Dopo gli esiti non troppo lusinghieri delle elezioni per il rinnovo delle RSU, per il quale aveva investito risorse e impegno senza esclusione di colpi, l’Anief, il sindacato che in modo particolare ha preso a cuore la sorte dei precari operando attraverso impugnative e ricorsi davanti ai giudici del lavoro di mezza Italia, sembrava essersi dato una pausa di riflessione che poteva preludere ad un cambio di strategia: pochi e rari comunicati, attività informativa di routine e poco più, per mantenere vivo il rapporto con gli iscritti e conservare il più possibile intatta l’immagine pubblica.
Ma nelle ultime settimane la tradizionale linea strategica dell’Anief è ritornata più vivace che mai con proclami di vario genere e l’annuncio di una raffica di ricorsi contro i provvedimenti che hanno interessato il personale scolastico negli ultimi mesi e, in particolare, l’ultima settimana con la pubblicazione del decreto legge n. 95/2012 sulla spending review.
Prima però di partire con la batteria di ricorsi - l’arma sindacale preferita dall’Associazione - l’Anief ha fatto appello al Parlamento, chiamato ad approvare il decreto legge, perché accolga numerose richieste di modifica.
“In caso contrario - ha comunicato l’Anief - la strada del ricorso sarà inevitabile per impedire cambi di profilo per il personale docente in esubero, inidoneo o tecnico-pratico, la cancellazione della qualifica vice-dirigenziale e dell’assegno mensile per le ferie non godute dal personale precario, il divieto di pensionamento con le vecchie regole”.
Poiché la conversione in legge del decreto si avrà probabilmente prima della sospensione estiva dei lavori parlamentari senza comprendere, con molta probabilità, le richieste di modifica, si può prevedere che l’inizio del prossimo anno scolastico sarà accompagnato, ancora una volta, se ci sarà seguito da parte della gente di scuola, da una intensa campagna di ricorsi ai Tar e ai giudici del lavoro.
Il sindacato Anief rilancia la necessità di dare seguito alle 29.000 assunzioni programmate di docenti e Ata, l'Italia dei Valori lavora affinchè il reclutamento sia affidato alle Graduatorie ad esaurimento, senza il concorso.
Precari – Anief sostiene le ragioni dei manifestanti della scuola davanti Montecitorio: se non si vuole affossare la categoria, servono emendamenti alla spending review e le 29mila assunzioni programmate di docenti e Ata.
L’Anief ha già preso contatti con i parlamentari che dovranno esaminare il decreto legge di revisione della spesa: bisogna impedire a tutti i costi il ricollocamento d’ufficio del personale docente in esubero per utilizzarli su discipline che non conoscono e per le quali non sono tantomeno abilitati; occorre cancellare la norma che vuole obbligare i dirigenti a privare il personale precario di usufruire dell'assegno mensile delle ferie non godute; non si può impedire al personale che ha i requisiti di andare in pensione, cancellando così anche il naturale turn over tra i dipendenti.
L’Italia dei Valori da canto suo non si accontenterà finché il Governo e le forze politiche che lo stanno appoggiando non si adopereranno per varare un piano di assunzioni che porti al completo assorbimento, in tempi ragionevoli, delle graduatorie ad esaurimento come era stato promesso dalla legge 296/2006, ovvero dalla finanziaria che trasformava le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento. Si legge nel loro comunicato "Siamo dell’avviso infatti che bandire oggi un concorso per abilitati rappresenti una scelta irresponsabile nonché un espediente ipocrita, offensivo e antimeritocratico perché irrispettoso dei diritti faticosamente acquisiti dai docenti precari che hanno già ampiamente dimostrato la loro preparazione attraverso il superamento di prove concorsuali complesse ed articolate e la loro professionalità attraverso l’esercizio quotidiano delle loro capacità didattiche".
L'associazione sindacale Anief condivide le ragioni della manifestazione del 16 luglio dei precari della scuola davanti a palazzo Montecitorio.
