L’iniziativa potrebbe costituire una prima risposta alla stabilizzazione delle due categorie di docenti precari più danneggiate dalla riforma Renzi-Giannini: si chiede il riconoscimento del valore dell’abilitazione conseguita dai diplomati magistrale entro il 2001/02 e l‘inserimento nelle GaE; per i laureati in Sfp, attualmente esclusi dalle GaE, si chiede l’inserimento in una nuova fascia delle stesse graduatorie, oppure di predisporre un ulteriore canale valevole per il 20 per cento dell’accesso ai ruoli nella scuola dell’infanzia e primaria, nella forma di una graduatoria regionale. Nella mozione si fa anche riferimento alla necessità di definire i piani di studio, le modalità attuative e quelle organizzative del corso di specializzazione in pedagogia e didattica speciale per il sostegno.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Entrambe le categorie servono e serviranno molto alla scuola italiana: perché si sono formate, in periodi diversi, per raggiungere lo stesso scopo, ovvero diventare maestri ed educatori. La maggior parte di loro opera stabilmente da tempo. È un falso problema quello della scarsa preparazione dei diplomati magistrale, usato da qualcuno che vuole distogliere l'opinione pubblica dalla vera problematica: il loro status di precari storici sfruttati da anni. In tribunale abbiamo difeso entrambe le categorie: l’apertura delle GaE del 2012, solo per fare un esempio, fu proprio dedicata agli abilitati in Scienze della formazione primaria. Abbiamo agito anche alla “fonte”: nella manovra di fine Governo, attraverso degli emendamenti specifici al disegno di legge 2960, abbiamo chiesto la stabilizzazione di questi insegnanti dimenticati colpevolmente. Serve, oggi più che mai, una norma per bandire finalmente dei concorsi riservati e reclutare tutti questi precari attingendo dalla seconda fascia delle graduatorie d’Istituto o riaprendo le GaE. Oppure prevedere anche per primaria e infanzia la “fase transitoria” già prevista per i precari della scuola secondaria con graduatorie regionali degli abilitati da cui attingere per le immissioni in ruolo, graduandoli in base ai titoli e ai servizi.