Grazie a un decreto monocratico d'urgenza del Tar del Lazio, ottenuto dai legali del sindacato Anief, a partire da lunedì prossimo gli aspiranti docenti esclusi dalla prova preselettiva di accesso al tirocinio formativo attivo per colpa degli errori nella batteria dei quesiti selezionata dalla commissione di esperti del Miur potranno accedere alle prove presso le Università. Lo annuncia l'Anief in una nota.
Il ricorso è stato presentato per consentire la corretta valutazione dei candidati. Incompleta, per il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico, la revisione dei test effettuata in auto-tutela dal Cineca e affidata dal Ministro Profumo a una nuova commissione di esperti universitari.
"Probabilmente il tempo esiguo dedicato, due giorni - spiega in una nota Pacifico - non ha garantito una serena riflessione, tanto che sarebbero state considerate valide domande sbagliate, mentre molti errori non sarebbero stati corretti". Di fronte, pertanto, alla possibilità di annullare l'intera procedura concorsuale, il Tar Lazio ha concesso la misura cautelare richiesta d'urgenza, rinviando al 27 settembre la decisione di accoglimento in Camera di Consiglio. In quell'occasione, sarà richiesta dai legali la rinnovazione delle prove scritte per quella decina di candidati che non hanno potuto partecipare per il ritardo della pubblicazione del decreto cautelare.
Erano state 300 le segnalazioni di anomalie pervenute in una settimana da parte dei candidati, analizzati dal sindacato e studiate dagli avvocati che hanno ottenuto il provvedimento dal tribunale amministrativo. Le classi concorsuali più disastrate riguarderebbero le discipline linguistiche, in particolare il cinese conterebbe quasi una risposta su due errata.
Si aggira intorno alle 160 mila unità il numero di possibili candidati al concorso per prof (11.891 posti) il cui bando, in avanzata fase di elaborazione, sarà pubblicato il 24 settembre, come ha confermato il 6 settembre anche il ministro Profumo.
Si tratterà di un bando-quadro sulla cui cornice i direttori regionali predisporranno i bandi sulle classi di concorso e i posti disponibili su base regionale o interregionale.
Le informazioni sono state comunicate ai sindacati nel corso di un incontro tecnico svoltosi al ministero, in attesa che il Cnpi (Consiglio nazionale pubblica istruzione) esprima il proprio parere sulla tabella di valutazione dei titoli e sui programmi d'esame.
TRE GLI ANNI DI VALIDITÀ DEL CONCORSO. Saranno tre - hanno riferito i sindacati - gli anni di validità del concorso e delle sue graduatorie ai fini delle assunzioni.
E tre sono anche le prove previste: una preselettiva non disciplinare (che rappresenta una novità) da svolgersi in un'aula informatica (di una scuola o di una università), con un numero di item ancora da definire, per accertare abilità logiche, comprensione del testo e conoscenza di una delle lingue straniere di maggiore diffusione comunitaria; una prova scritta a carattere disciplinare (con metodi diversi, inclusi quesiti a risposta aperta) e una prova orale strutturata con una lezione per verificare le capacità didattiche.
SÌ AI CANDIDATI CHE HANNO CONSEGUITO IL DIPLOMA NELL'ANNO 2001-2002. Potranno partecipare al concorso per la scuola dell'infanzia e per la scuola primaria anche i candidati che hanno conseguito il diploma di scuola o di istituto magistrale entro l'anno scolastico 2001-2002.
Per la scuola secondaria potranno accedere al concorso, oltre a coloro che risultano in possesso di abilitazione, anche i laureati entro l'anno accademico 2001-02 (lauree quadriennali), o 2002-03 (lauree quinquennali) o 2003-04 (lauree sessennali).
Comunque, per la scuola secondaria i concorsi saranno banditi solo per le classi di concorso per le quali si prevede la disponibilità di posti (100 è il numero minimo di posti disponibili nel triennio che danno luogo alla messa a bando delle cattedre).
Alle Medie le materie per cui il concorso sarà bandito per educazione artistica, educazione fisica, educazione tecnologica, italiano-storia-geografia, scienze matematiche, francese, inglese.
Alle Superiori le discipline sono disegno e storia dell'arte, educazione fisica, materie letterarie, materie letterarie e latino nei licei, materie letterarie-latino-greco nel liceo classico, francese, inglese, discipline economico-finanziarie, discipline giuridico-economiche, discipline meccaniche e tecnologia, elettronica, filosofia-psicologia-scienze dell'educazione, filosofia e storia, fisica, matematica, matematica e fisica, scienze naturali-chimica-geografia-microbiologia, laboratorio di edilizia e topografia.
Profumo contestato dalle associazioni insegnanti e dai precari a Pisa
L'annuncio del maxi concorso è stato accompagnato da un fiume di polemiche.