L'Anief, che continua a chiedere che fine ha fatto il decreto interministeriale del 3 agosto 2011, attraverso cui anche quest'anno dovevano essere assunti 22 mila docenti e 7 mila Ata, ha già preso contatti con i parlamentari che dovranno esaminare il decreto legge di revisione della spesa. "È anche e soprattutto per i precari - spiega il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - che stiamo presentando una serie di proposte emendative al decreto legge sulla spending review. Prima di tutto perché non si può sempre chiedere alla scuola di sacrificare risorse che in altri contesti si continuano tranquillamente a sprecare. In secondo luogo per garantire la giustizia sociale. E poi perché l'Anief ha tra i suoi motivi fondanti proprio la tutela dei precari della scuola: non possiamo quindi che condividere le ragioni che domani porteranno tanti lavoratori della scuola a scendere in piazza davanti a quegli stessi parlamentari che si apprestano a votare l'ennesima legge che vuole affossarli".
"Viene da sé che se questo decreto legge non verrà modificato - conclude il presidente del giovane sindacato - siamo pronti a una nuova stagione di ricorsi: sarà così il tribunale ad assicurare la parità di trattamento dei cittadini. Perché essere precario non significa non avere
diritti".
L'Anief condivide le ragioni che domani, 16 luglio, porteranno i precari della scuola a manifestare a Roma davanti a palazzo Montecitorio: dopo tre anni di tagli a senso unico, durante i quali l'ex ministro Gelmini ha ridotto il personale docente e Ata di 150 mila posti, una pessima gestione delle graduatorie dei supplenti, l'applicazione di un dimensionamento incostituzionale che ha fatto perdere 2 mila scuole, dirigenti e amministrazioni, ci voleva il Governo dei tecnici per tirare fuori dal "cilindro" una spending review con dei provvedimenti mirati solo al risparmio e incurante dei delicati aspetti didattico-professionali dell'istruzione pubblica.
Il nostro sindacato - che continua a chiedere che fine ha fatto il decreto interministeriale del 3 agosto 2011, attraverso cui anche quest'anno dovevano essere assunti 22 mila docenti e 7 mila Ata - ha già preso contatti con i parlamentari che dovranno esaminare il decreto legge di revisione della spesa: bisogna impedire a tutti i costi il ricollocamento d'ufficio del personale docente in esubero per utilizzarli su discipline che non conoscono e per la quali non sono tantomeno abilitati; occorre cancellare la norma che vuole obbligare i dirigenti a privare il personale precario di usufruire dell'assegno mensile delle ferie non godute; non si può impedire al personale che ha i requisiti di andare in pensione, cancellando così anche il naturale turn over tra i dipendenti.
"È anche e soprattutto per i precari - spiega il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - che stiamo presentando una serie di proposte emendative al decreto legge sulla spending review.
Prima di tutto perché non si può sempre chiedere alla scuola di sacrificare risorse che in altri contesti si continuano tranquillamente a sprecare. In secondo luogo per garantire la giustizia sociale. E poi perché l'Anief ha tra i suoi motivi fondanti proprio la tutela dei precari della scuola: non possiamo quindi che condividere le ragioni che domani porteranno tanti lavoratori della scuola a scendere in piazza davanti a quegli stessi parlamentari che si apprestano a votare l'ennesima legge che vuole affossarli".
"Viene da sé che se questo decreto legge non verrà modificato - conclude il presidente del giovane sindacato - siamo pronti a una nuova stagione di ricorsi: sarà così il tribunale ad assicurare la parità di trattamento dei cittadini. Perché essere precario non significa non avere diritti".
Sale l’interesse per la manifestazione del 16 luglio organizzata dal Cps: no alle riconversioni, al concorso-truffa e all’abbandono dei precari storici. Anche il Cip rivendica il piano triennale di assunzioni previsto dal decreto sviluppo. Sostegno dal PdCI di Taranto: rischiano pure i docenti che formano il personale della Marina Militare.
