna eccezione. Da notare che la sentenza di merito sul concorso DS in Lombardia è stata fissata per il 20 novembre, a soli due giorni di distanza temporale dalla sentenza di merito sull’errore demologico della prova preselettiva, in altre parole in soli due giorni saranno definiti i contorni della giustizia amministrativa su questo martoriato concorso. 

Il presidente dell’ANIEF rimarca il concetto, rincarando la dose, infatti, dice: “è chiaro che l’unica soluzione per salvare ancora un po’ di serietà e serenità alla scuola italiana è pretendere che si dia seguito ad una corretta selezione di dirigenti scolastici. 

Quanto fatto sinora, invece, non ha garantito la parità di trattamento tra i candidati e la possibilità di scegliere i migliori. Per questi motivi, registrati anche dai giudici, occorre immediatamente rinnovare il concorso”. Di conseguenza tutto rinviato a novembre, mentre si irrigidiscono le posizioni di chi vuole difendere i diritti acquisiti e di chi vuole giustizia verso procedure concorsuali ritenute irregolari e poco trasparenti. 

Fonte: Tecnica della Scuola

Lo abbiamo chiesto a Marcello Pacifico, presidente dell'ANIEF, sindacato che in questi anni si è distinto per numerose iniziative giudiziarie contro diversi provvedimenti, non ultimo il concorso a Dirigente.

Presidente, il Consiglio dei Ministri ha annunciato l'avvio delle procedure per un nuovo concorso riservato ai docenti, si aprirà una nuova stagione di ricorsi?

Nelle dichiarazioni rese alla stampa, pubblicate, in questi giorni, abbiamo chiarito la nostra posizione contraria al concorsone in presenza di migliaia di abilitati e siamo riusciti, unici tra i sindacati, a informare l'opinione pubblica sull’inopportunità di questo provvedimento. Nel 1999 le graduatorie erano esaurite, oggi sono "esauriti" i 200.000 precari che cambiano scuola ogni anno. Tuttavia, vi è una precisa legge dello Stato, la 206/2006 che autorizza il ministro a emanare uno specifico regolamento sul reclutamento e sulla formazione iniziale degli insegnanti; per non parlare della giurisprudenza consolidata che avvalora la liceità da parte della Pubblica amministrazione di bandire concorsi previsti dalla Costituzione per l’ordinario reclutamento nei ranghi dello Stato. Diverso è il caso di chi può accedere al concorso, come è stato chiarito in un articolo del Corriere della Sera di qualche giorno fa.

Si riferisce all'iniziativa che oggi ha anche pubblicizzato il Codacons sui ricorsi per i precari non abilitati ?

Si

Ricordiamo che il Codacons ha proclamato un mega ricorso per l'ammissione dei non abilitati al concorso. Il Codacons le ha tolto la scena.

Intanto, il problema riguarda la disparità di trattamento che si verrebbe a creare tra personale che hanno lo stesso titolo o equipollente (laurea). Infatti, sarà concesso di partecipare senza abilitazione a coloro che hanno conseguito una laurea entro l'anno accademico 2001-2002, se si tratta di corso di studi quadriennale o inferiore; entro l'anno accademico 2002-2003, se si tratta di corso di studi quinquennale; entro l'anno accademico 2003-2004, se si tratta di corso di studi esennale. A coloro che si sono laureati dopo e non hanno ancora conseguito l'abilitazione, invece non sarà concesso di partecipare. Non può essere l'anno di conseguimento del titolo a fare la differenza, come abbiamo appreso dalle prime indiscrezioni, ma la scadenza prevista da un bando che ancora non c’è.

Quindi, ci sono i presupposti per ricorrere.

Prima di proporre un ricorso o di aderire a un ricorso è nostra politica imperativa di studiare l’oggetto dell’impugnativa, di confrontarci con i nostri legali così da proporre le iniziative giuridiche che, evidentemente, nel caso specifico, dovranno essere proposte al Tar Lazio non appena pubblicato il bando di concorso. Non si ricorre contro le intenzioni ma contro gli atti amministrativi ritenuti illegittimi, anche se può essere peccaminoso il solo pensiero. A tempo debito, se ricorreranno le condizioni, avvieremo i ricorsi per denunciare nei tribunali la disparità di trattamento tra cittadini come abbiamo fatto per il concorso a dirigente scolastico dove abbiamo fatto ammettere gli stessi precari.

Fonte: Orizzonte Scuola 

Il Consiglio di Stato fa saltare anche in Calabria la selezione per nuovi dirigenti: il presidente della commissione esaminatrice aveva fatto parte dei corsi di preparazione. E l'Anief commenta: siamo di fronte ad una procedura selettiva che fa acqua da tutte le parti: basta dire che è stata impugnata nei tribunali regionali dell’intera nazione! 

