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L’anno scolastico non ha ancora preso il via, ma la rabbia dei precari della scuola per la decisione del Miur di bandire un concorso pubblico, davvero ingiusto e illusorio, è già altissima. Ad esprimerla sono stati oggi in centinaia davanti al Ministero dell’Istruzione, dove, sotto la pioggia scrosciante, hanno denunciato il lato tragicomico di una procedura selettiva che li vorrebbe nuovamente valutati all'esercizio di una professione che svolgono da anni.

Mentre montava la protesta, dentro il palazzo ministeriale i sindacati rappresentativi erano impegnati in un incontro con i vertici del Miur per chiedere informazioni sullo svolgimento di quelle prove concorsuali che ancora prima di essere definite attraverso un bando ufficiale già rasentano la derisione.

“Come altro si potrebbe altrimenti definire un concorso – ha detto Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – che costringe i precari della scuola a cimentarsi in una generica prova, come se puntassero ad essere semplici impiegati e non avessero mai superato diversi concorsi su contenuti disciplinari e competenze didattiche? A questo punto, per il nostro sindacato appare inevitabile farci carico di migliaia di denunce alla Commissione Ue per la violazione palese della direttiva 1999/70/CE perché chi ha conseguito un'abilitazione e ha prestato 36 mesi di servizio va stabilizzato. E non umiliato con delle insensate prove sulla comprensione del testo e sulla logica”. 

Il problema è che a difendere i precari sono davvero in pochi: basta dire che gli unici sindacati che li hanno sostenuti durante la protesta davanti al Miur sono stati quello autonomo dell’Anief e quello di base dell’Usi. Dai microfoni di Orizzontescuola, il presidente dell’Anief ha quindi ribadito “l'inopportunità di un concorso a graduatorie strapiene di precari, proprio quando persino i trentasettenni aspiranti a svolgere i Tfa, come risulta dalla media anagrafica dei candidati rilevata dal Cineca, non potranno partecipare. Altro che giovani e meritevoli: prima di raggiungere il ruolo – ha concluso Pacifico - questi precari rischiano di invecchiare”.

Lo rende noto l'Ufficio stampa Anief.

Fonte: AgenParl

Si e' svolto oggi a Roma, a Palazzo Vidoni, un incontro tra il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, e i sindacati, in merito alla situazione dei dipendenti del pubblico impiego. Secondo la Confedir " per la maggior parte dei comparti, il ministro sembrerebbe aver cominciato a prendere in considerazione la possibilita' di avviare un tavolo di concertazione al fine di trovare una collocazione condivisa ai lavoratori dello Stato che si trovano in condizione di esubero".

Durante l'incontro, il segretario organizzativo della Confedir, Michele Poerio, ha ricordato come "in Italia la percentuale degli occupati nel pubblico impiego sia del 14,3% rispetto alla media del 15% dei Paesi Ocse". Ha quindi chiesto "come mai ancora una volta la piu' grande confederazione dei dirigenti pubblici, quale e' la Confedir, continui a essere ignorata a Palazzo Chigi. Tra l'altro per discutere, in occasione del prossimo incontro dell'11 settembre tra Governo e parti sociali, su argomenti - come il taglio del 20% dei dirigenti pubblici che dovra' essere "spalmato" sull'intera categoria - che interessano da vicino i suoi iscritti".

"Ancora una volta - ha detto Poerio - viene disattesa l'intesa del 3 maggio nella concertazione della revisione di spesa nella pubblica amministrazione. E ancora rimangono disattese le aspettative sul tavolo del precariato, proprio quando le tensioni nella scuola e nella sanita' di questi giorni dimostrano la necessita' di interventi immediati e rispettosi della normativa comunitaria. Alla luce di queste considerazioni, nella prossima segreteria generale, sara' discussa la possibilita' di indire lo stato di agitazione dei dirigenti e quadri della pubblica amministrazione".

Secondo Marcello Pacifico, delegato Confedir ai quadri e direttivi e presidente Anief, "la precarieta' del personale statale, ad iniziare da quella mastodontica che opera nella scuola, con 300mila docenti e Ata eterni supplenti, deve essere risolta necessariamente attraverso la stabilizzazione del personale abilitato all'esercizio della professione dallo Stato, chiamato a tempo determinato per diversi anni, e ora costretto a partecipare all'ennesimo concorso dalle procedure fantasiose. Ogni soluzione diversa - ha concluso Pacifico - ci costera' 8 milioni di euro come condanna reiterata da parte del Governo di una precisa direttiva comunitaria".