Mentre si allunga la lista delle adesioni alla manifestazione di lunedì 16 luglio davanti a Montecitorio, anche la Flc-Cgil ha detto che sarà presente, il ‘Coordinamento precari scuola’ ha messo a fuoco i motivi della protesta: il personale non di ruolo della scuola ritiene che “i nuovi 16.000 tagli previsti dalla spending review” non sono “altro che l'ennesima manovra ammazza-precari”. La manovra del Governo, in via di approvazione definitiva dopo il via libera del Consiglio dei ministri della settimana scorsa, chiederebbe “nuovi, inaccettabili e insopportabili sacrifici per i lavoratori della scuola, i docenti, gli Ata, i tecnici di laboratorio, i collaboratori scolastici. Il governo – sostengono dal Cps - umilia i docenti precari da anni o da lustri in servizio nelle scuole e in attesa nelle Graduatorie ad esaurimento, con la proposta oscena di un assurdo e ridicolo ‘concorso’ a cattedre inesistenti” e ricollocando in modo forzato migliaia di esuberi.
“In barba al ‘merito’ tanto strombazzato e alla ‘qualità’ che dicono di voler promuovere creando squallide gerarchie tra docenti all'interno delle scuole – continuano i precari - stanno riconvertendo sul sostegno i docenti in esubero, violando i diritti dei disabili, e hanno stabilito che i soprannumerari, vittime dei tagli, vadano a insegnare materie nelle quali non sono abilitati”.
Dal Cps giunge un rifiuto netto a partecipare ai prossimi concorsi pubblici: i precari sostengono che non si faranno “selezionaredi nuovo, con tutti i titoli e l'esperienza che abbiamo, perché questo significherebbe negare la validità delle graduatorie” e “gettare via una vita intera di sacrifici”.
Annunciano, quindi, che durante la manifestazione del 16 luglio, concentreranno la loro contestazione si alcuni punti ritenuti imprescindibili: “no alle riconversioni, no alla mortificazione del concorso-truffa, non al tradimento delle aspettative dei precari storici”. Chiederanno a gran voce, infine, la conferma delle immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti, come previsto dal decreto interministeriale del 03 agosto del 2011. “Pretendiamo – conclude il Cps – il rispetto del piano triennale di assunzioni e della nostra dignità”.
Sostegno al Cps è arrivato anche da una delle associazioni storiche dei precari: i‘Comitati insegnanti precari’ hanno detto di condividere in pieno “le ragioni della manifestazione di protesta del 16 luglio contro la politica governativa in materia di istruzione e precariato. Ancora una volta – fa sapere l’organizzazione guidata Elena La Gioia - i docenti precari sono centrifugati in piena estate in un carosello di dichiarazioni e illazioni destabilizzanti, quando invece il personale della scuola necessita di una gestione ordinata e coerente a beneficio dell'intero sistema scolastico”. Dopo l'Anief, anche il Cip esterna preoccupazioni per la possibile mancata “applicazione del piano triennale di assunzioni previsto dal decreto sviluppo”, per “il falso rimedio del concorso al problema reale del reclutamento”, ma anche “al progetto di abuso di mobilità professionale a discapito di quanti sono in attesa di sistemazione definitiva da più lungo tempo”.
Solidarietà all’iniziativa è giunta anche dal PdCI di Taranto, che nel sostenere “la protesta dei lavoratori della scuola e della formazione pubblica” ha ricordato che anche “i docenti dei corsi per la formazione del personale della Marina Militare rischiano il licenziamento o una fortissima decurtazione delle ore di servizio”. Il partito pugliese fa sapere che “questi docenti, alcuni dei quali in servizio da 30 anni, hanno deciso lo stato d’agitazione”. Venerdì 13 luglio hanno già svolto anche due sit-in: il primo a San Vito, davanti l’ingresso principale delle scuole, il secondo davanti la sede dell’ammiragliato.