“Ormai è inutile attendere la sentenza definitiva del Tar del Lazio del prossimo autunno: il ministro dell’Istruzione rinnovi subito il concorso per dirigenti scolastici”, chiede Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato ai quadri e direttivi della Confedir. Non si contano più le pronunce dei giudici sulla cattiva organizzazione di una procedura concorsuale nata male, attraverso la formulazione di quiz preselettivi in larga parte errati, e proseguita peggio nella valutazione delle commissioni regionali, contrassegnate da criteri poco chiari e ruoli ambigui. 

“A questo punto – sostiene il presidente dell’Anief – è chiaro che l’unica soluzione per salvare ancora un po’ di serietà e serenità alla scuola italiana è pretendere che si dia seguito ad una corretta selezione di dirigenti scolastici. Quanto fatto sinora, invece, non ha garantito la parità di trattamento tra i candidati e la possibilità di scegliere i migliori. Per questi motivi, registrati anche dai giudici, occorre immediatamente rinnovare il concorso. In caso contrario – conclude Pacifico - si rischierà di pregiudicare non solo l’attuale, ma pure l’avvio dei prossimi anni scolastici”.

Fonte: L'Altro Quotidiano

'Rispetto alla media nazionale dell'11%, l'istruzione annovera oltre il 15% di personale precario. E ciò nonostante le assunzioni degli ultimi anni. Questi dati rappresentano una sonora bocciatura della riforma del mercato del lavoro, ancora prima di diventare esecutiva, che non prevede nel suo impianto normativo una decisa lotta contro il precariato''.

A dichiararlo è Marcello Pacifico, delegato ai quadri e direttivi della Confedir e presidente Anief. Ricordando di aver chiesto piu' volte un confronto al ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi,Pacifico sottolinea che ''oggi di quel tavolo di confronto non si hanno più notizie. Come si sono perse le tracce della richiesta di rispettare la direttiva comunitaria 1999/70 CE, contenente norme imperative sulla costituzione dei rapporti di lavoro a tempo determinato e sulla prevenzione dell'abuso dei contratti a termine da parte dei datori di lavoro pubblici e privati".

''La verità è che ancora oggi, purtroppo, nonostante le nuove norme volute dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, la precarietà lavorativa sta crescendo a vista d'occhio: rappresenta ormai un male endemico - sostiene il sindacalista della Confedir-Anief - della stipula dei contratti di lavoro del nostro paese. Tanto più che nella scuola, dove domani saranno assunti come supplenti annuali 150 mila docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari".

Fonte: Prima Pagina News

"Precari, è record tra i lavoratori italiani: 
l'Istat oggi ci ha detto che siamo ormai a quota 3 milioni. Nella 
scuola la più alta percentuale: rispetto alla media nazionale
 dell'11%, l'istruzione annovera oltre il 15% di personale
 precario. E ciò nonostante le assunzioni degli ultimi anni.
 Questi dati rappresentano una sonora bocciatura della riforma del
mercato del lavoro, ancora prima di diventare esecutiva, che non
 prevede nel suo impianto normativo una decisa lotta contro il 
precariato".

Lo afferma in una nota Marcello Pacifico, delegato ai
 quadri e direttivi della Confedir e presidente dell'Anief, che ha 
anche ricordato come su questa piaga nazionale la confederazione 
sindacale a cui appartiene "avesse più volte chiesto specifici
 provvedimenti al ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni 
Griffi, in particolare quando nei mesi scorsi sembrava che il
 Governo dovesse finalmente intervenire per ridurre il numero dei
 lavoratori precari tenendo conto delle indicazioni dei sindacati".


"Oggi - continua Pacifico - di quel tavolo di confronto non si 
hanno più notizie. Come si sono perse le tracce della richiesta,
 della più grande organizzazione sindacale che rappresenta i
 dipendenti pubblici, di rispettare la direttiva comunitaria 
1999/70 CE, contenente norme imperative sulla costituzione dei
 rapporti di lavoro a tempo determinato e sulla prevenzione 
dell'abuso dei contratti a termine da parte dei datori di lavoro
 pubblici e privati".


"La verità è che ancora oggi, purtroppo, nonostante le nuove
 norme volute dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, la precarietà 
lavorativa sta crescendo a vista d'occhio: rappresenta ormai un 
male endemico - sostiene il sindacalista della Confedir-Anief -
 della stipula dei contratti di lavoro del nostro paese. Tanto più
 che nella scuola, dove domani saranno assunti come supplenti 
annuali 150 mila docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari. E 
dove addirittura diverse scuole autonome saranno affidate in
 reggenza a vicari per l'assenza dei dirigenti scolastici".

Fonte: Italpress

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XXIV2012

 

 

 

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Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

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