I giudici rigettano l’appello della Provincia autonoma trentina, confermando il diritto alla progressione economica dei supplenti, precisando inoltre che da tali somme non vanno sottratte gli stipendi estivi. Diversi gli effetti a favore del personale precario: si va dai rimborsi annuali a partire dal 1.500 euro a lavoratore, al nuovo inquadramento dello stipendio iniziale per tutti coloro che stipulano nuovi contratti a tempo determinato con l’amministrazione. Trova conferma, dunque, l’applicazione a tutti i livelli statali della vittoria del sindacato presso Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, la quale ha imposto agli stati membri di porre fine al trattamento diversificato e vessante dei precari rispetto al personale di ruolo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i tempi sono sempre più maturi, a questo punto, per ottenere non solo gli stipendi adeguati, ma anche l’immissione in ruolo del personale.
Dopo otto pronunce delle Corti di Appello nazionali, arriva quella della provincia autonoma di Trento: riguarda i supplenti della scuola, che hanno pieno diritto a ricevere uno stipendio annuale in più per ogni anno di lavoro nelle istituti trentine. Si tratta di una sentenza rilevante, perché conferma l’applicazione a tutti i livelli statali della vittoria del sindacato presso Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, la quale ha imposto agli stati membri di porre fine al trattamento diversificato e vessante dei precari rispetto al personale di ruolo.
Gli effetti per i dipendenti precari della scuola che beneficeranno di tale sentenza, in applicazione della Direttiva 99/70/CE, sono notevoli: si va dai rimborsi annuali a partire dal 1.500 euro a lavoratore, al nuovo inquadramento dello stipendio iniziale per tutti coloro che stipulano nuovi contratti a tempo determinato con l’amministrazione trentina.
La sentenza è giunta come risposta formale a numerose cause intentate proprio per fare riconoscere scatti stipendiali anche al personale docente precario della scuola, che ha diritto ad un trattamento alla pari dei docenti di ruolo: la Corte d’Appello di Trento ha infatti rigettato l’appello della Provincia autonoma trentina, confermando il diritto alla progressione economica dei precari e precisando inoltre che da tali somme non vanno sottratte gli stipendi estivi, come aveva invece deciso in primo grado il giudice Giorgio Flaim.
“Abbiamo assistito all’ennesima sentenza dei giudici che avalla quanto da noi sostenuto da diversi anni e ribadito dalla curia europea – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal -: i tempi sono sempre più maturi, a questo punto, per ottenere non solo gli stipendi adeguati, ma anche l’immissione in ruolo del personale docente, ausiliario tecnico e amministrativo. Oltre che il personale assistente educatore delle scuole e degli istituti di istruzione primaria e secondaria, dei coordinatori pedagogici, dei lavoratori della scuola dell’infanzia e della formazione professionale. In tutto il territorio italiano, come nelle province autonome”.
Anief ricorda che è ancora possibile aderire ai ricorsi per ottenere la stabilizzazione e gli scatti stipendiali (docenti precari), ma anche per ottenere una ricostruzione carriera completa (docenti di ruolo): sono ancora aperte le iscrizioni al ricorso per gli iscritti fino al 31 dicembre senza alcuna spesa iniziale. Il giovane sindacato, infine, ricorda che è ancora possibile aderire ai ricorsi ANIEF anche nelle province non a statuto speciale.
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