A puntare il dito contro il ministero dell'Istruzione, le associazioni insegnanti Gilda e Anief (Associazione Nazionale Insegnanti E Formatori).
«È offensivo apprendere da un comunicato stampa che il ministro Profumo ha intenzione di emanare il bando di concorso tra 18 giorni», ha dichiarato il coordinatore nazionale del Gilda, Rino Di Meglio.
«Il ministro» ha rincarato la dose «fino a questo momento non ha convocato neppure una volta i sindacati ai quali non ha ritenuto di chiedere neppure un semplice parere».
Anche nel merito delle questioni, però, la Gilda ha criticato viale Trastevere: «Siamo preoccupati dalle conseguenze che potrebbero scaturire da un bando frettoloso».
ANIEF: «DISPARITÀ DI TRATTAMENTO IN BASE A UNA DATA». L'Anief ha invece ribadito l'inopportunità di una procedura selettiva, nel prossimo concorso a cattedre, che ha escluso i precari non abilitati e i giovani neo-laureati.
«Se, come riferito nelle ultime ore ai sindacati, il Miur ha intenzione di andare avanti a passo spedito nello svolgimento di questo concorso» ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato ai quadri e direttivi della Confedir «è evidente che si produrrà una disparità di trattamento tra il personale laureato nelle stesse università, poiché la discriminante per l'accesso alle prove selettive sarà costituta non dai titoli ma da un incomprensibile sbarramento associato a una data».
I PRECARI SCENDONO IN PIAZZA A PISA. E mentre le associazioni rivendicano i diritti degli insegnanti, gli stessi precari scendono in piazza per far sentire la loro voce.
Il 6 settembre, a Pisa, è stata organizzata una manifestazione nei confronti del ministro dell'istruzione Francesco Profumo, ospite di un dibattito alla Festa del Pd della città toscana.
«PROFUMO VENDE FUMO». Circa un centinaio di docenti precari e studenti hanno srotolato uno striscione con la scritta 'Profumo vende fumo' contestando il ministro e ottenendo poi che uno di essi prendesse la parola soffermandosi soprattutto su quello che un esponente dei precari ha definito il «concorso-truffa» per insegnanti.
Il Pd di Pisa, sulla vicenda, ha diffuso una nota nella quale si afferma che il partito «ha dato una lezione di democrazia a chi in modo inqualificabile ha provato a impedire al ministro di parlare».
"I posti devono essere assegnati in via prioritaria se non esclusiva a docenti che vengono selezionati in Lombardia per diventare dirigenti". Ad affermarlo è l'assessore all'istruzione della Regione, Valentina Aprea. "Chiederemo altri duecento posti in organico". Pacifico: "si rischia un contenzioso senza fine". Il Partito Democratico chiede una sanatoria come in Sicilia.
Dopo il comunicato stampa di ieri che chiedeva al ministro profumo di "bruciare le tappe", anticipando l'udienza del Consiglio di Stato fissata al 20 novembre relativamente ai ricorsi accolti dal Tar Lombardia per la violazione della privacy a seguito dell'utilizzo di "buste trasparenti" contenenti i dati dei candidati
Ma ciò non basta a Valentina Aprea, chiede anche che "ci siano almeno altri duecento posti in organico in Lombardia per poter gestire nelle scuole rimaste senza dirigenti" e che i dirigenti lombardi vengano selezionati in Lombardia, probabilmente temendo che giungano da fuori regione per coprire i posti vacanti, cosa che comunque garantirebbe il corretto avvio dell'anno scolastico, anche per gli anni futuri.
Sulla faccenda interviene anche il presidente dell'ANIEF e delegato ai quadri e direttivi della Confedir, Marcello Pacifico: “A questo punto nel caso in cui la politica dovesse intervenire sulle vertenze in atto, è evidente che dovrà necessariamente essere assicurato il diritto dei ricorrenti alla rinnovazione della prova concorsuale, al di là delle tutele che potrebbero essere offerte ai candidati che hanno superato il concorso”.
“In caso contrario – conclude Pacifico - il contenzioso non avrebbe mai fine. Anzi, si renderebbe, di fatto, ingestibile la direzione di migliaia di istituzioni scolastiche. Con la pratica delle reggenze, anche di diversi istituti, destinata a moltiplicarsi anziché ad estinguersi”.
Da canto suo L'On. Rusconi ha presentato una interrogazione parlamentare con la quale chiede al Ministro un intervento politico urgente per risolvere il contenzioso, prendendo ad esempio la legge n. 202 del 3 dicembre 2010 ("Norme per la salvaguardia del sistema scolastico in Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004") consentì un provvedimento di sanatoria per il concorso per dirigenti scolastici per la Regione Sicilia.
Il sindacato invita Governo e Parlamento a mostrare saggezza: bisogna assicurare il diritto dei ricorrenti alla rimozione della prova concorsuale, al di là delle tutele che potrebbero essere offerte ai candidati che lo hanno superato. In caso contrario migliaia di scuole diventeranno ingestibili.
Se l’amministrazione scolastica dovesse decidere di non procedere all’attuazione di un nuovo concorso per dirigenti le scuole italiane pagherebbero un prezzo altissimo, sottoforma di mancate direzioni e di reggenze sempre più al limite della praticabilità. A sostenerlo è l’Anief, dopo che alcuni sindacati dei dirigenti scolastici – come l’Anp e Disal – si sono apertamente schierati, invece, per l’immediata messa in servizio di tutti i candidati risultati vincitori di concorso.
A far infuriare il sindacato autonomo è stata, inoltre, la recente presa di posizione del direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, Giuseppe Colosio, nella quale dà per scontata la prossima assunzione dei 335 vincitori di concorso. Come se la sentenza del Consiglio di Stato, in programma il 20 novembre per decidere in via definitiva sulla questione delle buste “trasparenti” contenenti i dati sensibili dei partecipanti e quindi sull’eventuale annullamento dell’intera procedura, non fosse stata mai fissata.
Dopo aver invitato “il Governo e il Parlamento a mostrare saggezza”, l’Anief ha tenuto a ricordare di essere stato “il sindacato che ha patrocinato il maggior numero di ricorsi avversi a questa procedura selettiva” e anche per questo motivo “chiede rispetto per le sentenze emesse dalla magistratura nelle decisioni che verranno assunte” al fine di salvaguardare “i principi costituzionali di trasparenza, imparzialità e merito”.
“A questo punto - ha Marcello Pacifico, presidente Anief – nel caso in cui la politica dovesse intervenire sulle vertenze in atto, è evidente che dovrà necessariamente essere assicurato il diritto dei ricorrenti alla rimozione della prova concorsuale, al di là delle tutele che potrebbero essere offerte ai candidati che hanno superato il concorso”.
“In caso contrario – ha concluso Pacifico - il contenzioso non avrebbe mai fine. Anzi, si renderebbe, di fatto, ingestibile la direzione di migliaia di istituzioni scolastiche. Con la pratica delle reggenze, anche di diversi istituti, destinata a moltiplicarsi anziché ad estinguersi”. Un’eventualità, quella delle lungaggini che il processo in corso potrebbe subire, che in effetti potrebbe davvero venirsi a realizzare. Soprattutto qualora a novembre il Consiglio di Stato dovesse dare ragione ai ricorrenti. E non solo quelli della Lombardia, ma a diverse migliaia di candidati a diventare ds che dopo essere rimasti esclusi hanno impugnato i contenuti dei test e le procedure adottate. Trasformando il concorso in una lotteria dagli esiti ogni giorno sempre più incerti.
"Perché il ministero dell'Istruzione ha deciso di escludere i giovani e i neo-laureati a concorrere per il concorso a cattedre, mentre costringere a parteciparvi solo il personale scolastico docente abilitato che ha già dimostrato tutta la propria competenza disciplinare e didattica?". A chiederlo è il sindacato Anief, dopo aver appreso della volontà dell'amministrazione scolastica di far accedere alla procedura concorsuale solo i docenti già abilitati e coloro che si sono laureati, a seconda del numero di annualità dei corsi, comunque non oltre il 2004.
"Se, come riferito nelle ultime ore ai sindacati, il Miur ha intenzione di andare avanti a passo spedito nello svolgimento di questo concorso - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato ai quadri e direttivi della Confedir - è evidente che si produrrà una disparità di trattamento tra il personale laureato nelle stesse università, poiché la discriminante per l'accesso alle prove selettive sarà costituta non dai titoli ma da un incomprensibile sbarramento associato ad una data".
In base a quanto comunicato dal Miur, per la scuola dell'infanzia e primaria saranno accettate le domande solo dei laureati in Scienze della formazione primaria e di coloro che hanno conseguito il diploma di scuola magistrale o in un istituto magistrale entro l'anno accademico 2001/02.
Per quanto riguarda la scuola secondaria, di primo e secondo grado, varranno invece solo le lauree conseguite entro l'a.a. 2001/02 (quadriennali), 2002/03 (quinquennali) o 2003/04 (sessennali). Se non si rientra in queste date servirà necessariamente l'abilitazione.
"Qualora tutto questo dovesse essere confermato nel bando di concorso - conclude Pacifico - è chiaro che l'Anief impugnerà un regolamento che per come è stato organizzato non garantisce affatto la parità di trattamento tra chi vuole oggi fare l'insegnante nella scuola italiana".