La riforma della scuola sta per essere approvata, eppure nell’italica tradizione si inventano nuovi sistemi di reclutamento, forieri di contenzioso nei tribunali. Ad iniziare dalla mancata considerazione nel piano di assunzioni degli idonei dei precedenti concorsi, che continuano a rimanere esclusi dalle GaE, come gli abilitati dal 2011. Per non parlare dell’incostituzionale ‘chiamata diretta’ dei docenti. Si tratta di tutti motivi validi per rivendicare al giudice la mancata immissione in ruolo o il relativo risarcimento. Poi ci sono 50mila assunzioni da attuare ad anno iniziato. E l’altra metà in corso d’opera, con i colleghi sempre più divisi. La verità è che questa riforma della scuola non solo non è buona, ma cadrà a pezzi. Parola di Anief.
Marcello Pacifico (presidente Anief): grazie alla tipici intelligenza italica, l’organico maggiorato, indispensabile per realizzare l’ultimo raggruppamento di assunzioni, si concretizzerà solo dopo che i Collegi dei docenti autunnali delibereranno il piano triennale dell’offerta formativa. Il quale, a sua volta, sarà valutato dalla direzione scolastica regionale, che deciderà come distribuire i posti assegnati dalla tabella 1 del disegno di legge nei singoli ex provveditorati.
Le assunzioni dei 100mila docenti precari della scuola passeranno per un vero ballottaggio, che si disputerà su tre fasi: con i candidati scelti in quella finale, che avranno un trattamento decisamente peggiore rispetto alla prima. Lo prevede la riforma della scuola, che sta per essere approvata e che, nell’italica tradizione, prevede nuovi sistemi di reclutamento, sempre però forieri di contenzioso nei tribunali. Ad iniziare dalla mancata considerazione nel piano di assunzioni degli idonei dei precedenti concorsi, che continuano a rimanere esclusi dalle GaE, come gli abilitati dal 2011. Per non parlare dell’incostituzionale ‘chiamata diretta’ dei docenti. Si tratta di tutti motivi validi per rivendicare al giudice la mancata immissione in ruolo o il relativo risarcimento. Poi ci sono 50mila assunzioni da attuare ad anno iniziato. E l’altra metà in corso d’opera, con i colleghi sempre più divisi. La verità è che questa riforma della scuola non solo non è buona, ma cadrà a pezzi.
Già con l’avvio del nuovo anno scolastico molti nodi verranno al pettine, visto che mancherà all’appello un precario su due: la metà delle immissioni in ruolo verranno infatti attuate a lezioni abbondantemente iniziate, con la modalità del contratto giuridico e con la prospettiva di essere definite nel 2016 dai dirigenti scolastici. Perché in principio si assumeva entro il 30 luglio, come era previsto dalTesto Unico della Scuola, il decreto legislativo 297/94. Poi, forse per “compassione” verso gli uffici periferici, la data ultima per le immissioni in ruolo slittò al 31 agosto, anche per risparmiare qualche “soldino” sulle supplenze, attraverso la Legge 106/2011. Quest’anno, per incapacità del Governo, si è arrivati al 15 settembre, dopo l’inizio delle attività didattiche. E anche questo grazie alla riforma Renzi-Giannini.
“Ma questa è soltanto la fase A – ricorda con rammarico Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal –, perché ad essa, sempre per intelligenza italica, seguirà la seconda fase, la B, una volta definita in surroga, sui posti non assegnati. Ma avremo pure la fase C, quella che realizzerà le assunzioni sull’organico dell’autonomia. Che deve però ancora avvenire e ci vorrà del tempo prima di vederla concretizzata: l’organico maggiorato si concretizzerà, infatti, solamente dopo che i Collegi dei docenti autunnali delibereranno il piano triennale dell’offerta formativa. Il quale, a sua volta, sarà valutato dalla direzione scolastica regionale, che deciderà come distribuire i posti assegnati dalla tabella 1 del disegno di legge nei singoli ex provveditorati”.
Solo a quel punto, quindi, si scorrerà ancora una volta la graduatoria per nominare giuridicamente dei supplenti che si sottoporranno alla valutazione fisica e psichica dei dirigenti scolastici, in un futuristico colloquio che sarà impugnato dai “cattivi ragazzi” dell’Anief.
“Ovviamente alla fase B e C – ricorda Pacifico - non potranno partecipare i candidati che hanno superato i precedenti concorsi, i cosiddetti idonei, che devono ringraziare questo sindacato piccolino, l’Anief, per essere stati considerati nella fase A. Mentre i loro colleghi idonei dell’ultimo concorso, sempre grazie all’azione dell’Anief, possono giocare in tutti i tavoli: A, B, C. E’ ovvio che sarà ricorso e persino vittorioso, ma tanto basta”.
La lista degli esclusi e delle incongruenze della riforma, però, non sembra finire mai: ci sono anche i titoli che devono essere stati conseguiti a pieno titolo, obbligatoriamente, entro il 30 giugno 2015, come se fossimo davanti al solstizio. E, ancora, tutti gli esclusi dalle GaE in possesso di titoli equivalenti.
“Soltanto nella Repubblica delle ‘banane’ si può ogni giorno fare il bollettino dei ricorrenti ammessi da un giudice all’assunzione mancata per sviste normative, piuttosto che leggere provvedimenti legislativi coerenti. Sarà ricorso? Bah, l’Anief li vince. E grazie ad esso avremo, anche stavolta, tanti neo-immessi in ruolo”.
Per approfondimenti:
Ddl scuola, vertice a palazzo Chigi. Trattativa a oltranza oppure fiducia (Corriere della Sera del 19 giugno 2015)
DDL SCUOLA – Si va verso la fiducia al Senato. Anief: nessun ricatto sulle assunzioni dei precari
20 giugno 2015 - eNEWS 394 di Matteo Renzi agli iscritti
Renzi, se passa riforma 100mila assunzioni, altrimenti 20-22mila. Numeri in libertà (Orizzonte Scuola del 22 giugno 2015)
DDL Scuola. Domani "testo sintesi" relatori. Ritiro emendamenti opposizione, altrimenti maxiemendamento e fiducia. Le anticipazioni (Orizzonte Scuola del 22 giugno 2015)
DDL Scuola – Il maxiemendamento non risolve nulla: tagliate fuori le nuove generazioni di docenti
5 luglio 2015 Ufficio Stampa Anief