Fonte: Italpress

"L'anno scolastico non ha ancora preso il via, ma la rabbia dei precari della scuola per la decisione del Miur di bandire un concorso pubblico, davvero ingiusto e illusorio, e' gia' altissima. Ad esprimerla sono stati oggi in centinaia davanti al Ministero dell'Istruzione, dove, sotto la pioggia scrosciante, hanno denunciato il lato tragicomico di una procedura selettiva che li vorrebbe nuovamente valutati all'esercizio di una professione che svolgono da anni". Lo afferma l'Anief in una nota.

"Mentre montava la protesta, dentro il palazzo ministeriale i sindacati rappresentativi erano impegnati in un incontro con i vertici del Miur per chiedere informazioni sullo svolgimento di quelle prove concorsuali che ancora prima di essere definite attraverso un bando ufficiale gia' rasentano la derisione", prosegue il sindacato.

"Come altro si potrebbe altrimenti definire un concorso - ha detto Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - che costringe i precari della scuola a cimentarsi in una generica prova, come se puntassero ad essere semplici impiegati e non avessero mai superato diversi concorsi su contenuti disciplinari e competenze didattiche? A questo punto, per il nostro sindacato appare inevitabile farci carico di migliaia di denunce alla Commissione Ue per la violazione palese della direttiva 1999/70/CE perche' chi ha conseguito un'abilitazione e ha prestato 36 mesi di servizio va stabilizzato. E non umiliato con delle insensate prove sulla comprensione del testo e sulla logica".

"Il problema e' che a difendere i precari sono davvero in pochi: basta dire che gli unici sindacati che li hanno sostenuti durante la protesta davanti al Miur sono stati quello autonomo dell'Anief e quello di base dell'Usi", conclude la nota. Dai microfoni di Orizzontescuola, il presidente dell'Anief ha quindi ribadito "l'inopportunita' di un concorso a graduatorie strapiene di precari, proprio quando persino i trentasettenni aspiranti a svolgere i Tfa, come risulta dalla media anagrafica dei candidati rilevata dal Cineca, non potranno partecipare. Altro che giovani e meritevoli: prima di raggiungere il ruolo - ha concluso Pacifico - questi precari rischiano di invecchiare".

Fonte: Italpress

L'anno scolastico non ha ancora preso il via, ma i precari della scuola sono già in protesta per la decisione del Miur di bandire un concorso pubblico.

Oggi, davanti al Ministero dell'Istruzione, sotto la pioggia scrosciante, i precari hanno denunciato "il lato tragico-comico di una procedura selettiva che li vorrebbe nuovamente valutati all'esercizio di una professione che svolgono da anni": nel frattempo, dentro il palazzo ministeriale, i sindacati rappresentativi erano impegnati in un incontro con i vertici del Miur per chiedere informazioni sullo svolgimento di quelle prove concorsuali "che ancora prima di essere definite attraverso un bando ufficiale già rasentano la derisione".

"Come altro si potrebbe altrimenti definire un concorso - ha detto Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - che costringe i precari della scuola a cimentarsi in una generica prova, come se puntassero ad essere semplici impiegati non avessero mai superato diversi concorsi su contenuti disciplinari e competenze didattiche? A questo punto, per il nostro sindacato appare inevitabile farci carico di migliaia di denunce alla Commissione Ue per la violazione palese della direttiva 1999/70/CE perché chi ha conseguito un'abilitazione e ha prestato 36 mesi di servizio va stabilizzato. E non umiliato con delle insensate prove sulla comprensione del testo e sulla logica".

Fonte: TMNews

Ieri si è svolto l'incontro tra sindacati e Ministero per quanto riguarda la situazione sul personale inidoneo, ITP C999 e C555 e copertura posti ATA. Per UIL costringere inidonei e ITP a passaggio ruoli ATA è la peggiore soluzione. FLCGIL e ANIEF minacciano ricorsi.

Ieri il Miur ha confermato che è in via di predisposizione il decreto interministeriale relativo ai docenti inidonei e ITP, mentre della copertura dei posti ATA si tratterà nei prossimi incontri.

La Uil Scuola, nel rilevare la contraddizione tra le dichiarazioni del Ministro, le azioni del MIUR e gli impegni assunti dal Governo per la realizzazione dell’Agenda Digitale, segnala gli effetti negativi sul personale e le disfunzioni per le scuole per le scelte ed i ritardi accumulati nella soluzione dei problemi, porteranno alla peggiore soluzione; personale inidoneo all’insegnamento sottoutilizzato e carosello di nomine nelle segreterie scolastiche sui posti di Assistente Amministrativo.

Da canto suo l'ANIEF ritiene illegittimo il provvedimento e annuncia un ricorso

FLC, in un comunicato, ha affermato che si tratta di un provvedimento vergognoso e ha ribadito che impugnerà tutti gli atti che l’amministrazione emanerà, fino alla Corte di giustizia Europea e alla Corte Costituzionale.

Fonte: Orizzonte Scuola

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti