Nessun dubbio: è evidente che la Carta del docente per l’aggiornamento professionale “costituisce uno strumento destinato a favorire la formazione dei docenti”, ancora di più perché “la formazione costituisce elemento essenziale nell’attività lavorativa dei docenti, senza che rilevi, in questa prospettiva, la distinzione tra docenti assunti a tempo indeterminato e determinato”. A scriverlo è il tribunale di Mantova che nell’esaminare il ricorso di due docenti supplenti, presentato con i legali Anief, ha anche disposto di mutare quanto “disposto della legge n. 107/2015, che ha introdotto la Carta Docenti”, con la quale “si è scelto di riconoscere tale strumento solo ai docenti assunti a tempo indeterminato, dando luogo, in questo modo, a una evidente disparità di trattamento a danno dei docenti assunti a tempo determinato, senza che ciò trovi alcun tipo di giustificazione”. Il giudice del Lavoro ha quindi optato per “il diritto dei ricorrenti ad usufruire del beneficio economico della carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione” condannando “il Ministero convenuto a mettere a disposizione dei ricorrenti, tramite il sistema della Carta elettronica, le seguenti somme: euro 2.500,00 ed euro 2000,00”.