La riforma del reclutamento presentata dal ministro dell’Istruzione ai sindacati è stata bocciata da tutti prima ancora di vedere la bozza del decreto. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega i motivi del “no senza se e senza ma” alla proposta dell’amministrazione: “Questa riforma – dice il sindacalista - complica e allunga il percorso per i giovani laureati; ignora il problema della semplificazione del processo di stabilizzazione dei precari; divide la procedura abilitante da quella concorsuale; moltiplica il mercato dei crediti formativi e mortifica il titolo di laurea, il servizio prestato e il tirocinio; infine, non contempla alcun aggiornamento del doppio canale di reclutamento, soluzione per gli Insegnanti tecnico-pratici, per i maestri della scuola Primaria e dell’Infanzia”.
Mancano 50 mila posti all'appello secondo Marcello Pacifico – presidente nazionale Anief - intervenuto al tavolo di confronto con il direttore generale, oltre alla conferma di altri 20 mila posti in organico Covid. E i sindacati ottengono il rinvio del confronto con il capo dipartimento per le questioni politiche aperte. Il Governo deve impegnarsi a investire e a non tagliare. Anief pronta a impugnare il decreto ministeriale se non si recuperano i posti utilizzati per la stabilizzazione del personale dei servizi esternalizzati. Nuovo incontro giovedì 22, ore 15.
"Avviare un confronto, anche preventivo, per dare nuove regole per la formazione iniziale degli insegnanti, affinché l'esperienza avuta con le scuole di specializzazione non si esaurisca in percorsi più lunghi e più inutili, che vanno a invecchiare i giovani che vogliono insegnare e che non portano al reclutamento di chi passa per questi percorsi per diventare docente". Così si è espresso Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief e segretario confederale Cisal, nell’incontro tenuto con il ministro dell'Università e Ricerca, Maria Cristina Messa, per discutere della riforma dei titoli di abilitazione.
l parere positivo del Consiglio superiore della pubblica istruzione dà il via libera all’imminente pubblicazione del bando di concorso straordinario bis riservato alla scuola secondaria. Il testo del bando, già previsto dall’articolo 59 del Decreto Sostegni bis, poi ripreso e modificato dal Milleproroghe 2022, sarà pubblicato nel mese di aprile 2022. Il Ministero, scrive oggi la stampa specializzata pubblicando anche la bozza del decreto del concorso, pensa di dare 30 giorni di tempo per la presentazione della domanda su Istanze online. Entro giugno 2022 i docenti dovrebbero svolgere la prova, unica prova orale con traccia estratta sul momento: pertanto, in tempi brevi dovrebbero essere formate le commissioni e, dopo la presentazione della domanda, pubblicati gli abbinamenti candidati /sede con giorno di convocazione per la prova.
In attesa della pubblicazione del bando concorsuale, Anief fa al ministero dell’Istruzione due precise richieste: collocare il minimo per essere considerati idonei a sei decimi e permettere a tutti coloro che supereranno questa soglia di essere collocati tra i potenziali vincitori, prescindendo dal numero dei posti indicati nel bando. “Come per gli altri concorsi pubblici – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – riteniamo che la soglia per essere inseriti in graduatoria debba corrispondere alla sufficienza, poiché l’andamento degli ultimi concorsi, come l’ordinario in corso di svolgimento, si stanno rivelando dei veri flop a causa del numero limitatissimo di candidati che lo superano. Questo avviene anche per la decisione di collocare a sette decimi il risultato minimo per il superamento della prova. Noi riteniamo che tutti coloro che raggiungano la sufficienza dovranno essere inseriti nella graduatoria di merito, poiché risultati idonei. In caso contrario – conclude Pacifico - siamo pronti a ricorrere nelle sedi opportune”.
Sul rientro in classe degli insegnanti non vaccinati “siamo in totale opposizione rispetto al decreto 24/22 e l’interpretazione dell’ufficio legislativo del ministero è sbagliata: va contro le normative inesistenti”: lo ha dichiarato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in un’intervista a “Senza Filtro”. Il problema è che per l’organo legislativo del ministero dell’Istruzione le 36 ore settimanali sono necessarie e non farle effettuare “comporterebbe un arbitrario e inaccettabile dimezzamento dell’orario lavorativo. Inoltre, gli esperti dell’amministrazione hanno ribadito che stante la parità di retribuzione, di un trattamento privilegiato rispetto ai colleghi vaccinati. “Secondo noi, c’è un equivoco di fondo - replica il sindacalista autonomo – perché il ministero così dicendo si ostina a pensare che chi non è vaccinato possa avere un trattamento simile a chi non è idoneo. E in base a quale criterio può essere considerato tale se è sano?”.