ISTRUZIONE – A scuola non possono esserci insegnanti meno formati di altri, la Carta del docente va pure ai precari: a Messina 2.500 euro alla supplente che ha lavorato fino al 30 giugno anche per meno ore settimanali
ISTRUZIONE – A scuola non possono esserci insegnanti meno formati di altri, la Carta del docente va pure ai precari: a Messina 2.500 euro alla supplente che ha lavorato fino al 30 giugno anche per meno ore settimanali
Un milione e 250mila euro di risarcimenti ottenuti al termine di oltre 500 sentenze: anche marzo 2024 fa brillare gli occhi ai lavoratori della scuola, insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario, che hanno creduto all’azione vincente dell’Anief nei tribunali d’Italia. I numeri, sempre più incoraggianti, sono quelli derivanti dalle cause vinte lo scorso mese dai legali che operano per il giovane sindacato autonomo: se si sommane anche quelle di gennaio e febbraio 2024 si arriva ad oltre 3 milioni e 758mila euro risarciti complessivi nei primi tre mesi dell’anno.
Tutti i 250mila supplenti che nell’anno scolastico in corso hanno sottoscritto una supplenza annuale, non solo quelli con il contratto in scadenza 31 agosto 2024, hanno pieno diritto ad usufruire della Carta del docente: lo ha confermato il Tribunale di Marsala condannando il ministero dell’Istruzione e del Merito ad assegnare ad un’insegnante i 500 euro della card annuale per l’aggiornamento e avallando in pieno la tesi dei legali Anief che hanno difeso la docente. Il giudice del lavoro ha risposto in questo modo alla questione applicando, ha scritto nella sentenza, “la regola prevista dalla clausola n. 4, par. 1, dell’Accordo Quadro allegato alla Direttiva 1999/70/CE secondo cui “Per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive”.
Tutti gli anni di supplenza concorrono e incidono allo stesso modo sulla ricostruzione di carriera professionale, anche quelli pre-ruolo: lo ha ribadito il Tribunale di Cosenza sezione Controversie di lavoro esaminando il ricorso, presentato dai legali Anief, di una collaboratrice scolastica entrata di recente in ruolo e che ha chiesto la considerazione piena degli anni pre-ruolo. Il giudice gli ha dato ragione ricordando che la Corte di Giustizia europea ha spiegato che “la clausola 4 dell’Accordo esclude in generale ed in termini non equivoci qualsiasi disparità di trattamento non obiettivamente giustificata nei confronti dei lavoratori a tempo determinato”.
Sul Bonus Mamme è tutto confermato: le donne lavoratrici non di ruolo rimangono escluse. Dopo l’annuncio della misura, la discriminazione è confermata nella Circolare Ministeriale n. 0002244 di fine marzo, che annuncia l’introduzione di misure di sostegno significative per le lavoratrici madri nel settore educativo. In particolare, sono presenti le disposizioni collocate nell’ultima Legge di bilancio, a partire dall'esonero dal versamento dei contributi previdenziali fino a 3.000 euro annui per le madri con tre o più figli, e, in forma sperimentale per il 2024, anche per quelle con due figli. A rendere ingiusta la misura sono alcuni vincoli che rendono applicabile la misura solo alle dipendenti a tempo indeterminato