Un’indagine pubblicata dall’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani, guidato da Carlo Cottarelli, ha fatto emergere che mediamente le ore di lavoro degli insegnanti italiani, pur con le differenze dovute alle peculiarità delle discipline, sono almeno il doppio di quelle passate in cattedra, quindi 36 settimanali. Si compongono da 18 ore di insegnamento alle superiori (di più alla primaria e di più ancora all’infanzia) più altrettante aggiuntive “legate alla sfera strettamente scolastica, come la preparazione e la correzione di verifiche scritte o la partecipazione a collegi docenti, consigli di classe, di dipartimento e colloqui con i genitori”, ma il tempo fuori dall’aula si spende pure per “adempimenti burocratici, come la compilazione del registro elettronico o la stesura di rapporti sull’attività di insegnamento”. Lo studio ha rilevato che i docenti più anziani lavorano in media più ore extra-insegnamento rispetto ai colleghi più giovani. L’Osservatorio ha reputato infine strano che le ore lavorative complessive non siano fissate da contratto: molti contratti di lavoro esteri definiscono infatti sia le ore di lezione che quelle totali, assicurando maggiore trasparenza all’intero sistema scolastico.