Ogni mese ai supplenti non vengono assegnati i 174,50 euro della Retribuzione professionale docenti, mentre al personale Ata si continuano a sottrarre tra i 66,90 euro a 73,70 euro di Compenso Individuale Accessorio. La storia è vecchia e risaputa: il sindacato lo denuncia da tempo, solo che l’amministrazione scolastica fa “orecchie da mercante”, così per vedersi riconoscere quelle somme bisogna rivolgersi al Tribunale del Lavoro. Negli ultimi giorni sono state diverse le cause andate a buon fine: prima a Forlì, che con una sentenza esemplare il giudice ha riconosciuto a una docente precaria 1.132 euro, più gli interessi legali, a seguito degli assegni mensili non retribuiti per sette supplenze brevi svolte tra novembre 2016 e giugno 2017. Adesso è stata la volta del Tribunale ordinario di Modena, sezione Lavoro, che con una sentenza analoga ha detto sì al “riconoscimento del diritto a percepire la retribuzione professionale docente di cui all'art.7 del CCCNL (RPD) in relazioni a periodi di supplenze brevi e saltuarie” verso una docente, “con condanna della controparte al pagamento delle somme maturate a tale titolo, per l'importo di € 2.335,36”.