Il sindacato presenta ricorso al Giudice del Lavoro contro il vincolo quinquennale di permanenza nella sede di immissione in ruolo dei docenti neoassunti nell’anno scolastico 2021/21
Il sindacato presenta ricorso al Giudice del Lavoro contro il vincolo quinquennale di permanenza nella sede di immissione in ruolo dei docenti neoassunti nell’anno scolastico 2021/21
Il sindacato Anief ha inviato una missiva al ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, e alla ministra dell’università e della ricerca, Maria Cristina Messa, per richiedere un intervento, con apposite note MI e MUR, al fine di non pregiudicare le operazioni di mobilità dei docenti di ruolo iscritti al V ciclo dei percorsi di specializzazione sul sostegno, in via di conclusione
Con il vincolo quinquennale intervenuto per tutti gli immessi in ruolo 2020/2021, praticamente nessuno potrà partecipare alle procedure di trasferimento e l'Anief ha già avviato le procedure per ricorrere. Ma c'è una categoria di docenti che, avendo già superato in anni precedenti l'anno di prova perché già immesso in ruolo sullo stesso grado di istruzione da Graduatorie a Esaurimento, avrebbe potuto presentare domanda di passaggio di ruolo già da subito. L'Ordinanza Ministeriale n. 106/2021, però, nega tale possibilità di mobilità professionale in modo illegittimo perché il passaggio d ruolo e di cattedra non erano contemplati dalla normativa nazionale e, dunque, per il passaggio di ruolo o di cattedra non era previsto alcun vincolo quinquennale. Anief, unico sindacato da sempre attento alle problematiche dei docenti con diploma magistrale, avvia dunque le procedure di adesione allo specifico ricorso per ottenere il passaggio di ruolo e organizza un Webinar nazionale loro dedicato che si terrà il prossimo 7 aprile a partire dalle ore 15:30 per informare su tutte le possibilità riguardo le procedure di Mobilità 2021/2022. Per registrarsi al Webinar gratuito organizzato da Anief, clicca qui
Le nuove procedure selettive sulla scuola potrebbero escludere i giovani senza possibilità di accesso, poiché emarginati dalle prove per mancanza di adeguati titoli e servizi: lo scrive oggi Il Corriere della Sera, sulla base di un approfondimento dell’ultimo Decreto Legge del 1° aprile, n. 44 contenente Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici già pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’emergenza sanitaria impone infati lo svolgimento di procedure snelle, anche online, dando un maggior peso a titoli e servizi, con nuove “modalità semplificate di svolgimento delle prove” previste dal decreto: si introduce, infatti, la “valutazione dei titoli legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle successive fasi concorsuali”, con “i titoli e l’eventuale esperienza professionale, inclusi i titoli di servizio” che “possono concorrere alla formazione del punteggio finale”. La preselezione, pertanto, non verrebbe realizzata dai candidati, ma sulla base dei titoli e dei servizi svolti.
Anief reputa l’interpretazione fornita oggi dalla stampa del tutto soggettiva. Ad oggi, infatti, i concorsi ordinari della scuola, per i quali hanno già presentato regolare domanda centinaia di migliaia di candidati, sono regolati da bandi già pubblicati e quindi definiti. “Come si a cambiare delle regole in corsa”, si chiede Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato. “Inoltre, ammesso che vi sia questa necessità, è chiaro che dovrà essere concertata con le organizzazioni sindacali. Per noi la valutazione dei titoli e servizi va intesa non certo come una selezione: tutti i candidati hanno diritti a misurare le loro competenze, conoscenze e capacità formative, prevedendo per loro un canale speciale di reclutamento”.
C’è un evidente disallineamento tra l’ancora modesto livello di tecnologie digitali utilizzate dalle amministrazioni pubbliche e l’uso generalizzato della rete internet e dei social che la pandemia ha imposto. Ma si tratta di un utilizzo spesso improvvisato, non supportato da competenze adeguate. Sono alcune delle conclusioni contenute nella “Relazione annuale 2020 del Cnel consegnata al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Amministrazioni pubbliche centrali e locali alle imprese e i cittadini, realizzata ai sensi dell’art. 10-bis della legge 936/1986 con il contributo di 30 istituzioni. Dallo studio nazionale emerge che “meno di una istituzione su due (41,9%) dichiara di utilizzare Internet e solo gli organi di governo centrale, nelle Università pubbliche e nelle Regioni vanno di pari passo alla diffusione del web. Nonostante ciò, i social costituiscono quasi ovunque la seconda tecnologia più utilizzata dopo internet. Sulla copertura VHCN, l’Italia ha accelerato il ritmo di diffusione della fibra ma resta ancora indietro rispetto alla media UE del 44%”. Nel contempo, “solo il 42% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base e solo il 22% dispone di competenze digitali superiori a quelle di base. Inoltre, la percentuale di specialisti ICT in Italia è ancora al di sotto della media UE, così come la quota di laureati nel settore ICT, che registra un valore pari all’1% contro una media europea di 3,6%”.
Il leader dell’Anief, Marcello Pacifico, si sofferma sulla mancanza di competenze e l’uso eccessivo delle nuove tecnologie: “l’utilizzo ad esempio esclusivo e prolungato della dad porta problemi relazionali a lungo termine i cui effetti non sono prevedibili. Per questo dobbiamo fare uno sforzo di riorganizzazione, così da prevedere anche delle scelte di prevenzione ai disagi”. Diventa allora fondamentale dare seguito al Patto per l’Innovazione del Lavoro pubblico e la Coesione sociale, sottoscritto nei giorni scorsi anche dalla Cisal, che ha l’intento di modernizzare il “sistema Italia” e l’incremento della coesione sociale, grazie all’opportunità offerta dal Pnrr, potenziando la PA con la semplificazione dei processi, un massiccio investimento nel capitale umano e l’avvio di una nuova stagione di relazioni sindacali che porti pure al rinnovo contrattuale. L’accordo avrà effetti di rinnovo e adeguamento su molti punti: assunzioni straordinarie, stipendi inadeguati, lavoro agile, formazione, aggiornamento, nuove professionalità, Università, Afam, formazione a distanza e lavoro agile, ricerca.
CCNL 2016/18 -