È stato pubblicato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Next Generation Italia” con le Linee di indirizzo per la bozza da sottoporre al CdM. Anief ha analizzato il documento, cogliendo i punti più importanti riguardanti l’istruzione. Marcello Pacifico (Anief): “L’attenzione posta a uno dei temi più importanti della società, cioè l’istruzione, non può che renderci pienamente soddisfatti. Da anni ribadiamo come sia necessario incrementare le risorse nelle zone che più necessitano di ausilio. È importante investire sul Mezzogiorno, nelle realtà in cui l’abbandono scolastico è una piaga. La scuola deve essere un luogo di ‘salvezza’ anche, riscattare i territori disagiati, ancora certezza e ristoro per i ragazzi che sono a rischio di abbandono scolastico. Questa è una scommessa e credere nel fatto che la scuola sia speranza viva è il modo migliore per vincerla”
Cresce il budget che la Commissione europea metterà a disposizione dell’Italia per la ripresa post-Covid-19. E cresce pure la quota parte che verrà dedicata al rilancio della Scuola. Salgono infatti complessivamente a 222,03 miliardi le risorse previste negli investimenti del cosiddetto Piano Recovery. Di questi 209,84 riguardano il Next Generation Eu: 66,6 miliardi sono già impegnati in progetti in essere, 143,24 su nuovi progetti. I dati emergono dalla tabella allegata al documento che il governo ha predisposto e girato ai partiti di maggioranza nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nello specifico, per quanto riguarda l’Istruzione sono 27,91 i miliardi messi a disposizione: di questi, 22,29 miliardi saranno destinati a nuovi progetti.
Il sindacato Anief prende atto dell’incremento, ma avverte: diventa ora fondamentale non disperdere i fondi provenienti dall’Europa. Quando in primavera verranno stanziati, dovranno servire a valorizzare anche il personale, adeguando certamente gli stipendi, oggi tra i più bassi dell’area Ocde, introducendo quell’indennità di rischio biologico che il Covid ha fatto esplodere ma che in realtà per chi insegna esiste da sempre ed è dimostrata dalla troppo elevata percentuale di burnout presente nella categoria. Stabilizzazione dei precari, incremento degli organici, delle sedi scolastiche, quindi delle dirigenze e dei Dsga sono gli altri punti su cui bisognerà intervenire, spazzando via una volta per tutte gli effetti nocivi del dimensionamento partito nel 2008 e mai contrastato a dovere. A questi fondi, inoltre, sarebbe bene aggiungerne altri, anche di matrice privata, così da rendere la scuola autonoma a tutti gli effetti, smarcandola da debiti pubblici e crisi di Governo.
Secondo Marcello Pacifico, “chi di dovere è bene che si prenda sin da subito l’impregno di investire al meglio questi fondi: andare a rivedere i parametri per l’assegnazione degli organici è una delle missioni che si dovranno definire. Il numero di alunni per classe deve ridursi in modo radicale, per contrastare il Covid-19 ma non solo, anche quindi in pianta stabile. La Legge 133 del 2008 ci ha portato via 4mila scuole autonome e oltre di 15mila i plessi. Grazie anche al nostro apporto, abbiamo recuperati 3.000 plessi. È l’ora di continuare a seguire questa strada”.
Martedì 19 gennaio 2021, dalle ore 17 alle 18.30, si terrà un incontro telematico organizzato dal sindacato dal titolo “Contratti Covid: le azioni di tutela Anief”. Relatori: Marco Giordano, segretario generale Anief, e Giovanni Rinaldi, avvocato dell’Ufficio legale Anief. Per registrarsi, cliccare qui
Il sindacato proroga i termini di partecipazione al ricorso ad adiuvandum per costituirsi in Corte Costituzionale e rivendicare il diritto al riconoscimento del punteggio nelle operazioni di mobilità per il servizio svolto presso le scuole paritarie. Marcello Pacifico (Anief): “Lo abbiamo sempre sostenuto, non si può considerare il servizio nelle scuole paritarie come ‘servizio di serie B’ e non valutarlo né nei trasferimenti, né nell’individuazione dei sovrannumerari né tanto meno negli scatti di anzianità. Siamo pronti a vincere questa battaglia di diritto”
Con l’entrata in vigore del decreto Milleproroghe è stata introdotta la proroga dello stato di emergenza al 31 marzo prossimo per via dei rischi ancora corposi di contagio da Covid19. Tra le misure prorogate – informa in una nota l’Inail - rientra l’applicazione del lavoro agile per l’emergenza nelle PA e per i datori di lavoro privati a ogni rapporto di lavoro subordinato, anche in assenza degli accordi individuali, previo rispetto degli obblighi di informativa, che possono essere assolti in via telematica ricorrendo alla documentazione resa disponibile dall’Inail. Slittano a tutto il 31 marzo 2021 anche le disposizioni sulla Sorveglianza sanitaria eccezionale per i lavoratori “fragili” maggiormente a rischio. Nel frattempo, dal ministero dell’Istruzione arriva una Nota a firma del capo dipartimento Max Bruschi che recepisce il nuovo Decreto Legge n. 1/2021 con le misure anche per la scuola.
Secondo l’Anief il perdurare dello stato emergenziale per altri quasi tre mesi la dice lunga sulla pericolosità dei contagi, confermata peraltro dalle decine di migliaia di nuovi contagi quotidiani e di morti da coronavirus. Non si parla, però, di un piano capillare di vaccinazioni per il personale scolastico, mettendo subito in campo le risorse necessarie e una adeguata programmazione: la vera unica disposizione che servirebbe per prevenire il Covid. E in questa situazione lascia molto perplessi la decisione del Consiglio dei Ministri di far riprendere le lezioni in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado, con il 50% di studenti, già da lunedì prossimo, lasciando alla potestà territoriale la possibilità di far slittare ulteriormente il rientro sui banchi. Tuttavia, superando l’articolo 4 del Decreto Legge n. 1/2021, le Regioni hanno deciso o stanno decidendo in ordine sparso, con prevalenza di quelle che vanno per la loro strada: una circostanza che ha fatto giustamente sorgere il dubbio, anche alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che certe scelte siano dettate più da analisi prettamente politiche piuttosto che scientifiche e legate allo stato effettivo dei rischi di contagio. Ne è derivato in quadro di delibere regionali, approvate o in via di approvazione, a dir poco difforme: una serie di disposizioni adottate dalle singole Regioni, con ordinanze territoriali, che hanno prodotto un’offerta formativa “spezzatino”, con avvii differenziati che vanno dal 7 (confermato dal Trentino Alto Adige) al 31 gennaio (Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia) e tante altre date intermedie, anche differenziando il rientro a seconda dei cicli scolastici.
Marcello Pacifico, presidente Anief: “Per evitare tutto questo avevamo chiesto un periodo ‘cuscinetto’, durante il quale vaccinare tutto il personale scolastico e fare i tamponi agli studenti e quindi mantenendo la didattica a distanza alle superiori fino al 17 gennaio, con rientro quindi lunedì 18. Bisogna fare i conti con la realtà, fatta di 20mila nuovi casi di contagi e centinaia di decessi al giorno. Domani, 8 gennaio, potrebbe essere una giornata importante, perché dal numero dei contagi ufficiali si dovranno prendere forse ulteriori decisioni. Negli ultimi tre giorni i casi sono progressivamente aumentati, se questo dovesse ripetersi ancora è chiaro che non si potrà fare finta di nulla”.